Berruto: "Facciamo chiarezza sul metodo-Conte. Sfogo post-Bologna? Ecco a cosa è servito"
Oggi su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello”, è intervenuto il Responsabile dello Sport del PD Mauro Berruto. Di seguito le sue parole: "Il titolo del mio libro “Dare tutto, chiedere tutto” è stato felicemente scelto da Mondadori e spiega la figura e il ruolo di allenatore che Antonio Conte vuole essere nel suo lavoro. Dare tutto viene prima di chiedere tutto e la stessa sequenza temporale del titolo indica le responsabilità che lui vuole assumersi. Antonio Conte non è quel tipo di allenatore che crede in un metodo universale e lo mette al primo posto rispetto alle necessità dei singoli, sono sicuro di questo e lo ha anche dimostrato. Antonio è uno che sa leggere il contesto e comprendere le individualità e la sensibilità dei singoli giocatori.
Il tema è molto discusso negli ultimi giorni e ci tengo a fare chiarezza. Conte è sicuramente uno di quei allenatori che ci tiene a spingere molto sull’allenamento fisico nella sua intensità ma ci tengo a dire che, nonostante la preparazione sia finalizzata per migliorare la resistenza fisica, Antonio la intende in una concezione più ampia, ovvero come uno strumento che serve per migliorare la personalità e la mentalità dei singoli giocatori. Allenare il corpo e metterlo in condizione di difficoltà è funzionale al fatto che si arriva al giorno della partita dove la difficoltà diventa l’avversario e si è tutti dalla stessa parte. Quindi, contrariamente a quello che si sta dicendo negli ultimi giorni, i metodi di Antonio Conte sono finalizzati anche a sviluppare le caratteristiche mentali e psicologiche dei giocatori. Dopo di che, siamo tutti abbastanza intelligenti e attenti da capire che un ragazzo di 18 anni non può lavorare come uno di 35 anni.
Sicuramente i tempi sono cambiati, ma non c’è ombra di dubbio che i metodi utilizzati da Antonio Conte siano applicabili anche alle generazioni odierne. Nel libro viene ribadito più volte che la capacità di un allenatore deve essere anche quella di adattarsi. Infatti, Antonio, quando è arrivato alla Juventus dal Lecce, ha lavorato il triplo del dovuto per adattarsi al contesto di campioni dove era arrivato. Lui non ha applicato strumenti diversi rispetto a quelli che ha applicato su se stesso, anzi lui era ossessionato dall’idea di dimostrare che lui tra i campioni ci poteva stare.
Avendola vissuta in prima persona, la preparazione alla partita è diversa rispetto a quella di 10 o 15 anni fa. Oggi c’è un modo di catturare l’attenzione e di disponibilità da parte degli stessi atleti ad ascoltarti che è diversa rispetto ai tempi passati. Tutto ciò fa parte di quel processo di continuo adattamento rispetto alle situazione che generi di cui è consapevole ogni singolo allenatore. Quello che però non è cambiato è che lo sport è una di quelle pochissime cose dove il risultato finale è direttamente proporzionale alla quantità di allenamento che esprimi prima della partita.
Dichiarazioni post-partita? Conte da il meglio di sè nelle situazioni di difficoltà e complesse. Lo ha dimostrato l’anno scorso quando ha vinto uno scudetto dopo che la squadra si è indebolita a gennaio, nessuno ci è riuscito e non credo ci sarebbe riuscito nessun altro al posto suo. Io non sono tifoso del Napoli, ma se c’è uno che vorrei che allenasse la mia squadra in una situazione difficile, vi ricordo che io tifo per il Torino, quello è sicuramente Antonio Conte. La storia del calcio ci insegna che tutto può essere smentito il giorno dopo, ma i risultati ci dimostrano che Conte dà il meglio di sé proprio in queste situazioni.
Per quanto riguarda le dichiarazioni che hanno infastidito un po’ il pubblico partenopeo, posso dirvi che Antonio utilizza ogni strumento possibile, retorico, metaforico o di immagini, per dare una scossa o un elettroshock all’ambiente per avere una reazione da parte dei giocatori dopo una sconfitta come quella di Bologna. Dopo di che, in un allenamento non c’è solo la componente fisica e tattica, ma anche l’aspetto motivazionale dove devi usare ogni strumento a tua disposizione per allenarlo. Lui sta facendo proprio questo.
Non ho sentito Antonio Conte negli ultimi giorni. Neanche dopo la vittoria del Torino. Ho letto, però, che nei prossimi giorni sarà a Torino dove respirerà un po’ di aria buona e un bel clima, magari tornerà temprato".






