Scamacca è il "nuovo Kean" di Palladino? Da novembre nessuno ha segnato più di lui in A
Il percorso è graduale, ma i segnali sono sempre più chiari: l’Atalanta sta ritrovando Gianluca Scamacca e gran parte del merito va al lavoro di Raffaele Palladino. Il 2-1 sul Cagliari, anticipo della quindicesima giornata di Serie A, è l’ennesima conferma di una rinascita che passa soprattutto dai piedi e dalla testa del centravanti romano, tornato a incidere con continuità. Un successo che dà seguito alla notte europea contro il Chelsea, altro snodo chiave della stagione nerazzurra, in cui Scamacca aveva già mostrato di essere tornato protagonista.
I dati parlano di un attaccante in crescita costante: quattro reti nell’arco di pochi giorni, cinque gol in campionato dal mese di novembre (nessuno ha fatto meglio di lui e Lautaro Martinez) e la sensazione di aver finalmente messo alle spalle i problemi fisici e un periodo complicato. Con la gestione Palladino è cambiato il suo ruolo dentro la squadra, ma soprattutto il suo atteggiamento: più coinvolto, più sicuro, più centrale nel progetto. L’assenza imminente di Lookman, impegnato in Coppa d’Africa, apre uno spazio importante: l’attacco dell’Atalanta passerà inevitabilmente da Scamacca, chiamato a caricarsi responsabilità e aspettative. Un banco di prova decisivo anche in ottica Nazionale, dove la concorrenza non manca.
Il precedente che alimenta l’ottimismo è ovviamente noto a tutti. Mister Palladino ha già dimostrato di saper rilanciare un numero nove in cerca di riscatto, come accaduto con Moise Kean alla Fiorentina (25 gol stagionali l'anno scorso). Oggi Scamacca sembra seguire lo stesso percorso: fiducia, continuità e centralità tattica. Le premesse per diventare il "nuovo Kean" di Palladino ci sono tutte.
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