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Bove: "L'obiettivo è tornare a giocare, non so dove o quando ma succederà presto". VIDEO!TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:32Primo piano
di Benedetta Uccheddu
per Vocegiallorossa.it

Bove: "L'obiettivo è tornare a giocare, non so dove o quando ma succederà presto". VIDEO!

Edoardo Bove ha parlato a margine dell'evento della presentazione della legge "Bove". Queste le parole del centrocampista:

Non sapevi che cosa fosse il primo soccorso. Quanto è importante per la formazione, anche per i giovani atleti, sia professionisti che non?
«Sì, io sapevo cosa fosse e magari non gli davo questa importanza, perché nelle società di calcio vengono molte associazioni a fare corsi di primo soccorso. Però questo accada solo tra i professionisti. Il problema è che noi dobbiamo combattere la disinformazione nei luoghi in cui non siamo tutelati: quindi nel dilettantismo, per strada, nei condomini… mi vengono in mente moltissimi esempi. Forse prima che mi accadesse questo episodio non ero così preparato, però adesso ci sto provando. E quella è la strada giusta».

Ci racconteresti anche un po’ il punto della situazione sulle tue condizioni? A cosa stai pensando in questo momento?
«Sì sì, assolutamente. Sto pensando ad allenarmi, perché per me lo sport è molto importante e la mia condizione fisica sta migliorando. Sono contento di come procede e l’obiettivo è tornare a giocare e farlo il prima possibile non mi precludo niente, non so dirvi dove e quando ma credo che accadrà presto, sono contento di questo.  Quindi sì, sono contento anche dal punto di vista sportivo. Poi naturalmente siamo tutti qui per un altro motivo, però anche lo sport è legato al primo soccorso, perché tanti ragazzi che sono venuti a mancare erano sportivi: erano ragazzi che praticavano sport, che andavano a tirare due calci al pallone o a fare palestra e poi magari non sono tornati a casa. Quindi sono molto sensibile riguardo a questo.

La legge è l’inizio di un lavoro da fare insieme. Ti emozionava quasi il peso di prenderti la responsabilità di dare voce a tutti quelli che hanno sofferto la situazione, anche ai soccorritori, e di prenderti un merito che dicevi di non avere?
«Sì, assolutamente. Il mio episodio è avvenuto in un campo di Serie A, con la massima tutela, in condizioni di sicurezza che non sono reali, perché quando camminiamo per strada non abbiamo un’ambulanza a bordo campo. Quindi la mia emozione è dovuta al fatto che, a livello pratico, magari ancora non mi sono speso così tanto come fanno le associazioni, le fondazioni e tutti coloro che gratuitamente promuovono l’animazione sul posto e fanno svolgere volontariamente questi corsi nelle scuole e nelle società sportive. A livello pratico forse ancora non ho fatto quanto loro, però sono davvero orgoglioso di poter mettere il mio nome, perché so l’importanza di essere un testimonial per quanto riguarda questa legge. Il collegamento è diretto rispetto a quello che è successo, quindi sì, è un motivo di orgoglio».