
Finalmente calciatori che lottano per la maglia, ma a centrocampo la coperta è corta
7000. 5300. 12300. 50000. Non stiamo dando i numeri - nel vero senso della parola - ma stiamo semplicemente snocciolando le statistiche che riguardano la tifoseria granata. 7000 biglietti già venduti per il derby di domenica pomeriggio, 5300 abbonati, 50000 spettatori in totale nelle gare a porte aperte. Insomma, passano gli anni, cambiano le categorie - al ribasso - ma lo zoccolo duro continua a sostenere con amore incondizionato la squadra del cuore. Mai ci saremmo aspettati un Arechi così trascinante nonostante il biennio peggiore della storia granata e un mercato al risparmio che ha regalato tanti discreti giocatori, ma pochissimi elementi in grado di fare la differenza. Costavano forse troppo? Il nostro appello va al tandem Iervolino-Milan, accolto con i tappeti rossi ancor prima di essere visto all'opera e capace di fiutare l'affare prendendo la Salernitana in A per una cifra ben inferiore al reale valore. Ecco la riflessione che vogliamo condividere con chi è a capo della nostra squadra del cuore. Salerno non ha mai contestato, non è mai andata oltre qualche striscione, non ha rivolto cori offensivi, ha garantito mediamente 15mila spettatori nell'ultimo campionato di A e in quello terribile in B archiviando con sportività, civiltà e senso d'appartenenza una delusione cocente come poche dal 1919 ad oggi.
Quando si metteranno una mano sulla coscienza - sportivamente parlando - e renderanno conto al pubblico degli errori che hanno commesso e delle promesse non mantenute? Nemmeno 15mila spettatori domenica pomeriggio per un derby del quale nessuno sentiva la mancanza bastano per capire che questa piazza merita di tornare a calcare palcoscenici più prestigiosi senza ridare fiato a realtà che ci potevano guardare solo col binocolo e che invece hanno addirittura la facoltà di sfotterci? Con l'auspicio di sbagliare ci sentiamo di dire che nemmeno quest'anno sia stata allestita una corazzata, quello che sarebbe stato un obbligo morale dopo aver incassato negli ultimi anni decine e decine di milioni tra diritti tv, paracadute, cessioni, botteghino e sponsorizzazioni. Davvero Salerno, che con Sousa si era proiettata in una dimensione interessantissima prima del dietrofront e dei vari Liverani, Ikwuemesi, De Sanctis, Petrachi, Valentini e Stewart, non poteva ambire a qualcosa di meglio dei difensori attuali, di un Primavera del Sassuolo che ha atteso 20 giorni in albergo perchè bisognava prima cedere Njoh e di un centrocampo che, con l'infortunio di De Boer, potrà contare su appena tre elementi di categoria e d'esperienza? E quando si deciderà di andare sotto la curva a chiedere scusa o, almeno, a dire grazie a chi costituisce da sempre l'anima e la forza della Salernitana?
Perchè nessuna piazza in Italia avrebbe accantonato così repentinamente il doppio salto all'indietro, vissuto a tratti con una incomprensibile e spaventosa indifferenza. C'è una fetta di pubblico che non pecca di memoria corta e che, con coerenza, ha deciso di restare a casa fino a quando non ci sarà un cambio ai vertici societari. A meno che non ci portino dove ci hanno preso, il minimo sindacale. Poi c'è uno zoccolo duro di "malati" che non riescono a vivere senza la Salernitane e loro, più di tutti, meriterebbero considerazione e spiegazioni. Due anni fa ci apprestavamo ad ospitare Napoli e Inter, con Ribery, Candreva, Ochoa, Sousa e Inzaghi col cavalluccio marino sul petto e una proprietà carica d'entusiasmo che prospettava l'Europa. Oggi, invece, fatichiamo ad entusiasmarci per il "colpaccio" a Giugliano e per la "rimonta da brividi" col Sorrento, pur apprezzando un gruppo di giocatori che non merita di pagare l'insofferenza derivante dal passato e che sta onorando la maglia più di quella gente per la quale ogni termine dispregiativo sarebbe un eufemismo. Milan e Iervolino hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare, ma il tempo dà sempre una seconda opportunità. A patto che si voglia vincere per davvero. Cosa che, nel mercato estivo, non hanno dimostrato. E intanto strappiamo i biglietti aerei per andare in trasferta: grazie a loro basterà prendere il bus di linea.







