
L'ambizione e la spinta di Gasperini
“Gli allenatori vogliono sempre le cose fatte, perché sennò la preparazione che la facciamo a fare se mezza squadra va via? Questo riguarda tutti, ma di fatto è così. Io spero che quello che abbiamo nella testa si possa realizzare”. Così Gian Piero Gasperini al termine dell’amichevole contro il Kaiserslautern. Pochi giorni prima, il tecnico giallorosso aveva ammesso che la Roma fosse un “pochino indietro”.
L'AMBIZIONE - Non c’era, ovviamente, voglia di polemizzare con il DS Frederic Massara, che sta cercando di fare lo slalom tra i tanti paletti imposti dal FFP. Gasperini, però, intanto un messaggio ai naviganti l’ha mandato. Un po’ come fa Mourinho, come fa Conte, come fanno gli allenatori ambiziosi che non si vogliono accontentare, non si accontentano e lo dicono pubblicamente. Sono quegli allenatori che costringono tutti, nell’ambiente, a fare un passetto in avanti, un salto di qualità, uno sforzo in più per crescere e migliorare. D’altronde, senza questa spinta Gasperini non avrebbe mai compiuto il miracolo con l’Atalanta, portando a vincere l’Europa League una squadra abituata a lottare per la salvezza. Qualcosa che rimarrà impresso e stampato nella storia.
Questa voglia di uscire dalla comfort zone, questa voglia di fare bene, di non volersi adagiare è positiva, è la spinta che serve all’ambiente per ripartire dopo la surreale stagione passata. Gasperini può rappresentare la sveglia necessaria, l’ambizione per fare tutti un passo in avanti e ripartire in maniera questa volta strutturata e continuativa. Si spera, almeno





