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Roma, le prime parole di Wesley: "Essere qui un sogno. Voglio l'Europa League e Champions"

Roma, le prime parole di Wesley: "Essere qui un sogno. Voglio l'Europa League e Champions"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 12:15Serie A
di Niccolò Righi

Dopo una lunga trattativa che ha segnato questo inizio di mercato della Roma, Wesley è diventato finalmente un nuovo giocatore giallorosso. L'esterno brasiliano classe 2003 è arrivato dal Falmengo a titolo definitivo per circa 30 milioni di euro, bonus inclusi. Oggi ha parlato ai microfoni del club capitolino, iniziando dai primi giorni in Italia: "Sono molto felice, anche per l'accoglienza dei tifosi ricevuta in aeroporto. Mi hanno dimostrato affetto, erano le 06:00 del mattino e c'erano 100 persone ad attendermi: ne sono felice. Il centro sportivo è meraviglioso, non vedo l'ora di vedere anche lo stadio".

Quali sono i suoi sogni?
"Spero di vincere l'Europa League e di conquistare un posto in Champions League. Sarebbe un sogno".

Quanto è stato difficile lasciare il Brasile
"È stato molto difficile lasciare il Brasile, ma venire in Europa è sempre stato un mio sogno. Ora sono in un grande club come la Roma, sono felicissimo e sento la responsabilità. Sceglierei ancora di lasciare il Brasile per venire qui".

Si è fatto un'idea su Gasperini?
"È un allenatore eccellente, non vedo l’ora di conoscerlo e di parlare con lui. Lui sa qual è il mio modo di giocare".

Quali sono le sue caratteristiche?
"Sono un calciatore molto offensivo, devo lavorare molto e devo ancora crescere sotto molti aspetti. Mi piace giocare largo, posso giocare sia in una linea a 4 che in un 3-4-3, sempre giocando largo. Come dico sempre, riuscendo a fare bene la fase offensiva di conseguenza posso fare bene anche quella difensiva, e viceversa. Per questo spero di offrire un buon contributo".

Quando hai iniziato a giocare seriamente a calcio?
"Ho iniziato a giocare a calcio tardi, nel 2017, quando ho iniziato a provarci seriamente nelle giovanili. Gioco da quando avevo 8 anni, ma ho iniziato a provare a diventare un professionista intorno al 2017-18. È in quel periodo che ho iniziato a fare provini e non li ho superati per 4-5 volte, al Figueirense e al Tubarão. Alla fine ho superato il provino con il Figueirense, ma il club non era in buone condizioni dal punto di vista finanziario. Per cui venni informato che, se avessi trovato un’opzione migliore, avrei dovuto avvisare il club, che mi avrebbe lasciato libero. In quel momento il Tubarão stava crescendo, per cui parlai con i miei procuratori e passai al Tubarão nel 2019, ma poco dopo arrivò il Covid. In quel momento pensai di smettere di giocare e di cominciare a lavorare. Iniziai a lavorare con mia mamma e con mia sorella, in un ristorante dove mia mamma era chef. Là lavoravo come parcheggiatore. Nel momento in cui avevo provato a diventare un professionista, tutto era andato storto, anche a causa del Covid, per cui pensavo che il calcio non fosse nel mio destino. Mia sorella continuava a mandarmi messaggi, su Instagram. Erano dei testi motivazionali, voleva spingermi a riprendere con il calcio. Alla fine del 2020 decisi di tornare a giocare dopo un anno di stop, in cui non mi ero mai allenato. Il Tubarão mi contattò chiedendomi se fossi disposto a giocare 5 partite con loro. Io accettai, visto che non stavo facendo nulla. Contattai il mio procuratore, gli dissi che volevo tornare a giocare e lui mi disse che poteva essere una buona opportunità. Di queste 5 partite nel 2021 ne disputai 3, registrai un video e il mio procuratore lo mandò a tutti i suoi amici. Da quel momento cominciarono a contattarmi per fare provini, poi arrivò la chiamata del Flamengo, sempre nel 2021".

Perché il numero 43?
"Il 43 è il numero che indossava un grande giocatore come Dejan Petković, ma quando arrivi in prima squadra dalle giovanili non scegli il numero, è il Flamengo che estrae a sorte e te ne assegna uno. Il mio primo numero è stato il 46, ma l’anno successivo sono passato al 43. Dopo aver preso il 43 ho iniziato a crescere costantemente, per cui ho continuato a usarlo e ce l’ho persino tatuato sul collo e sulla gamba, insieme a un simbolo della fortuna. Per me è un numero portafortuna".

Ha sentito già qualcuno?
"Paulo mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa. Quando l’ho letto ho fatto un salto e ho iniziato a gridare in giro per casa, a mia moglie: “Dybala mi ha mandato un messaggio!”. Lui è un campione, sono un suo grande fan. Ho parlato con lui, mi ha detto di scrivergli in caso di bisogno al mio arrivo. L’ho ringraziato".

Cosa vuole dire ai tifosi?
"In Brasile si usa molto il termine “pazzi appassionati”, la tifoseria della Roma mi ricorda molto quella del Flamengo. I tifosi hanno una grandissima passione e oggi l’ho visto in aeroporto, ripeto, alle 6 e 10 di domenica mattina. C’era così tanta gente, gente che ama tanto questo club e che vuole il meglio per questo club. Per questo il messaggio che posso mandare ai tifosi della Roma è che darò sempre il massimo. Quando non ci arriverò con la qualità, ci metterò la voglia e la corsa, è questo che ho imparato. Forza Roma!".

Sugli ex brasiliani della Roma
"È un onore indossare la maglia che hanno indossato questi giocatori. Gente come Cafu e Maicon è fonte di ispirazione per me, per cui sono molto felice di vestire questa maglia e spero che un giorno qualcuno possa ispirarsi anche a me".

A chi vuoi dedicare questo traguardo?
"Prima di tutto ringrazio Dio, per l’opportunità che mi sta dando di realizzare un sogno. Ringrazio anche la mia famiglia, mia moglie, mia figlia, tutti i miei amici, i miei compagni, mia madre, anche lei è molto importante. Ringrazio inoltre la Roma, che sta facendo tutto questo per me. Sto realizzando un sogno che avevo fin da bambino e che ha ogni calciatore, quello di giocare in Europa. Per cui ringrazio tutti dal profondo del cuore, a partire dal presidente, che ha lottato per acquistarmi. Oggi sono qui e sono molto felice. Daje Roma!".

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