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Ulivieri: "Spalletti non poteva rifiutare la Juve. Conte? A un presidente risponde un pari grado"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 14:53Serie A
di Alessio Del Lungo

Ulivieri: "Spalletti non poteva rifiutare la Juve. Conte? A un presidente risponde un pari grado"

Renzo Ulivieri, presidente dell'AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio), è intervenuto ai microfoni di Radio Marte, parlando così dell'approdo di Spalletti alla Juventus: "Sono amico di Luciano, lasciatemi dire che a noi allenatori la panchina manca quando non c’è… Lui, poi, ha subito un trauma grosso per via dell’esonero da Ct della Nazionale. Credo che Spalletti abbia vissuto male quest'ultimo periodo, e ora gli capita l'occasione Juventus che non può rifiutare. Anche io sono un tifoso della Fiorentina ma sono stato a Bologna per anni ed ho amato la città, tant’è che quando non ci sarò più vorrò essere sepolto con la tuta del 1996-97 del Bologna addosso. Io non ho giurato fedeltà". Che idea si è fatto della polemica tra Conte e Marotta? "In linea di massima in passato ci avevano sempre detto che a un presidente risponde solo un pari grado, ma i tempi sono cambiati. Quello che ha detto Conte è una dichiarazione da dirigente, ma lui non si è mai tirato indietro di fronte alle responsabilità". Sabato c'è Napoli-Como. "Potremmo definire la sfida tra il calcio efficace di Conte e il calcio estetico di Fabregas. Non so se quella lariana è la squadra che gioca meglio, sicuramente la proposta è piacevole. Però le squadre che vincono i campionati, oppure che ottengono le promozioni, vincono anche quelle partite che non dovrebbero vincere. Il Napoli di Conte, ad esempio, è primo perché è riuscito a portare a casa anche le gare in cui non ha dominato o giocato meglio. Le squadre che hanno un calcio efficace sono queste. Quando a Coverciano spiegavo le funzioni dell'allenatore dicevo che bisogna pensare al risultato come prima cosa, poi allo spettacolo e infine alla crescita dei cinque giocatori. Questi sono i tre obiettivi. Era presente anche Fabregas ad una di queste lezioni e mi disse che per lui andava cambiato l’ordine: prima lo spettacolo, poi il risultato e la crescita del giocatore. Ha un modo diverso di vedere le cose".