
Osimhen via solo per 150 milioni. E se il Napoli pensasse a Vlahovic per sostituirlo? Sartori un diesse speciale. Le due facce di Milano: Inzaghi deve conquistarsi la conferma, Ibra l’arma in più rossonera
A proposito di direttore sportivi che fanno la differenza penso he sia giusto dedicare qualche riga a Giovani Sartori.
Di lui si parla sempre poco perché sfugge come la peste le luci della ribalta. Appartiene ala vecchia generazione di direttori che chiedevano, anzi pretendevano di restare nell’ombra. Ma per lui parla il suo lavoro. E’ stato sicuramente uno degli artefici della nuova Atalanta quella che ora viaggia stabilmente in Europa con numeri spesso da Champions. E che in pochi mesi ha cambiato anima, allenatore e qualche giocatore al Bologna. Portandolo, dopo una vita, vicino alla zona Europa. Soprattutto dando la chiara sensazione di aver cominciato a porre pietre importanti per aprire un ciclo di un tono diverso anche nel pianeta rossoblù. I Sartori, come i Giuntoli sono merce rara. Perché non aprono una scuola per insegnare il mestiere a giovani che ne hanno voglia. Solo così i procuratori perderebbero un po’ della loro forza.
Infine le due facce di Milano. L’Inter perde e Simone Inzaghi torna subito in discussione. La verità è che il mondo nerazzurro viaggia su un filo sottile. Se la squadra nerazzurra non va in Champions neppure un mago come Marotta può fare miracoli. Il progetto Inter avrebbe un brusco stop. Inzaghi se è veramente un top allenatore deve saper convivere con questa continua tensione e portare i nerazzurri tra i primi quattro. Il Milan natte l’Atalanta, aggancia l’Inter in classifica e ritrova Ibra. Zlatan non sposta più gli equilibri come in passato ma può regalare autostima al gruppo rossonero al quale manca da morire la sua sfacciataggine.







