Carboni, Garnacho e i loro fratelli. L'Argentina ha vinto in Qatar ma pensa già al futuro

L'Argentina campione del Mondo scenderà in campo il 23 e il 28 marzo, contro Panama e Curaçao; saranno giorni di festa, in cui i tifosi potranno rendere omaggio alla Scaloneta, che ha riportato il titolo nel Paese sudamericano dopo 36 lunghi anni. Sono 35 i giocatori convocati dal CT Scaloni, appena confermato alla guida della Seleccion; tra questi c'è ovviamente il capitano, Lionel Messi, insieme a tutti gli altri 25 protagonisti della trionfale cavalcata in Qatar. Ma ci sono anche ben nove novità.

Valentin Carboni e i giovani della Premier - Gli "italiani" sono sei: Nehuen Perez (Udinese), Angel Di Maria (Juventus), Paulo Dybala (Roma), Lautaro Martinez (Inter), Nicolas Gonzalez (Fiorentina) e Valentin Carboni (Inter). Quest'ultimo era già stato convocato un anno fa, per le sfide contro Venezuela ed Ecuador; uno stage formativo importante, che gli è servito per farsi notare. Scaloni lo ha continuato a seguire anche in questa stagione, dove il trequartista classe 2005 ha impressionato in Primavera e Youth League, meritandosi anche le prime presenze in campionato (4, tutte per pochi minuti) e Champions League (un quarto d'ora a Monaco contro il Bayern). Di spazio ne avrà sempre di più, perché il talento c'è e anche la voglia di farsi strada.

Quella stessa voglia che hanno anche i ragazzini terribili della Premier League: Maximo Perrone, Facundo Buonanotte e Alejandro Garnacho sono tre profili che potranno fare molto comodo all'Argentina in vista del Mondiale 2026. Classe 2003 il primo, centrocampista di proprietà del Manchester City che ha esordito di recente in campionato ed FA Cup; stesso discorso per il 18enne fantasista del Brighton, che Roberto De Zerbi sta svezzando dopo averlo ingaggiato per 6 milioni dal Rosario Central. Più avanti, invece, l'esterno offensivo del Manchester United: arrivato nel 2020, il classe 2004 ha bruciato le tappe e in questa stagione si sta ritagliando un ruolo importante nella squadra di Erik ten Hag. Un diamante grezzo che Cristiano Ronaldo aveva coccolato, e che ora sogna di ripercorrerne le orme, magari indossando la mitica numero 7 dei Red Devils. Ventisette presenze, quattro reti e cinque assist nonostante parta quasi sempre dalla panchina: un'arma letale, presto diventerà intoccabile.