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TMW RADIO - Sella: "Grave l'atteggiamento della Roma. Col Napoli però li vedremo diversi"
Ezio Sella intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex attaccante e allenatore Ezio Sella è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, cominciando dalla brutta figura in terra norvegese della Roma: "Le dichiarazioni di Mourinho non sono state belle, ma in generale penso che sia stato sbagliato l'atteggiamento con cui la squadra ha affrontato la trasferta: non è che con i titolari dentro, poi, le cose siano cambiate... Non ho visto la tensione giusta, hanno sottovalutato l'avversario e questo è grave. Per avere una mentalità vincente devi sempre dare il massimo".
Non esiste più la periferia del calcio.
"Oggi a livello mondiale le squadre sono tutte preparate, e al nord Europa magari non avranno giocatori eccelsi ma sul piano collettivo, tattico e dell'organizzazione mettono chiunque in difficoltà. Se non vai pronto mentalmente, rischi di fare queste brutte figure. Un brutto passo falso: la mentalità vincente dovresti averla anche quando il giovedì affronti la Primavera. Quella è la cosa che più mi colpisce, la partita non è stata preparata bene".
Allora non è colpa della stampa, come diceva Pinto?
"Non è bello dire pubblicamente certe cose. Io ho lavorato con dei grandi allenatori che, quando le cose non gli andavano bene, salivano in sede per discuterne a quattr'occhi. Tranne poche squadre, non vedo rose eccelse: è normale viaggiare sui 14-15 giocatori. Se trasmetti il malessere e la poca fiducia in quei calciatori poi non ti danno il 100%, quando ne hai bisogno diventa un problema. Conta la gestione di tutti e venti, poi è naturale che ci siano quelli più o meno bravi".
Mayoral e Villar hanno perso l'occasione?
"Lo scorso anno hanno fatto bene, qualcosa di buono c'è. Giudicarli e bocciarli per una partita mi pare riduttivo...".
Avere Abraham e Shomurodov davanti ha tolto fiducia a Mayoral?
"Senza dubbio, ma è la società che deve affrontare questo problema. Immagino che lui e il suo procuratore abbiano chiesto, in fondo la scorsa stagione ha segnato 17 gol, non è venuto in vacanza. Importante stimolarli, questi giocatori, ma anche parlarci chiaro. Non va bene dire una cosa e farne un'altra, la situazione è gestita male se si pensa che da essere titolare è passato a non avere più spazio".
Domenica il Napoli. Che test sarà?
"Sono convinto che vedremo una Roma diversa, che preparerà la gara come si deve mentalmente, tatticamente e tecnicamente. Però non deve essere così, non devi trovare motivazioni solo contro i grandi avversari, ma anche col Bodo. E non parlo solo dei giocatori, ma di tutto l'ambiente".
Eppure Mourinho passa alla storia come motivatore.
"Hai tre competizioni e devi avere l'ambizione di arrivare più in alto possibile, se non vincerne qualcuna".
Un pensiero sulla vicenda Vlahovic?
"Mi dispiace perché sono affezionato alla Fiorentina e ho sempre difeso Vlahovic anche quando era nei momenti più difficili. Ecco perché mi aspettavo un minimo di riconoscenza da parte sua verso la società: se è esploso e diventato un attaccante così, lo deve all'ambiente di Firenze, al club, alle persone che hanno creduto in lui. Lo spirito di appartenenza non esiste più, e aggiungerei pure la riconoscenza... Non condivido il suo comportamento".
Non esiste più la periferia del calcio.
"Oggi a livello mondiale le squadre sono tutte preparate, e al nord Europa magari non avranno giocatori eccelsi ma sul piano collettivo, tattico e dell'organizzazione mettono chiunque in difficoltà. Se non vai pronto mentalmente, rischi di fare queste brutte figure. Un brutto passo falso: la mentalità vincente dovresti averla anche quando il giovedì affronti la Primavera. Quella è la cosa che più mi colpisce, la partita non è stata preparata bene".
Allora non è colpa della stampa, come diceva Pinto?
"Non è bello dire pubblicamente certe cose. Io ho lavorato con dei grandi allenatori che, quando le cose non gli andavano bene, salivano in sede per discuterne a quattr'occhi. Tranne poche squadre, non vedo rose eccelse: è normale viaggiare sui 14-15 giocatori. Se trasmetti il malessere e la poca fiducia in quei calciatori poi non ti danno il 100%, quando ne hai bisogno diventa un problema. Conta la gestione di tutti e venti, poi è naturale che ci siano quelli più o meno bravi".
Mayoral e Villar hanno perso l'occasione?
"Lo scorso anno hanno fatto bene, qualcosa di buono c'è. Giudicarli e bocciarli per una partita mi pare riduttivo...".
Avere Abraham e Shomurodov davanti ha tolto fiducia a Mayoral?
"Senza dubbio, ma è la società che deve affrontare questo problema. Immagino che lui e il suo procuratore abbiano chiesto, in fondo la scorsa stagione ha segnato 17 gol, non è venuto in vacanza. Importante stimolarli, questi giocatori, ma anche parlarci chiaro. Non va bene dire una cosa e farne un'altra, la situazione è gestita male se si pensa che da essere titolare è passato a non avere più spazio".
Domenica il Napoli. Che test sarà?
"Sono convinto che vedremo una Roma diversa, che preparerà la gara come si deve mentalmente, tatticamente e tecnicamente. Però non deve essere così, non devi trovare motivazioni solo contro i grandi avversari, ma anche col Bodo. E non parlo solo dei giocatori, ma di tutto l'ambiente".
Eppure Mourinho passa alla storia come motivatore.
"Hai tre competizioni e devi avere l'ambizione di arrivare più in alto possibile, se non vincerne qualcuna".
Un pensiero sulla vicenda Vlahovic?
"Mi dispiace perché sono affezionato alla Fiorentina e ho sempre difeso Vlahovic anche quando era nei momenti più difficili. Ecco perché mi aspettavo un minimo di riconoscenza da parte sua verso la società: se è esploso e diventato un attaccante così, lo deve all'ambiente di Firenze, al club, alle persone che hanno creduto in lui. Lo spirito di appartenenza non esiste più, e aggiungerei pure la riconoscenza... Non condivido il suo comportamento".
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