
Totti attacca: “Spalletti venne a Roma per farmi smettere! Con un altro starei ancora giocando"
Francesco Totti si è soffermato anche su Luciano Spalletti nella lunga intervista concessa ad Amazon Prime Video, ripercorrendo le tappe di dellamloro litigata che ancora oggi interessa al pubblico: "Ci fu una forte discussione, però ci sta tra allenatore e giocatore. Diciamo che lui era il secondo Spalletti, tanto la sapete tutti la storia".
Ce la racconti ugualmente.
"Spalletti arrivò a Roma con un obiettivo... Prima o poi ci parlerò e glielo chiederò. Lui venne per farmi smettere, assecondato forse dalla società, non so quello che era successo realmente. È successo questo episodio e ogni volta che c'era un problema strillava a me, anche in allenamento. E lo Spalletti che conoscevo io era l'opposto. Percepivo qualcosa di strano, non era lui nei miei confronti. Io arrivavo da un infortunio brutto alla coscia e neanche mi domandava cosa fosse successo, come stavo. Mi metteva in secondo piano e in quel momento ancora ero capitano, di solito la prima cosa che fa un allenatore si interfaccia con lui per fare una chiacchierata".
E invece cosa succedeva?
"Ogni volta c'era attrito tra me e lui, poi fondamentalmente non c'è stato mai niente. Da quello che percepivo e da quello che dicono è come se lui pensasse che lo avessi mandato via da Roma e ha ripreso Ranieri. Ma quando lui andò via, mi pare alla seconda giornata di campionato, andammo in ritiro e Rosella Sensi ci convocò a me, De Rossi, Panucci, Pizarro, Perrotta… E ci chiesero chi volessimo come allenatore tra Ranieri, Mancini e non ricordo chi. Tutti dicemmo Mancini perché era l'unico che voleva vincere, aveva un'altra personalità sotto quel punto di vista. Dicemmo che era l'ideale, anche per l'organico che avevamo. Tornammo a Trigoria, Rosella Sensi ci mandò a casa e appena tornato a casa scopro che Ranieri era il nuovo tecnico della Roma. Dissi, ma come (ride, ndr)!? Lui percepiva o gli avevano detto, che eravamo andati a parlare, soprattutto io e Daniele (De Rossi, ndr), per mandare via lui e prendere Ranieri, ma non è mai andata così. Anche nell'intervista non ce l'avevo con lui, ma con la società".
Lei ha smesso per Spalletti? Con un altro tecnico magari sarebbe andata diversamente...
"Con un altro allenatore penso che ancora starei giocando. A 40 anni sapevo che non potevo fare tutte le partite, mica sono stupido. In quel contesto uno come me che aiuta i giovani e i nuovi… Anche perché dissi che avrei giocato gratis, i soldi non mi interessavano, per la Roma avrei fatto tutto. Si erano messi in testa che dovevo smettere, a inizio stagione mi dissero di decidere a me, poi a tre giornate dalla fine mi spiegarono che sarebbe stato il mio ultimo derby. Mi hanno dato fastidio i modi e i tempi, ma stavo bene, in allenamento in quel periodo...".
Chi l'ha delusa di più lui o la Roma?
"In primis la Roma, poi Spalletti è stato di conseguenza. Nel momento che ho smesso potevo andare all'estero in America in MLS, poi l'anno dopo mi chiamò Sinisa per andare al Torino, ma fondamentalmente non mi andava di rovinare tutto".






