Le pagelle dell'Inter - Lautaro monumentale, ma che Sommer! Basta dubitare di Inzaghi

Sommer 8,5 - Sbaglierà anche Garcia, ma la parata è irreale. Tiene in piedi l’Inter con un finale strepitoso e un’altra parata da urlo su Lamine Yamal. Vibes da Julio Cesar.
Bisseck 5,5 - Un paio di errori gravi in uscita, nel complesso tiene botta su Raphinha che non è uno qualsiasi. Dal 70’ Darmian 7 - Entra e basta la sua freddezza a rimettere in carreggiata l’Inter, sarà un caso.
Acerbi 8 - C’è chi firmerebbe per averlo come quarta punta l’anno prossimo. Il pretoriano di Inzaghi firma il gol che fa rinascere l’Inter. È una rete che vale una carriera.
Bastoni 7 - Su Lamine Yamal si fatica, e non potrebbe essere altrimenti. Una chiusura clamorosa nel primo tempo in scivolata, quando si sgancia aiuta la manovra.
Dumfries 8 - L’uomo più temuto da Flick, dopo la doppietta a Montjuic: l’Inter lo cerca sempre dal fondo, funziona. Scatta coi tempi giusti e serve Lautaro per il gol che sblocca la serata. Perde Raphinha sul 3-2, si rifà con l’assist per la rete che porta la partita ai supplementari. Dal 108’ De Vrij 6,5 - Entra concentrato, freddo, ripulisce ogni briciola che gli passa davanti con attenzione chirurgica.
Barella 7 - Sombrero e tiro, barcelonista. Non sempre brillante, ma è l’unico dei centrocampisti a tenere il ritmo dei catalani, Marciniak lo ferma lanciato a rete nei supplementari.
Calhanoglu 6,5 - Quarantanovesimo rigore segnato in carriera, sei su sei in Champions: la definizione di infallibile. Perde la palla che porta al quasi rigore per il Barca nella ripresa. Dal 79’ Zielinski 6,5 - Entra e non delude. Come tutta l’Inter, non era scontato.
Mkhitaryan 7 - Da clonare. Finché ne ha, è il miglior centrocampista in campo, anche al cospetto del potenziale prossimo Pallone d’Oro. Finché ne ha: chiude in affanno e rischia su Lamine Yamal. Dal 79’ Frattesi 8 - E pensare che a gennaio voleva andare a Roma per fare il titolare. Da super-sub, segna il gol che vale la finale di Champions. Non vale di più?
Dimarco 6 - Alti in fase offensiva, bassi in difesa: è lui a rubare la palla che diventa quella dell’1-0. Ma lascia tanto spazio a Lamine e dimentica Eric Garcia sul gol che riapre la partita. Dal 55’ Carlos Augusto 5,5 - Invocato da molti perché oggettivamente in forma migliore, entra in maniera disastrosa. Poi si riprende.
Thuram 7,5 - La posizione irregolare lo assolve per la poca freddezza al cospetto di Szczesny. Novanta minuti un po’ da panterone moscione, tanti duelli aerei vinti e poco altro. Poi tira fuori dal cilindro un numero che vale il biglietto per la finale di Champions e offre a Frattesi la palla del 4-3. Cambia tutto.
Lautaro 9 - La prima istantanea è il Toro che va a rialzare Lamine da terra e gli fa capire l’andazzo. Ha fatto di tutto per esserci: giocando su una gamba, indirizza la serata con gol e rigore conquistato. Difficile ricordare una standing ovation più meritata. L’Inter gli assomiglia. Dal 70’ Taremi 7 - Per una sera entra benissimo nella partita, sia negli appoggi che nelle azioni difensive.
Simone Inzaghi 9 - Un fotogramma: fuori Calhanoglu, dentro Frattesi. San Siro dubita. Perché, diciamolo, di Inzaghi si continua a dubitare nonostante tutto, e non lo fanno solo autori di improbabili sparate a caccia di visibilità. E invece Frattesi segna il gol che vale il biglietto aereo per Monaco, e forse con la seconda finale di Champions in tre anni sarebbe anche l’ora che si smettesse di dubitare. Meriterebbe la vittoria, ma si vedrà. Alla faccia dell’annata fallimentare.
