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DUE INDIZI NON FANNO UNA PROVA, MA IL TERZO FORSE SÌ. ASCESA, CADUTA E RISALITA DI FOLLIERI: DA FOGGIA A CATANIA PASSANDO PER HOLLYWOOD E LORETTOTUTTO mercato WEB
mercoledì 4 dicembre 2019, 00:00Il Punto
di Tommaso Maschio
per Tuttoc.com

DUE INDIZI NON FANNO UNA PROVA, MA IL TERZO FORSE SÌ. ASCESA, CADUTA E RISALITA DI FOLLIERI: DA FOGGIA A CATANIA PASSANDO PER HOLLYWOOD E LORETTO

Foggia, Hollywood, New York, Vaticano, Loretto, ancora Foggia, Palermo e Catania.  No, non è il nuovo tormentone di Giusy Ferreri e Baby K, non fosse altro perché siamo quasi a Natale. Queste sono a grandi linee le tappe dalla vita dell'imprenditore Raffaello Follieri, l'uomo tornato a comparire nelle pagine delle cronache sportive per il tentativo di acquistare il Catania calcio da Antonino Pulvirenti. Un personaggio che ha vissuto una vita sull'ottovolante passando dal toccare il cielo con un dito fino a sprofondare in fondo all'abisso e risalire la china.

Il cielo lo inizia a toccare nei primi anni 2000 quando, giovane rampate, si trasferisce a New York e finisce subito sulle copertine patinate per il fidanzamento con una delle attrici emergenti di Hollywood come Anne Hathaway che quasi porta all'altare. Sono gli anni in cui Follieri appare come uno di quegli emigranti di successo di cui spesso si legge per alimentare il sogno americano: giri di affari miliardari nella compravendita di immobili, contatti giusti – da Ron Burkle fino ad Andrea Sodano (nipote del Segretario di Stato Vaticano dell'epoca Angelo Sodano) – che gli facilitano gli affari fra Santa Sede e gli USA. Soldi e luci della ribalta, ma anche politica con Follieri che punta Hillary Clinton fra le fila democratiche e John McCain fra quelle repubblicane, perché negli affari, specie quelli di un certo livello, è bene avere amici da ambo le parti. Poi proprio quando era a un passo dall'Olimpo ecco la caduta, fragorosa. Riconosciuto colpevole di truffa per il valore di 2 milioni di dollari fu condannato a 4 anni e mezzo di reclusione nel penitenziario federale di Loretto (anche se la richiesta fu di 250 anni e solo il pentimento di Follieri riuscì a diminuire drasticamente la condanna). Tutto finito, compreso il fidanzamento con Hathaway. Uscito di galera ricostruisce il proprio impero occupandosi di tutt'altro (estrazione, trasporto e commercializzazione di petrolio e gas), vantando soci americani e arabi – di cui però l'esistenza è incerta – e creando un capitale sociale di circa 2 miliardi di dollari stando alle stime di Forbes.

Fatto il preambolo andiamo a ciò che maggiormente ci interessa: ovvero il suo interesse per il calcio. Il primo tentativo fu due anni fa quando Follieri iniziò a corteggiare i fratelli Sannella proprietari del Foggia prima come rappresentante di un gruppo arabo-americano (a volte solo arabo a volte solo americano), poi in prima persona garantendo che lui – foggiano di nascita – non avrebbe mai voluto prendere in giro la sua città e promettendo la Serie A in tre anni. Alla fine come sappiamo non se ne fece nulla, con Follieri evaporato a inizio gennaio 2018 senza aver mai mostrato i documenti sulla propria solidità finanziaria. Nell'agosto dello stesso anno inizia la lunghissima telenovela con il Palermo di Maurizio Zamparini, una storia durata due mesi e finita con l'allora numero uno rosanero che accusava Follieri di mentire, presentare garanzie false e nessun documento sulle proprie disponibilità finanziarie. Un nuovo tentativo avvenne a inizio 2019, quando la proprietà era del gruppo inglese che poi portò al fallimento del club. Ancora parole parole parole (come cantava Mina), ma un niente di fatto sempre per la mancanza di documenti certificati da parte di Follieri e di offerte concrete e dimostrabili.

Il resto è storia di questi giorni. Lo Monaco lo chiama in causa, Follieri conferma la propria disponibilità e inizia con le ormai consuete parole, ma senza presentare nulla di concreto a Pulvirenti, con quest'ultimo che nella giornata appena passata prima parla ai colleghi de La Sicilia spiegando di volere “un’evidenza dei fondi emessa da una banca italiana” (Follieri ha parlato invece di “aver depositato il capitale in una banca inglese”) e poi con una nota in cui spiega che non esistono trattative e che Follieri non ha soddisfatto la richiesta di “una evidenza fondi da parte di primario istituto bancario italiano”.

Se due indizi non fanno una prova, un terzo probabilmente sì. Perché il copione, dopo Foggia e Palermo, pare ripetersi come in un film ripetitivo e con poche variazioni (mi viene in mente Paterson di Jim Jarmusch anche se lì si segue il ripetersi del lavoro di un autista di pullman e non di un ricco faccendiere) anche a Catania. Con la speranza che agli etnei vada meglio che alle altre due grandi piazze del Meridione. O che Follieri smentisca anche San Tommaso presentando i documenti richiesti e avviando il prossimo step per l'acquisto del club. Perché il gioco è bello se dura poco e soprattutto se nessuno si fa male.