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Onestofobi: il tweet del Napoli (e di ADL) che terrorizza i soliti notiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 17 gennaio 2022, 11:44In Primo piano
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Onestofobi: il tweet del Napoli (e di ADL) che terrorizza i soliti noti

A generare il panico un aggettivo, sempre più in disuso nella coscienza più che nella lingua, utilizzato dal club azzurro: onesto.

Cos’è la paura? Nella definizione del filosofo Umberto Galimberti altro non che “Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia”. E come in un film di Alfred Hitchcock, la paura è contagiosa. Si fa sospetto, si trasmette con lo sguardo o la parola: se uno accanto a te è spaventato, in qualche modo questa percezione viene trasferita anche a te. 

È bastato un tweet del Napoli, dopo Atalanta-Inter, a suscitare questa ondata di terrore nel web. A generare il panico un aggettivo, sempre più in disuso nella coscienza più che nella lingua, utilizzato dal club azzurro (e da Aurelio De Laurentiis che ha prontamente ritwittato il contenuto): “Onesto”. Il calcio onesto, già, come quei buoni propositi di inizio anni mai realizzati. Come le diete, le corse all’alba, le chiamate ai parenti. 

L’Italia, e quella del pallone non è certo diverso, è ‘Onestofoba’. Che poi non si può dire così, ma questo spiega meglio il concetto. È che siamo terrorizzati dall’onestà, da chi può essere onesto, dal fatto che qualcuno possa rappresentare un parametro dell’onestà. Nel paese degli scandali, dei soprusi, delle archiviazioni partorite prima ancora delle indagini, delle toppe che ormai dei pantaloni è rimasto davvero poco. 

Quel messaggio del club azzurro ha generato il fenomeno collettivo della paura. “Ma che ce l’avevano con noi?” Hanno iniziato a chiedersi in molti. Che poi sono i soliti noti. Che perpetuano l’inganno più grande del diavolo: far credere che non esistano. E sono sospettosi, perchè devono fingere di non sapere. Di non capire. È l'atteggiamento consapevole di chi deve fare i conti col proprio passato, col proprio presente. Con l'indole che induce a cercare sempre le scorciatoie.