
Ranieri: "Milan? Non è riuscito ad essere squadra. Lascio un gruppo solido e unito"
La Roma vince all'Olimpico 3 a 1 contro il Milan, in una gara al cardiopalma. A commentare il successo il tecnico giallorosso, Claudio Ranieri. Segui su TMW la diretta testuale.
23.56 - Inizia la conferenza stampa
Ci racconta le sue emozioni all'ultima come allenatore all'Olimpico...
"Sono state emozioni fortissime. Ho fatto questo mestiere per le emozioni che il calcio riesce a dare. Sia in positivo che in negativo. Questa serata sarà da incorniciare per l'affetto e l'amore che i tifosi mi hanno dedicato. Sono contento che i ragazzi non hanno mai mollato. Hanno saputo comprendere il mio linguaggio. Poche volte ho alzato la voce e la dice lunga sull'intelligenza dello spogliatoio".
Cosa ne pensa della corsa per un posto in Champions che è ancora apertissima?
"E' un fatto bello e sportivo. Finché non è finita dobbiamo lottare e uscire dal campo consapevoli che abbiamo fatto e dato tutto. Stasera se entriamo nell'ambito partita abbiamo iniziato bene, trovando subito il gol. Dopo l'espulsione ci siamo rilassati e abbiamo pensato 'tanto è facile'. I giocatori del Milan hanno una qualità indescrivibile. Sono i più forti e forse non sono riusciti ad essere squadra. Quando giocano di gruppo hanno una grandissima qualità. Noi nel primo tempo non abbiamo sfruttato l'uomo in meno".
Cosa lo ha convinto a far giocare Saelemaekers e Paredes?
"Avevo bisogno di un filtro davanti alla difesa e di due mezze ali che mi facessero da incursori e non da valletti a Paredes. Ho chiesto a Paredes e Konè di allungare e andare sulle linee. E' rientrato Paredes perchè avevamo bisogno di gestire la palla dietro. Sapevamo di poter far giocare palla velocemente. Saelemakers? L'ho visto ispirato a Bergamo e visto che giocava con la sua ex squadra ho detto farà una grande partita e così è stato".
La certezza dell'Europa, che Roma lascia?
"Un gruppo solido. Giocatori che si allenano a mille all'ora. Dal riscaldamento sono tutti pronti e reattivi. Riescono a convivere bene l'uno con l'altro. Mai una discussione, mai nulla. Chi arriverà, arriverà e può fare molto bene".
E' questa la serata più bella della sua carriera?
"Quello che ho vissuto qua a Roma è una cosa incredibile. Datemi il tempo di capire quello che è successo. Ve lo dirò tra un paio di giorni".
Qual'è il segreto di un allenatore che fa anche il manager?
"Non lo so. Io cerco di entrare in sintonia con la squadra. Pur parlando poco credo nel dialogo e nel rispetto reciproco. Io parlo in faccia e non ho paura di dire le cose. Non ho mai rimproverato un mio giocatore. Gli ho sempre fatto vedere gli errori. Da lì si migliora. Io cerco di tirare fuori il meglio da tutti. Voglio che i giocatori vengano col sorriso sulle labbra in allenamento. Io sono sempre stato così. I fatti mi hanno dato ragione. Io non sono stato un gran giocatore, ma mi sono sempre immedesimato nel giocatore che sente quello che dice il mister".
Le mancheranno tutte queste emozioni da allenatore?
"Credo di sì, ma è giusto dire basta, per il bene della Roma. Sì, posso restare ma no. Con me la Roma perderebbe un anno. E da tifoso questo non me lo perdonerei".
00.08 - Finisce la conferenza stampa
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Ci racconta le sue emozioni all'ultima come allenatore all'Olimpico...
"Sono state emozioni fortissime. Ho fatto questo mestiere per le emozioni che il calcio riesce a dare. Sia in positivo che in negativo. Questa serata sarà da incorniciare per l'affetto e l'amore che i tifosi mi hanno dedicato. Sono contento che i ragazzi non hanno mai mollato. Hanno saputo comprendere il mio linguaggio. Poche volte ho alzato la voce e la dice lunga sull'intelligenza dello spogliatoio".
Cosa ne pensa della corsa per un posto in Champions che è ancora apertissima?
"E' un fatto bello e sportivo. Finché non è finita dobbiamo lottare e uscire dal campo consapevoli che abbiamo fatto e dato tutto. Stasera se entriamo nell'ambito partita abbiamo iniziato bene, trovando subito il gol. Dopo l'espulsione ci siamo rilassati e abbiamo pensato 'tanto è facile'. I giocatori del Milan hanno una qualità indescrivibile. Sono i più forti e forse non sono riusciti ad essere squadra. Quando giocano di gruppo hanno una grandissima qualità. Noi nel primo tempo non abbiamo sfruttato l'uomo in meno".
Cosa lo ha convinto a far giocare Saelemaekers e Paredes?
"Avevo bisogno di un filtro davanti alla difesa e di due mezze ali che mi facessero da incursori e non da valletti a Paredes. Ho chiesto a Paredes e Konè di allungare e andare sulle linee. E' rientrato Paredes perchè avevamo bisogno di gestire la palla dietro. Sapevamo di poter far giocare palla velocemente. Saelemakers? L'ho visto ispirato a Bergamo e visto che giocava con la sua ex squadra ho detto farà una grande partita e così è stato".
La certezza dell'Europa, che Roma lascia?
"Un gruppo solido. Giocatori che si allenano a mille all'ora. Dal riscaldamento sono tutti pronti e reattivi. Riescono a convivere bene l'uno con l'altro. Mai una discussione, mai nulla. Chi arriverà, arriverà e può fare molto bene".
E' questa la serata più bella della sua carriera?
"Quello che ho vissuto qua a Roma è una cosa incredibile. Datemi il tempo di capire quello che è successo. Ve lo dirò tra un paio di giorni".
Qual'è il segreto di un allenatore che fa anche il manager?
"Non lo so. Io cerco di entrare in sintonia con la squadra. Pur parlando poco credo nel dialogo e nel rispetto reciproco. Io parlo in faccia e non ho paura di dire le cose. Non ho mai rimproverato un mio giocatore. Gli ho sempre fatto vedere gli errori. Da lì si migliora. Io cerco di tirare fuori il meglio da tutti. Voglio che i giocatori vengano col sorriso sulle labbra in allenamento. Io sono sempre stato così. I fatti mi hanno dato ragione. Io non sono stato un gran giocatore, ma mi sono sempre immedesimato nel giocatore che sente quello che dice il mister".
Le mancheranno tutte queste emozioni da allenatore?
"Credo di sì, ma è giusto dire basta, per il bene della Roma. Sì, posso restare ma no. Con me la Roma perderebbe un anno. E da tifoso questo non me lo perdonerei".
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