I milioni (delle altre) mettono all'angolo l’Inter: dare garanzie è più complicato se mancano i soldi

Giugno non è ancora finito, l'estate è appena iniziata, il calciomercato ufficialmente non si è neanche aperto. Eppure, milioni come se piovesse. Dall'Arabia all'Europa, dalla Premier League alla Serie A. Sandro Tonali non sarà il simbolo del Milan del futuro, ma la cessione più remunerativa nella storia del club rossonero. Il segno dei tempi che cambiano: incedibile è un tabù che nessuno si azzarda nemmeno a pronunciare. Maldini (giocatore) non l'avrebbe venduto nessuno, per Tonali sono stati sufficienti un pranzo e tante sterline, senza troppi ripensamenti. La stessa società, il Newcastle, nelle scorse settimane ha bussato alla porta dell'Inter per Nicolò Barella: per un maggior afflato verso le proprie bandiere o per una minor valutazione economica, i nerazzurri hanno resistito. Ma adesso a mettere in difficoltà il club di viale della Liberazione sono proprio i soldi in arrivo dalla Premier League. Per Tonali e non solo.

Sfuma Vicario, ma se arriva un'offerta per Onana? Gli altri milioni che piovono sull'Italia sono quelli, per la verità neanche abbondantissimi, che il Tottenham verserà nelle casse dell'Empoli per Guglielmo Vicario. Qualità/prezzo, il miglior portiere dell'ultima Serie A. Quello da prendere per il futuro, e infatti quello su cui l'Inter vorrebbe/avrebbe voluto puntare in caso di cessione di André Onana. Il camerunese, il vero colpo di mercato firmato in questa stagione dalla premiata ditta Ausilio, è nel mirino del Manchester United. Adesso, però, tutto è più complicato: senza Vicario, l'Inter dovrebbe virare su alternative giocoforza meno convincenti. Logica vorrebbe che la cessione di Onana stia per diventare un po' meno prevedibile. Difficile, però, immaginare Steven Zhang pronto ad avallare un eventuale rifiuto a una plusvalenza tanto ricca. E allora buona fortuna agli uomini mercato di viale della Liberazione.

E le garanzie a Inzaghi? Torniamo ai soldi di Tonali: al netto di un clamoroso assalto a Lukaku, serviranno al Milan per l'assalto a Davide Frattesi, da settimane promesso sposo dell'Inter. Che non chiude perché deve aspettare la cessione di Brozovic e pare essere l'unica società d'Europa con la quale i ricchissimi arabi stanno lì a micragnare sul milione in più e il milione in meno. La beffa è dietro l'angolo. Nel migliore dei casi, i soldi di Tonali serviranno a Carnevali, il più abile mercante del calcio italiano, a dire che sì Frattesi può partire comunque, ma serve qualche milioncino in più. Legittimamente, sia chiaro. Problema: pochi giorni fa, Simone Inzaghi ha ricevuto garanzie sulla competitività della squadra nel lungo periodo, la promessa che vendere sì ma per acquistare sostituti all'altezza. Insomma, il tecnico ha ragioni sufficienti per confidare nel fatto che il suo capolavoro europeo, economico prima ancora che sportivo, gli possa valere una squadra ancora più forte, oltre ad aver messo mezza rosa in vetrina. Per la cronaca: mancasse Frattesi, si consolerebbe volentieri con Milinkovic-Savic. Ma si torna lì: pur con moneta più bassa del passato, Lotito è sempre quello del pagare moneta vedere cammello, non certo quello del prestito con obbligo pagabile in tre anni. Morale della favola: quando i soldi iniziano a girare, tra quelli che non ne hanno da spendere compra meglio chi vende prima. Altrimenti diventa tutto un po' più complicato.