
Brescia, Cellino: "Sono una vittima, non un truffatore. Mi sono fidato del commercialista"
“Sono stato una vittima, non ho mai truffato nessuno. Casomai sono stato io a essere raggirato”. Il presidente del Brescia, club al centro delle vicende calcistiche in Serie B con la probabile penalizzazione in arrivo per il pagamento delle trattenute Irpef e Inps con crediti d’imposta poi risultati inesistenti a febbraio che porterà alla riscrittura della classifica, Massimo Cellino parla così in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera in edicola dando la sua versione della vicenda: “Sono tornato in Italia il 16 febbraio e mi informano che il responsabile finanziario Luigi Micheli si è dimesso, poi scoprirò anche che mi ha rubato dei soldi. Il giorno seguente, il 17, è la data indicata per il pagamento degli stipendi dei giocatori relativi al trimestre novembre-gennaio. Quindi mi rivolgo al commercialista. - prosegue Cellino - Parliamo dello Studio Associato Gamba di Brescia che ci offre consulenza da oltre sei anni e si occupa regolarmente delle buste paga e dei nostri F24. Lui mi ha suggerito di affidarmi al Gruppo Alfieri spv per il versamento dei contributi attraverso la compravendita legale dei crediti di imposta. Mi fanno passare per truffaldino, come se io conoscessi questo Alfieri. Ma chi lo aveva mai sentito nominare prima? Mi sono fidato”.
Cellino poi conferma di essersi affidato a questo gruppo, chiedendo in totale 2,2 milioni di crediti d’imposta, non solo per la scadenza di febbraio, ma anche per quelle di marzo e aprile per pagare gli stipendi, sottolineando come il commercialista lo abbia rassicurato sulla società di Alfieri “dicendo che quel gruppo faceva tante operazioni anche con aziende importanti e ci avrebbe fatto risparmiare il 23%”.
Il perché tutto questo è uscito alla scoperto solo a maggio con la stagione regolare già terminata però Cellino non se lo spiega: “Come mai l’Agenzia delle Entrate non si è accorta prima? E questi sapientoni della Covisoc perché non ci hanno messo in guardia per tempo? Mi fa rabbia perché in 36 anni di calcio non ho mai ricevuto una sanzione per un ritardo di pagamento e anche quando il pallone è stato spazzato via da Calciopoli sono uno dei pochi ad essere rimasto in piedi”.
In chiusura Cellino conferma la volontà di vendere nel più breve tempo possibile, anche se la vicenda in cui è coinvolto il club rende le cose più complicate vista l'incertezza sul campionato in cui giocherà il Brescia nella prossima stagione, spiegando di non "voler restare più in questo calcio".
Cellino poi conferma di essersi affidato a questo gruppo, chiedendo in totale 2,2 milioni di crediti d’imposta, non solo per la scadenza di febbraio, ma anche per quelle di marzo e aprile per pagare gli stipendi, sottolineando come il commercialista lo abbia rassicurato sulla società di Alfieri “dicendo che quel gruppo faceva tante operazioni anche con aziende importanti e ci avrebbe fatto risparmiare il 23%”.
Il perché tutto questo è uscito alla scoperto solo a maggio con la stagione regolare già terminata però Cellino non se lo spiega: “Come mai l’Agenzia delle Entrate non si è accorta prima? E questi sapientoni della Covisoc perché non ci hanno messo in guardia per tempo? Mi fa rabbia perché in 36 anni di calcio non ho mai ricevuto una sanzione per un ritardo di pagamento e anche quando il pallone è stato spazzato via da Calciopoli sono uno dei pochi ad essere rimasto in piedi”.
In chiusura Cellino conferma la volontà di vendere nel più breve tempo possibile, anche se la vicenda in cui è coinvolto il club rende le cose più complicate vista l'incertezza sul campionato in cui giocherà il Brescia nella prossima stagione, spiegando di non "voler restare più in questo calcio".
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