13mila spettatori e super scenografia: Iervolino, la gente merita di più. Il cuore compensa lacune evidenti
Settimana dopo settimana il rettangolo verde emette verdetti che ci consentono di dare valore alle tesi che abbiamo espresso in tempi non sospetti. La Salernitana, al netto di un gioco non brillante e dei soliti svarioni difensivi, ha un cuore enorme, un gruppo unito e qualche individualità di spicco e, andando ben oltre le reali potenzialità di un organico da rinforzare a gennaio, si riporta in vetta alla classifica scavalcando il Catania e allungando a +3 su un Benevento implacabile tra le mura amiche, ma molto sofferente in campo esterno. Il fattore Arechi ancora una volta è determinante per la Bersagliera, accolta da una coreografia che non si vede quasi mai a questi livelli.
Prenda nota il presidente Iervolino. Quasi 14mila spettatori, una scenografia da brividi, un tifo incessante e quella festa finale sotto la Sud che sancisce il binomio ormai imprescindibile tra squadra e dodicesimo uomo. Queste gente, dopo due retrocessioni di fila e una marea di errori e promesse non mantenute (anche dall'AD Milan), sta dando una lezione di passione, appartenenza e sportività a tutti e, nel mercato di riparazione, sarebbe obbligo morale mettere mano al portafoglio e far lavorare Faggiano senza paletti di alcun genere. Servono come il pane, infatti, un difensore centrale, un esterno destro e almeno un centrocampista. A Latina, con De Boer e Capomaggio out (i tanti gialli ingenui fanno capire perchè questo ragazzo non abbia ancora mai fatto la B), riemergerà un problema che era chiaro già a fine agosto e che si ripresenterà prepotentemente in una gara che rivedrà il pubblico al fianco della squadra.
Tornando alla gara con la Casertana, possiamo dire sia stata la classica gara di C in cui l'avversario ha fatto la proverbiale partita della vita lottando con ostruzionismo e cattiveria agonistica e pagando, alla lunga, la superiorità tecnica della Salernitana. Bella l'azione del primo gol, finalmente una rete su calcio d'angolo in occasione del 2-0 firmato da un Golemic migliore in campo e, stavolta, discretamente supportato da Matino e Anastasio. Menzione anche per Liguori, che ha trasformato rapidamente lo scetticismo in approvazione, e per Tascone, in costante crescita di condizione fisica.
Peccato, dicevamo, per i continui errori difensivi. Troppe le reti incassate, un dato che fa riflettere e che rischia di incidere sulla corsa promozione diretta che non può non contemplare anche quel Cosenza che, sulla carta, ha una rosa pari a quella dei granata. Per ora, però, godiamoci la vetta. Per com'è nata la stagione e per la reale forza della squadra è un mezzo miracolo sportivo.






