Modric, Dzeko, De Bruyne… Perchè solo campioni “consumati”?

Il calcio è dei giovani. Una frase che ci ripetiamo spesso… In effetti, tante leghe, soprattutto le più prestigiose, danno tanto spazio ai campioni del futuro. Si pensi alla Liga dove il talento non ha davvero età. Anche chi non è maggiorenne, se ha i requisiti giusti, va in campo, a prescindere dalla poca esperienza. E, attenzione, non parliamo solo di Yamal, uno che era destinato a giocare “da bambino” ad altissimi livelli. Ecco, in Italia, invece, si guarda in direzione opposta. Per qualche strano motivo, in Serie A si preferisce puntare su campioni “consumati”. Meglio il giocatore con tante primavere sulle spalle, fregandosene del chilometraggio che hanno nelle gambe. Modric è un Pallone d’Oro ma a 40 anni. Dzeko sa come fare gol ma ha 39 anni. De Bruyne è un fenomeno ma va per i 34 anni, quindi non è un ragazzino e, ultimamente, qualche infortunio l’ha avuto. Si parla anche di Immobile, uno che, in Serie A, ha vinto il titolo di capocannoniere quattro volte ma è un classe 1990…
Perché siamo così attratti da giocatori, diciamo così, nella fase calante della loro carriera o, se si vuole essere più dolci, non più nel fiore dei propri anni? La risposta è semplice.
In Italia non ci fidiamo dei giovani. Il campione “consumato” lo tuteliamo, il giovane, al primo errore, lo massacriamo e, spessissimo, arriviamo alla frase che più odio: “Non puoi farlo giocare, se no lo bruci”.
Penso a Camarda. Ha trascorso, di fatto, l’ultimo anno a guardare i compagni giocare. Il fatto è che, chi ha giocato al suo posto, non ha portato il Milan a vincere qualcosa di importante o a conquistare almeno un pass per la Champions League. Eppure, Camarda è rimasto in panchina tantissimo… Ci sono tanti altri esempi a certificare l’incapacità del calcio italiano di svecchiarsi. C’è poi la nostra, atavica, attrazione per i giocatori stranieri. Dalla riapertura delle frontiere (stagione 1980/81), abbiamo maturato un amore sconsiderato per chi viene dall’estero, a discapito dei “nostri giocatori” che, con il passare degli anni, sono passati da protagonisti a comprimari. Non credo che questo andazzo cambierà. Quindi, mi raccomando, non lamentiamoci se poi vediamo la nostra Nazionale zoppicare. Se abbiamo un campionato con tanti veterani e molti stranieri, diventa poi difficile trovare spazio per i giovani, interessanti, azzurri. Chi dice che non abbiamo buoni giovani si sbaglia di grosso: li abbiamo ma non li conosciamo, semplicemente perché non giocano mai o, se hanno un po’ di spazio, non posso permettersi un solo errore…
Sto esagerando… Ok, giochino finale: fatemi una formazione al volo dell’Under 21 azzurra di oggi… Difficile?
