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tmw / napoli / Le Interviste
Chiariello: “Conte ci ha portato la parte sana della juventinità e noi l’abbiamo modificato”
ieri alle 22:30Le Interviste
di Antonio Noto
per Tuttonapoli.net

Chiariello: “Conte ci ha portato la parte sana della juventinità e noi l’abbiamo modificato”

Su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello”, quest’ultimo è intervenuto con il suo punto: "Dobbiamo cercare di capire che non è scaramanzia invitare alla prudenza, io l'ho visto giocare Genova ieri sera e non mi ha rassicurato per niente. Vi dico subito, la squadra è tosta e tignosa e Viera che ha preso il posto dell'incolpevole Gilardino, che ha avuto solo il torto di protestare per l'indebolimento della squadra, ha fatto un ottimo lavoro. Ha salvato il Genoa con abbondante anticipo e adesso sta provando anche a lanciare qualche giovane. Ha saputo dare una quadratura e un'organizzazione a questa squadra in maniera notevole.

Considerate che rispetto all'anno scorso due erano le formazioni sulla carta sicuramente indebolite. Uno era il Bologna, aveva perso primariamente l'uomo squadra Zirkzee e Calafiori, attualmente è uno dei difensori nella fase di uscita dalla difesa più forti d'Europa, uomo chiave del gioco di Motta. In più aveva perso Ferguson, che doveva recuperare dal lungo infortunio ed è entrato a campionato in corso abbondantemente e poi il tempo di tornare in forma e aveva perso un giocatore sottovalutato che era Salemaekers. Ma c'era un'altra squadra fortemente indebolita. Pensate oggi una squadra da scudetto, se si può permettere un attacco composto da Gudmundsson e Retegui, è migliore del nostro. Il Genoa ha perso tutti e due gli attaccanti principe e ha perso il portiere che era fortissimo, Martinez che si è preso l'Inter per surrogare l'anziano, ma sempre validissimo Sommer, portiere di statura internazionale. Ha mantenuto giusto qualche gioiellino, Freuler a centrocampo è il suo fiore all'occhiello, ha preso un attaccante non eccezionale, ma discreto come Pinamonti che il suo l'ha fatto. Ma pensate che in porta aveva scelto Gollini, che poi ha mandato via perché il titolare è diventato l'eterno Leali, una promessa mai sbocciata che la Juventus comprò giovanissimo perché era un portiere promettentissimo, un giovane talento che però non è mai sbocciato e che è arrivato oltre i 30 anni. Cioè la riserva dell'anno scorso di Martinez è titolare e ha fatto benissimo. Nonostante ciò, se andiamo a guardare le statistiche, il Genoa in campionato ha fatto ben oltre la soglia della salvezza, che non è più i 40 punti, ormai la soglia salvezza è a 35 da vari anni. Quando fai 35 punti sei salvo. Ne ha fatti 39, è 13ª e finirà 13ª perché sono staccate Cagliari, Parma, Verona, Lecce, Venezia, Empoli, Monza. E’ una squadra che gioca, Viera vuole farsi apprezzare. C'è un giocatore che il Napoli gli ha dato, che si è segnalato per aver fatto un grande campionato, al punto da farci chiedere, ma siamo così sicuri che a Napoli siamo bravi a valutare i giovani nella maniera opportuna o li disprezziamo? Perché i vari Alessandro Zanoli o gli Alessio Zerbin potevano tornare veramente utili a questo Napoli e invece li abbiamo dati via. Io sono convinto che Zerbin fosse rimasto sarebbe stato molto utile, perché si sta dimostrando un esterno di fascia di buon valore. E Zanoli a Genova ormai gioca destro alto, neanche basso e ha fatto un gran campionato. Ora loro giocano con questo Brooke Norton-Cuffy che gli ho visto fare un numero ieri pazzesco che viene dall'Inghilterra, 21 anni, sconosciuto. A destra gli ho visto fare delle cose folli, degli affondi incredibili. Dietro ha una difesa collaudata con i vari De Winter, che nel mirino di molte squadre perché è un ottimo difensore, Vasquez, Sabelli. Frendrup a centrocampo è uno importante, c'è quel Thorsby che è un giocatore esperto, Messias che ha colpi importanti. Insomma io questo Genoa non lo vivo affatto come vittima sacrificale, ma come un solido avversario da battere. Perché scordatevelo che chi non ha motivazioni decisive, tipo lottare per la salvezza, lottare per la Champions, lottare per lo scudetto, ti lasci la via libera. Loro le motivazioni ce l'hanno. Mettersi in mostra, avere la scena che in quel momento è sotto i riflettori di tutti, fare il risultato di cui si parla, avere la mente libera, giocare senza ansia, che è un vantaggio a volte. Certo, non ti danni l'anima, se vai sotto magari non fai il diavolo a quattro perché se poi la perdi non succede niente. Ci sono i pro e i contro. Ma questo Genova va battuto e non sarà facile perché il Napoli non ha il gol facile, non è una squadra schiaccia sassi. Noi non siamo l'Atalanta, siamo meglio dell'Atalanta, ma non siamo l'Atalanta come caratteristiche. Perché l'Atalanta è così, ti pareggia in casa con Lecce e poi va a Monza e te ne fa quattro, cioè l'Atalanta o è zero o è 100, ma quando è 100 tracima, devasta, ti fa quattro gol come niente fosse. Il Napoli no, ti vince di corto muso 13 volte su 23. Il Napoli trova il golletto su cui capitalizzare le vittorie come a Monza, come a Lecce, di riffe o di raffe, ma lo deve trovare e specie poi quando deve fare la partita qualche difficoltà in più ce l'ha. Quindi senza fare le cassandre del malaugurio, perché il Napoli ha tutto per vincere la partita col Genoa e probabilmente la vincerà, è negli auguri di tutti, io non me la sento di cantar vittoria prima del tempo. Sarà una partita tosta, sofferta come tutte le altre, perché il Napoli è sofferenza.

