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Il fascino di fotografare la natura: Lorenzo Shoubridge si racconta
martedì 18 gennaio 2022, 11:32News
di Redazione Perugia24.net
per Perugia24.net
fonte Antonello Menconi

Il fascino di fotografare la natura: Lorenzo Shoubridge si racconta

Si sta ritagliando uno spazio sempre più ampio il settore delle foto di natura. Affascinando il pubblico di ogni genere. Ad imporsi come uno dei principali interpreti è Lorenzo Shoubridge. "La mia passione per la fotografia naturalistica - racconta - nasce innanzitutto dall’amore che ho per la natura che mi circonda e dalla mia sfrenata attitudine verso il microcosmo, un universo parallelo dominato da insetti, aracnidi e ogni altro genere di artropodi che ne fanno un vero e proprio set fantascientifico. In particolare la sfera che più mi appassiona riguarda i lepidotteri, cioè le farfalle, con i loro bizzarri cicli vitali e la loro superba bellezza. Un altro fattore che ha segnato il mio percorso certamente è stata la mia formazione professionale come perito agrario che mi ha permesso di apprendere i primi rudimenti di entomologia, e di studiare testi di storia naturale antica. È poi c’è la mia splendida terra: la Versilia, dove fin da bambino ho fatto meravigliose scoperte nelle paludi salmastre del litorale o su in montagna, tra le vette delle Alpi Apuane o nello stupendo Appennino Tosco Emiliano. Tempo, amore, passione, e poesia frammista a un pizzico di follia, hanno fatto il resto e dentro di me è germogliata una consapevolezza diversa, una speranza, quella di cercare, col minor impatto possibile, di portare a casa delle persone un istante di natura, colto furtivamente, per cercare di sensibilizzarle alle problematiche che oggi più che mai affliggono il nostro pianeta. Per me è stato come un fiume in piena, un onda anomala che mi ha travolto quasi per scherzo, quando acquistai la mia prima reflex per fare foto sportive quando ancora andavo a scalare; poi ogni giorno, ogni gelida mattina invernale, ogni tramonto ed ogni istante passato a rannicchiarmi nella chiglia del mio mitico kajak, hanno sempre di più incentivato la mia sete di scoperta e di ricerca. Il mio approccio alla fotografia è minimalista, mi affido alle comuni regole di base della luce e il mio chiodo fisso è cercare di dominarla lavorando sul campo; non posso certo portarmi appresso uno studio, quindi cerco di fotografare sempre nella maniera più semplice possibile, cercando nuovi trucchi e stratagemmi per sfruttare tutto ciò che madre natura mi mette a disposizione.

Questo per me è diventato anche un utile esercizio per affrontare la quotidianità dove spesso, colti dalla frenesia del momento, dalle lusinghe del progresso, dal continuo stravolgimento dei tempi naturali, ci dimentichiamo della semplicità e diventiamo persone frustrate, io compreso e forse è questo senso di frustrazione che mi ha mosso. Fermarmi di colpo, pensare uno scatto, abbassarmi al livello del terreno, vedere dove la superficialità non arriva, mi fa affrontare la vita in modo diverso, questa per me è una grande cosa e voglio trasmetterla nelle mie foto". Nella maggior parte dei suoi scatti non applica mai una post produzione massiccia bensì tirata al minimo e poco invasiva; ama i colori forti, cercando sempre di illuminare e contrastare lo sfondo o con un flash, limitandosi semplicemente ad aspettare che questo lavoro lo faccia la luce naturale! "Sicuramente il ramo della fotografia naturalistica che più mi è affine è la macro fotografia, quella disciplina che mi porta letteralmente a strisciare per terra, nel mio microcosmo. È fonte di ispirazione e insegnamento - aggiunge - in quanto mi porta a scoprire un mondo diverso che è sempre davanti a noi ma non riusciamo a vederlo. Per me fare macro oltre che appagare una sete di conoscenza, significa anche meditazione: si deve avere calma interiore, riprovare, poi aspettare e riprovare ancora prima di ottenere un buon risultato. Curo molto l’atmosfera, il posatoio, per me lo scatto puro è lo scatto singolo, talvolta pratico il focus stacking (l’unione con appositi programmi di ritocco di più scatti per avere la massima profondità di campo); spesso preferisco avere una parte fuori fuoco e scattare alla vecchia maniera controllando personalmente la mia profondità di campo, giocando con le distanze e i vari obiettivi". C'è poi un'altra strada che sta seguendo... "La fotografia di animali nei loro ambienti è una strada parallela che sto seguendo da oltre una decina d'anni, infatti nel sito troverete alcune gallerie inerenti la fauna in fase di costruzione. Anche questo è un altro aspetto della fotografia che mi ha sempre affascinato, però totalmente diverso dall’approccio macro. In questo ambito - aggiunge - spazio dalla fotografia vagante a quella da appostamento, spesso mi piace variare, cambiare stimoli, cercare nuove strategie. Non mi accontento mai dei primi scatti; la ricerca dello scatto perfetto è alla base del mio lavoro e non sono poche le volte che sullo stesso animale ritorno volte e volte, lo inseguo per chilometri, lo aspetti per giorni. Sono fatto cosi, penso che la tenacia abbia contribuito a molti dei miei scatti più riusciti".