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Ferrero: "Giocatori non vogliono capire che è cambiata un'epoca, non solo il calcio"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 1 dicembre 2020, 08:34Primo Piano
di Lidia Vivaldi
per Sampdorianews.net

Ferrero: "Giocatori non vogliono capire che è cambiata un'epoca, non solo il calcio"

Ospite della trasmissione di Italia1 Tiki Taka, il Presidente Massimo Ferrero ha commentato alcuni degli argomenti più discussi dai molti opinionisti presenti in studio, a partire dal momento della Juve: "Pirlo è un grande campione, la Juventus è uno dei club più sani della Serie A e senza la Juventus non ci sarebbe un campionato. Date tempo alla Juventus e date tempo a Pirlo. Ci sono squadre in cui gli acquisti li decidono i direttori sportivi perché conoscono il gioco dell'allenatore."

"Il Milan? Lo incontriamo domenica, e mi auguro che vadano via tutti sudati, non perché hanno corso tanto, ma perché gli faremo due golletti e li manderemo a casa. Penso sia prematuro parlare di Scudetto al Milan, per me vincerà la Juve. Siamo solo alla 9° giornata, vi ricordate la scorsa settimana? Si parlava di Sassuolo... Ho ragione io quando dico che una settimana siamo minchioni, e una settimana siamo baroni."

E' soddisfatto della prestazione della Samp a Torino? "Del primo tempo no. Abbiamo fatto delle grandi parate, Audero "stranamente" (ride, n.d.r.) ha parato tutto. Il Torino ha avuto fortuna."

Sul momento molto difficile a livello economico che il calcio sta attraversando: "Viviamo tutti un momento molto difficile. Non voglio fare retorica perché sono cose già dette, ma a noi, al calcio, lo Stato non dà niente, per colpa delle cifre che girano. Da una parte la gente non arriva a fine mese e, per chi prende 1000 euro, sentire che un calciatore prende un milione fa rodere... Gli stipendi li abbiamo pagati tutti, noi abbiamo pagato tutto quanto. Siamo un po' in sofferenza, io sono il più penalizzato perché opero in due settori, il cinema, dove ho tutte le sale chiuse, e il calcio, però in qualche modo mettiamo le mani in tasca e andiamo avanti, augurandoci che il governo ci venga incontro. Il calcio è la terza industria italiana, paghiamo le tasse, e chiediamo rispetto."

In che modo potrebbe aiutarvi lo Stato? "Ci hanno spostato i contributi a 3 mesi, ma mi sembra una barzelletta perché tra 3 mesi sarà uguale. Per ora le squadre hanno risparmiato diversi milioni di Irpef. Io ai miei ragazzi non ho levato un euro lo scorso campionato, ho pagato tutti gli stipendi e non devo niente a nessuno, molte società sono in regola. Vogliamo essere trattati come aziende."

La crisi del calcio si trascina da molto tempo. Si possono tagliare gli ingaggi dei giocatori? "Il problema è a monte. Vogliamo parlare degli allenatori? Dei procuratori? E' un sistema che ho trovato da quando sono entrato nel calcio. E' normale che se io vendo un calciatore a una squadra di pari livello o superiore, lui dice che non ci andrà? Andrebbe rivisto tutto. I giocatori non vogliono capire che è cambiata un'epoca, non solo il mondo del calcio. Adesso i ragazzini fanno 3 gol e si sentono campioni".