D'altronde mi viene da dire che c'è una specie di paradosso. Napoli ha assorbito la mentalità juventina di Conte. Conte non si sincronizza con la mentalità di Napoli, cerca di cambiarla quando dice che il secondo posto è di chi legge la storia scritta dai vincitori, che è solo parzialmente vero perché vale per le società che se non vincono falliscono la stagione, ma ci sono società i cui secondi posti sono nella storia. Vedi il Vicenza, vedi il Perugia di Castagner, ne parleranno per secoli. E perché? Di Vinicio, di Marchesi, di Sarri, dello stesso Mazzarri col coi tre tenori, l'anno del fallito aggancia al Milan, non sono tutti Napoli che sono nel nostro cuore? Non li dimenticheremo mai. Però è vero che la storia la scrivono i vincitori. È vero che la storia ricorda il primo, quasi mai il secondo. Ditemi anno ‘93-‘94, chi vince lo scudetto? Il Milan. Ok. Chi ha fatto secondo? Boh. Chi se lo ricorda? Anno 2004-2005 chi vince lo scudetto? La Juve, chi fa secondo? Boh. A meno che non ti tocca personalmente e te lo ricordi. Per fare un esempio. Allora, il paradosso qual è? che lui ci ha portato questa mentalità vincente. Perché la mentalità vincente o te la formi vincendo, sembra un paradosso, ma è così, oltre te la formi arrivando qui e mettendo miliardi con la pala, vedi il City, vedi il PSG, società inesistenti prima che diventano miliardarie e con la forza dei soldi, con la tracotanza dei soldi diventano grandi, la vai a comprare sul mercato, non c'è altra scelta. Però il paradosso qual è? Che Conte ci ha portato quella che è la parte sana della juventinità, la mentalità vincente, il cannibalismo. Ma è anche vero che noi abbiamo modificato Conte che ha scoperto a Napoli la filosofia partenopea dell'arte dell'arrangiarsi. Ha detto: ‘Io mi sono arrangiato in tutti i modi’ Benvenuto, Conte! Se parli di miracolo e dell'arte dell'arrangiarsi, lo vedi che la tua città per destinazione e per elezione non può che essere Napoli? Rifletti, Antonio, rifletti”.