
Candela: "Con Zeman ho litigato molto ma mi ha insegnato il senso del sacrificio. Cafu inarrestabile, ma ogni tanto si dimenticava di difendere"
Vincent Candela ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le dichiarazioni dell'ex giocatore francese:
Lei ha giocato con Totti e Zidane, i due numeri 10 più straordinari della loro epoca. Li fotografi.
“Premessa: sono due amici. Francesco aveva una velocità di pensiero strabiliante, un dono di Dio. Ci capivamo al volo: prima ancora che gli arrivasse il pallone, dalla postura del corpo, sapevo dove avrebbe calciato. Forse avrebbe meritato il Pallone d’Oro, all’inizio del 2000, tra l’Europeo con l’Italia – che perse contro di noi in finale – e lo scudetto con la Roma. Calciava con una facilità unica e segnava molto, più di Zidane. Zizou? È stato il Calcio. Credo sia stato il calciatore più elegante mai visto sulla faccia della terra. Aveva il fisico di un gladiatore, ma si muoveva come un ballerino”.
Con Zeman lei litigava un giorno sì e l’altro pure.
(Ride) “Ho litigato con tutti, ma con Zeman di più. Ero giovane: non capivo i gradoni, le corse senza il pallone. Ma ho stima nei suoi confronti, è stato un grande allenatore. E mi ha insegnato il senso del sacrificio, la disciplina”.
La Roma non ha più avuto una coppia di terzini come Cafu e Candela.
Due campioni del mondo, mica facile. Cafu è stato il più grande terzino destro del mondo nella storia del calcio recente. lo no, però la mia parte l’ho sempre fatta. Quando attaccava Cafu era irresistibile, diciamo che ogni tanto si dimenticava di difendere”.







