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Fabio Gallo sull'impresa con la Virtus Entella: "Per prima cosa ho vietato i cellulari"TUTTO mercato WEB
ieri alle 17:04Serie C
di Daniele Najjar

Fabio Gallo sull'impresa con la Virtus Entella: "Per prima cosa ho vietato i cellulari"

Nel corso dell'evento di formazione allenatori "Coaches World", tenutosi quest'anno presso il Parc Hotel di Peschiera del Garda, il nuovo allenatore del Vicenza, Fabio Gallo, ha raccontato alcuni retroscena interessanti legati alla promozione ottenuta nell'ultima annata alla guida della Virtus Entella.

Ecco alcune delle sue parole raccolte da TuttoMercatoWeb.com: "E' stata una stagione straordinaria, nata dalla stagione precedente dove la squadra si era ritrovata in fondo alla classifica. Io arrivavo da un posto straordinario per allenare come Foggia, che però era stata una esperienza non facile. Raggiungiamo la salvezza all'ultima giornata, dopo che ad inizio anno l'obiettivo era quello di vincere il campionato. Avevo visto cose che non mi piacevano e decisi di cambiare qualcosa.

Fra le mosse pensate per cambiare rotta, un provvedimento deciso per il bene del gruppo: "La prima cosa di cui ho fatto tesoro da quello che avevo visto nei settori giovanili, come quello dell'Atalanta, è legata all'utilizzo dei cellulari. Nel momento di pausa dall'allenamento, tutti erano a guardare il telefonino. Lo stesso in sala medica, durante i massaggi. Parlo con la società e faccio comprare una bacheca numerata con dei taschini dove i giocatori devono mettere lo smartphone ad inizio allenamento, con l'obbligo di riprenderlo solamente finita la sessione. Dissi ai giocatori: "Dovete imparare a sentire il tono di voce del vostro compagno, cosa fondamentale la domenica per distinguerli dagli avversari". La nostra stagione di successo è nata qui. Ho notato che iniziavano a giocare a carte, a bere il caffè chiacchierando".


Poi sulla cavalcata dei suoi: "Dalla sfida persa contro il Pescara a settembre, non abbiamo più perso per 32 partite. Più le due di Supercoppa. Mi viene la pelle d'oca a pensare a quanto spingessero in allenamento i ragazzi, un qualcosa di clamoroso, straordinario. Una voglia di migliorarsi giorno dopo giorno senza pari. Un 1-2% di merito penso di averlo anche io con i miei collaboratori, supportati dalla società che ci ha supportati. Avevo cambiato anche qualcosa a livello di comunicazione: meno proclami, più testa al lavoro. Un campionato difficile contro squadre importantissime, abbiamo fatto qualcosa di unico".

Poi ha detto la sua in merito alle difficoltà della Nazionale italiana: "Uno dei problemi è che non giocano gli italiani. Spalletti è stato mandato via, è arrivato Gattuso, ma i giocatori sono sempre quelli. Gattuso non gioca più, lo stesso Buffon, Bonucci, Zambrotta e Perrotta. Sono amico di Carrera che mi raccontava come in Russia, prima che scoppiasse la guerra, allenava con l'obbligo di far giocare un certo numero di russi. Vogliamo fare qualcosa? 5 italiani devono giocare in campo. Perdiamo contro il Barcellona e il Real? Tanto è dura lo stesso, se devo perdere almeno ci guadagno qualcosa".