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Foti dalla Roma di Mourinho a quella di Gasp: "Champions possibile se una big cade"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 14:45Serie A
di Daniele Najjar

Foti dalla Roma di Mourinho a quella di Gasp: "Champions possibile se una big cade"

L'allenatore Salvatore Foti, che nelle ultime tre stagioni e mezza ha lavorato al fianco di José Mourinho prima alla Roma e poi al Fenerbahce, è intervenuto in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com per parlarci del suo percorso e anche del nuovo campionato da poco iniziato. Non si è mai fermato negli ultimi anni, ma le manca già allenare? "Ci riflettevo giusto oggi: all'inizio fa piacere pensare di staccare un po', ma poi diventa subito dura, perché inizia a mancare la quotidianità come normale che sia per chi ha il calcio dentro". Ha qualcosa in mente per il prossimo futuro? "Come sapete sono stato vicino alla Sampdoria, poi si è presa un'altra strada. Sono contento di aver intrapreso questa via, per allenare da solo. Poi nel calcio soprattutto per un giovane come me bisogna che diversi fattori combacino per avere l'opportunità di cominciare. Alla Samp per esempio sarebbe stato magari un rischio per un giovane, ma un rischio che mi sarei preso volentieri, mi sarebbe piaciuto. Ora vediamo cosa succede". Dopo molte stagioni al fianco di Mourinho e Giampaolo che allenatore è diventato? "Un'impronta importante me l'ha data Giampaolo, con lui ho fatto il passaggio da giocatore ad allenatore. Da lui ho imparato tanto. I tre anni e mezzo con Mourinho mi hanno fatto vedere altre dinamiche stando vicino ad uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Parlo anche della gestione dello spogliatoio, per esempio". E come idea di gioco? "Posso avere una mia idea, ma è chiaro che poi in base a dove arrivi devi valutare cosa trovi. Per esempio Chivu all'Inter ha iniziato con il 3-5-2 che è ben rodato da anni, poi piano piano con il tempo trasmetti le tue idee. Con Giampaolo ho fatto per 5 anni il 4-3-1-2, poi a Roma all'inizio si faceva il 4-2-3-1. C'erano Mancini, Smalling e Ibanez all'epoca, poi Spinazzola e Zalewski e confrontandoci abbiamo pensato che fosse una squadra più adatta a giocare a 3 dietro. Se chiedi a me, dico che mi piace il 4-3-3, ma è difficile nel calcio di oggi scegliere". Se chiude gli occhi e ripensa a Roma, quali flash ha dal passato? "Solo grandi emozioni. Per me era una esperienza nuova, con le coppe europee. Si giocava ogni 3-4 giorni una partita, ne abbiamo fatte 164 in due anni e mezzo se non erro. Non è facile per i giocatori, ma nemmeno per chi prepara la partita. Una crescita importante per me. Non è da tutti avere la possibilità di affrontare una finale europea. E pensateci: ogni tre giorni giocavamo di fronte a un Olimpico strapieno, che brividi". Ecco, a proposito di quella finale di Europa League: avrebbe cambiatola concezione che si ha del lavoro suo e di Mourinho fatto a Roma? "Magari fuori da Roma, perché Mourinho in città è sempre stato amato e sostenuto fino alla fine. Una volta José ha spiegato in un'intervista di essere rimasto dopo Budapest per amore e per la voglia di rivincita, ma che forse era meglio lasciare. Ecco, per come è finita forse lo capisco, anche se tornando indietro farei con lui la stessa scelta, perché era giusto così. E poi tutti gli allenatori vengono discussi, figuriamoci uno come Mou che è fra i più grandi di sempre". Di quella rosa oggi ci sono ancora alcuni rappresentanti, come Dybala. "Sì, ci sono giocatori forti come Paulo e altri che sono diventati punti di riferimento. Quando giochi tante partite in Europa e competi ad alti livelli fai uno step superiore. Penso alla crescita dei vari Mancini, Cristante e tanti altri che sono migliorati dal punto di vista della presenza in campo oltre che per la qualità. Lo spogliatoio è sempre stato di ragazzi perbene che ci tengono tanto. Sentono i tifosi in maniera particolare". Conoscendo l'ambiente e anche i Friedkin, come vede questo nuovo ciclo? "I Friedkin li ho conosciuti poco visto che ci aveva a che fare direttamente Mourinho più di me, ma conosco bene Massara avendo lavorato con lui e so quanto conosca il calcio e il suo lavoro. Vedo bene questo nuovo ciclo, penso che la Roma con Gasperini possa porre le basi per fare belle cose nonostante i paletti del Fair Play Finanziario. Vorranno andare in Champions League, ma non è semplice, ci sono Inter, Napoli, Juventus e Milan e bisogna che almeno una stecchi. E non è facile perché serve avere una rosa di 20 giocatori per arrivare a correre fino alla fine". La lotta Scudetto? "Inter e Napoli sono quelle che hanno qualcosa in più. Il Napoli perché ha vinto e di conseguenza parte favorito, poi l'Inter ha appena fatto una finale di Champions League e rimane forte. Dipenderà da come arriveranno a fine campionato. Dell'Inter mi è piaciuto molto Sucic, che esordio!". Milan e Juventus? "Allegri è una garanzia, per me può arrivare in Champions League nonostante il primo passo falso. La Juventus ci è già arrivata e quest'anno potrebbe essere più continua a livello di risultati. Se Inter e Napoli sono le favorite per i primi due posti insomma, subito dietro arrivano Milan e Juventus". Sulla prossima Serie B? "La Serie B è un campionato molto difficile, puoi vincere o perdere contro chiunque. Il Palermo ha una squadra tale e un entusiasmo tale che inevitabilmente si troverà a lottare per vincere il campionato. E per me ce la farà anche a vincerlo. Ma anche il match d'esordio ha fatto vedere che non è mai una passeggiata fare punti. Poi ho visto bene il Venezia, Stroppa è abituato a vincere. Mi incuriosisce l'Empoli che ha cambiato tanto, il Monza ha molti giocatori forti che sono rimasti. Le altre si giocheranno i playoff, con qualche sorpresa come sempre. Basta vedere cosa ha fatto in questi anni il Catanzaro. Se devo fare tre nomi, dico Palermo, Venezia e Monza".