Laurientè sul perché è rimasto in B col Sassuolo: "Avevo un debito dopo la retrocessione"

Su Dazn è uscita la miniserie 'Sassuolo, la rinascita' che celebra il ritorno in Serie A dei neroverdi. Tante le interviste a calciatori, allenatori e dirigenti presente al suo interno, tra cui quella al capocannoniere della squadra e vice capocannoniere del campionato Armand Laurienté, il quale ha iniziato dalla partenza difficile col rigore fallito con il Catanzaro. Le sue parole riprese da SassuoloNews.net: "Avevo voglia di segnare, sono cose che possono succedere nel calcio. Ci ho provato, pensavo che avrei segnato ma fa parte del calcio. Dopo la partita con la Cremonese non avevo paura. Non eravamo tutti tornati, Berardi non era ancora tornati, mancavano ancora diversi giocatori e penso che la squadra non fosse ancora pronta per affrontare la stagione. Era solo una questione di tempo".
Sul rapporto con i tifosi e con il club.
"Penso che sia chiaro, avevamo un debito nei confronti del club dopo la retrocessione dell'anno scorso. Io ho avuto la fortuna di arrivare al Sassuolo in Serie A, mi ha fatto scoprire l'Italia, e per me vedere il club retrocedere in B è qualcosa di difficile. Tifosi? Sono da tre anni qui a Sassuolo e da quello che ho visto è una famiglia".
Sul gol promozione.
"L'azione è merito di Berardi e Toljan. Si crea un movimento tra me e Berardi, Toljan me la passa, arrivo sul pallone e non mi sono fatto troppe domande, ho pensato che ci avrei provato e ho segnato. Sono contento. Una cosa divertente è stata l'atmosfera che c'era all'interno dello spogliatoio dopo la gara. Sentivamo tutti la stessa cosa. Non si può dire in italiano, in francese non so nemmeno come si traduce, ma era chiaro che provavamo tutti la stessa emozione. E poi anche il fatto che abbiamo potuto festeggiare con il mister".
