L'Inter è in finale di Champions! 4-3 al Barcellona in una partita che rimarrà nella storia

C’è una partita nella storia del calcio italiano che si nomina tutta di un fiato, tutta attaccata. Inter-Barcelllona 4-3 ha lo stesso risultato di italiagermaniaquattroatre e forse non è un caso, di sicuro questa è una serata che resterà nella storia di San Siro. Succede di tutto, in una gara che non è una partita ma un romanzo di calcio: l’Inter scappa e il Barça la riprende, poi arriva Acerbi che è il dioscuro inzaghiano di Lautaro e porta il Meazza ai supplementari. Infine ci pensa Davide Frattesi, il dodicesimo uomo dei gol pesanti, a staccare il biglietto aereo di Monaco di Baviera. Per la seconda volta in tre anni, in nerazzurri di Simone Inzaghi sono in finale di Champions League, superato un Barcellona bellissimo ma anche acerbo e presuntuoso. L’appuntamento con la storia è fissato all’Allianz Arena, il 31 maggio. Tra Arsenal e PSG, resta da conoscere solo la sfidante.
Il live TMW di Inter-Barcellona
Un’Inter Lautaresca: 2-0 all’intervallo. Il primo tempo finisce come i primi venti minuti di Montjuic, e fa tutta la differenza del mondo. Il possesso è sempre del Barcellona, ma le occasioni principali le costruisce la squadra di casa sin da quando Lautaro manda Thuram a tu per tu con Szczesny. Il fuorigioco sana l’errore del francese. Al 21’ il risultato cambia ed è l’Inter a portarsi avanti, sulle ali dei suoi esterni, temutissimi dal Barcellona. Dimarco ruba palla a Dani Olmo in zona centrale e offre un filtrante per Dumfries: scarico per Lautaro, che batte Szczesny a porta vuota. La reazione catalana arriva e porta come primo episodio alle proteste per un mani di Acerbi, non punibile per Marciniak. Sotto di un gol, il Barça alza possesso e ritmo, ma i nerazzurri sfiorano il bis con Mkhitaryan e Calhanoglu da fuori, prima di trovarlo proprio con il turco, su calcio di rigore. Lo conquista Lautaro, steso in area da Cubarsi: il VAR aiuta Marciniak, che in presa diretta non aveva visto. Dal dischetto Calhanoglu non sbaglia e firma il 2-0. Tensione fra Inigo Martinez e Acerbi prima del rientro delle squadre negli spogliatoi.
Remuntada Barcellona, poi arriva Acerbi. Lewandowski si riscalda ma a inizio ripresa resta fuori, l’Inter fa esultare un Meazza mai così carico in questa stagione col 3-0 di Acerbi, non convalidato per offside. L’urlo si spegne in gola, perché nel giro di 6 minuti il Barcellona non solo riapre la partita, ma se la riprende, approfittando delle dormite difensive nerazzurre. Gerard Martin crossa, Dimarco dimentica Eric Garcia, che insacca. Il terzino spagnolo ha subito la chance del pari su contropiede, ma colpisce male e Sommer completa con un miracolo. Non basta: al 60’ è Carlos Augusto, subentrato a Dimarco, a perdere la marcatura su Dani Olmo, che firma il 2-2. La serata cambia, l’Inter va in bambola e rischia di crollare definitivamente quando Mkhitaryan stende Lamine Yamal appena fuori area: il VAR corregge la chiamata di Marciniak che aveva visto rigore. L’Inter non sale più, Inzaghi concede la standing ovation a un Lautaro stremato ma l’andamento non cambia e le ulteriori sostituzioni non ravvivano i nerazzurri. A due minuti dalla fine, la doccia fredda è servita: Raphinha, dimenticato da Dumfries, infila Sommer. 3-2 Barcellona a San Siro. Ma non è una partita, è un romanzo: Acerbi, al primo minuto di recupero, segna da centravanti vero. E porta la serata ai supplementari.
Frattesi porta l’Inter a Monaco. È Frattesi l’uomo dei gol decisivi, e si conferma tale anche in serata stoica e storica. All’ottavo del primo tempo supplementare, Thuram fa un numero da circo e scarica per il centrocampista romano: finta altrettanto bella, palla in fondo al sacco. 4-3 e San Siro esplode di gioia, mentre protesta quando, al minuto 108, Marciniak fischia la fine del primo tempo supplementare con Barella lanciato a rete. Il Barca si lancia in avanti nel secondo supplementare, mentre San Siro si alza in piedi per Dumfries. Frattesi sfiora la doppietta, Szczesny dice di no. Risponde Sommer, ancora strepitoso su Lamine Yamal a sei dalla fine. E poi arriva il triplice fischio.
