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L'ex Ravenna Cincilla: "Penalizzati da lista e minutaggio: ma non siamo vecchi"
Non bastano oltre 150 presenze tra i professionisti, non bastano annate sempre da titolare con tanto di playoff giocati: il calcio può essere spietato e puoi ritrovarti, per la prima volta in carriera, svincolato.
Sono questi, in estrema sintesi, gli ultimi mesi vissuti da Matteo Cincilla, che nell'ultima stagione, dopo anni brillanti a Renate, ha difeso i pali del Ravenna.
Il classe '94 è stato contattato dai microfoni di TuttoMercatoWeb.com.
Una situazione quasi paradossale la tua: come la stai vivendo?
"Sapevo che trovare squadra, specie dopo la situazione che ha dato la pandemia, sarebbe stata dura, ma non mi aspettavo di rimanere svincolato: certo, qualche contatto l'ho avuto, ma sono state solo parole. Quindi non mi resta che aspettare il mio momento, anche perché sono pronto: mi alleno tutti i giorni sul campo con un preparatore di portieri, e ho voglia di rimettermi in discussione".
La retrocessione con il Ravenna può aver inciso in questo tuo momento?
"Probabilmente si, l'esito del Ravenna ha inciso, ma il campionato è stato anomalo: non si sono giocate ben 11 gare, e si è ripartiti, dopo quattro mesi di inattività, dai playout. Due gare secche e ravvicinate, quando noi eravamo a -1 dalla salvezza diretta, che avremmo sicuramente conquistato perché eravamo una squadra forte. Ricordo poi che l'anno prima, a Renate, a 11 giornate dal termine eravamo retrocessi, all'ultima salvi senza neppure passare dai playout".
C'è stato poi il discorso legato alle liste...
"Le liste e il minutaggio hanno sempre inciso sui club, ora più che mai, la crisi economica post Covid-19 si sente: aprire le liste a soli due giorni dalla fine del mercato non è stato di aiuto, ormai le società avevano dato l'impronta al mercato, non era facile inserirsi. E' chiaro che è stata un'ulteriore batosta dopo il minutaggio, che continua a non essere utile ai giovani: ti ritrovi un anno a esser titolare perché giovane, quello successivo a stare a casa. Andrebbe ripristinato il concetto di meritocrazia".
Sui portieri soprattutto si opta spesso per gli under: perché?
"Il portiere è un ruolo dove difficilmente si cambia interprete, quindi per il minutaggio diventa una garanzia. Peccato, però, perché gli estremi difensori spesso maturano tra i 24 e i 29 anni, giocano poi più a lungo, e potrebbero rendere molto".
Sono questi, in estrema sintesi, gli ultimi mesi vissuti da Matteo Cincilla, che nell'ultima stagione, dopo anni brillanti a Renate, ha difeso i pali del Ravenna.
Il classe '94 è stato contattato dai microfoni di TuttoMercatoWeb.com.
Una situazione quasi paradossale la tua: come la stai vivendo?
"Sapevo che trovare squadra, specie dopo la situazione che ha dato la pandemia, sarebbe stata dura, ma non mi aspettavo di rimanere svincolato: certo, qualche contatto l'ho avuto, ma sono state solo parole. Quindi non mi resta che aspettare il mio momento, anche perché sono pronto: mi alleno tutti i giorni sul campo con un preparatore di portieri, e ho voglia di rimettermi in discussione".
La retrocessione con il Ravenna può aver inciso in questo tuo momento?
"Probabilmente si, l'esito del Ravenna ha inciso, ma il campionato è stato anomalo: non si sono giocate ben 11 gare, e si è ripartiti, dopo quattro mesi di inattività, dai playout. Due gare secche e ravvicinate, quando noi eravamo a -1 dalla salvezza diretta, che avremmo sicuramente conquistato perché eravamo una squadra forte. Ricordo poi che l'anno prima, a Renate, a 11 giornate dal termine eravamo retrocessi, all'ultima salvi senza neppure passare dai playout".
C'è stato poi il discorso legato alle liste...
"Le liste e il minutaggio hanno sempre inciso sui club, ora più che mai, la crisi economica post Covid-19 si sente: aprire le liste a soli due giorni dalla fine del mercato non è stato di aiuto, ormai le società avevano dato l'impronta al mercato, non era facile inserirsi. E' chiaro che è stata un'ulteriore batosta dopo il minutaggio, che continua a non essere utile ai giovani: ti ritrovi un anno a esser titolare perché giovane, quello successivo a stare a casa. Andrebbe ripristinato il concetto di meritocrazia".
Sui portieri soprattutto si opta spesso per gli under: perché?
"Il portiere è un ruolo dove difficilmente si cambia interprete, quindi per il minutaggio diventa una garanzia. Peccato, però, perché gli estremi difensori spesso maturano tra i 24 e i 29 anni, giocano poi più a lungo, e potrebbero rendere molto".
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