Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / sampdoria / Serie B
Gozzi nuovo consigliere federale: "Un onore. Samp, non c'è vergogna a perdere con l'Entella"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 17:49Serie B
di Ivan Cardia

Gozzi nuovo consigliere federale: "Un onore. Samp, non c'è vergogna a perdere con l'Entella"

Antonio Gozzi, presidente della Virtus Entella, è stato eletto oggi nuovo consigliere federale in quota Lega Serie B: “Ho ringraziato i colleghi dell’assemblea per la fiducia che mi hanno testimoniato - ha dichiarato in esclusiva a TuttoMercatoWeb -. È un grande onore: 18 anni fa, quando divenni presidente dell’Entella in Eccellenza, non avrei potuto immaginare che sarei diventato un consigliere federale. Questo testimonia la crescita del club, che è divenuto un punto di riferimento non solo sportivo ma anche per l’impegno nel sociale. Mi piace ricordare in questa sede che siamo il primo e finora unico club professionistico italiano ad aver dato vita a un asilo nido, che si chiama I Diavoletti come il nostro simbolo ed è stato inaugurato dal presidente federale Gravina insieme al presidente di Lega Pro Marani. Il calcio può fare cose buone anche fuori dal campo”. Quali istanze porterà in consiglio federale? “Il tema principale del calcio italiano è di sostenibilità economica. Il sistema non funziona, è permanentemente deficitario, in perdita. Questo mette tutto a rischio: in un quadro di riforma, che Gravina ha più volte proposto e cercato di varare, bisogna ritrovare equilibri economici che oggi non ci sono. È il primo impegno, il secondo è sui settori giovanili e sulle strutture per essi: quando vedo partite di Serie A in cui 20 calciatori su 22 sono stranieri mi preoccupo. Penso alla Nazionale e penso a quanto i nostri vivai non riescano a fare per tenere il livello del massimo campionato: il calcio è sempre più globalizzato, ma abbiamo anche il dovere di far crescere i nostri giovani, e possibilmente di mandarli in A e B. La Serie B è molto meglio, però tutte le politiche che incentivano la crescita dei settori giovanili e la possibilità dei club di far giocare giovani italiani vanno privilegiate”. Perché si punta meno sui calciatori italiani? “Beh, sicuramente è più facile andare a prendere un giocatore già formato dall’estero. Non credo che sia un tema solo economico, ormai i costi sono quelli. Anzi, una delle contraddizioni che anche l’assocalciatori dovrebbe tenere in conto è che i club perdano sempre di più e gli stipendi dei calciatori siano sempre più elevati. Questo non va bene, il sistema non tiene e i primi a dover fare i conti di una grave crisi verso la quale potremmo andare sono proprio i calciatori. C’è la necessità di un patto, e la componente calciatori non può rimanere fuori dal problema, che non riguarda solo presidenti e società ma tutto il mondo del calcio. Bisogna pensare a un coinvolgimento che non sia solo corporativo, ma con logiche di sistema”. Cosa rappresenta per la storia dell’Entella la vittoria sulla Sampdoria?
 “Noi abbiamo una vecchia querelle da irredentisti del Tigullio, nei confronti di Genova, che spesso è matrigna verso le ali della Liguria. Abbiamo uno spirito di rivincita che ci vuole: dimostrare che la piccola Entella, espressione di un Comune di 27 mila abitanti, può battere la Sampdoria in Serie B e può battere il Genoa a Marassi in Coppa Italia, credetemi, sono grandi soddisfazioni. Dimostrano che anche a Chiavari si possono battere le genovesi”. Avete portato la Samp al ribaltone in panchina… “L’avevamo fatto anche con Juric ai tempi della Coppa Italia. Si dice che l’Entella sia l’ammazza-allenatori delle genovesi. Però anche lì è figlio di una mentalità sbagliata: perdere dall’Entella viene vissuto come perdere con una squadra di Terza Categoria. È tanta l’ignominia che salta l’allenatore: un ragionamento sbagliato, bisogna riconoscere i valori. L’Entella negli ultimi dieci anni è stato per sette stagioni in Serie B: vuol dire che qualcosa abbiamo fatto”.