Poco talento in Italia? Zola: "Oggi 6 ore a settimane, io le facevo al giorno in cortile"
Per parlare della crisi del calcio italiano è intervenuto a La Gazzetta dello Sport anche il presidente della Lega Pro Gianfranco Zola. Queste le sue parole: "E' necessaria una rivoluzione. Un ragazzo di diciassette anni che ha delle qualità lo devi mettere davanti ad un percorso: non tutti nascono fenomeni, Roberto Baggio o Del Piero. Ma fenomeni possono diventare: a diciassette anni, seppur bravo, non sei ancora pronto e sei hai fatto solo il settore giovanile, il salto in prima squadra è come andare su Marte…".
Si è perso il calcio per strada.
"Si è perso quello che avevamo noi: oggi fanno tre allenamenti a settimana, sei ore di lavoro di cui meno della metà con il pallone tra i piedi. Io, e altri come me, sei ore le facevamo ogni giorno in cortile. E sempre con il pallone attaccato ai piedi".
Sull'investimento dei giovani.
"La qualità in chi è chiamato ad allenare deve essere sentita come una condizione a cui non si può più rinunciare: i nostri club lo stanno capendo, molti lo hanno già capito, in tanti si stanno adeguando con l’inserimento di figure specializzate sul tema. Un inizio molto promettente se è vero che quarantadue società su 57 hanno aumentato, sensibilmente, lo spazio per i ragazzi cresciuti con loro".








