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De Rosa: “Stiamo distruggendo la meritocrazia in C. Il livello si sta abbassando"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 18:56Serie C
di Luca Bargellini

De Rosa: “Stiamo distruggendo la meritocrazia in C. Il livello si sta abbassando"

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Ospite dei microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione 'A Tutta C', Maurizio De Rosa, noto agente nell'universo della Lega Pro, ha analizzato il momento del campionato di terza serie. Partiamo da un tema caldo: Maurizio Sarri ha definito le seconde squadre “la morte del calcio di Serie C e del campanilismo”. Un giudizio netto, nel suo stile. Tu che ne pensi del progetto Under 23, che quest’anno compie otto anni? "Se vogliamo essere sinceri, il progetto Under 23 è effettivamente in antitesi con il campanilismo, perché toglie spazio a società e città “vere”, quelle di territorio. Come ha detto Sarri, un Foggia preferirebbe giocare contro il Bari piuttosto che contro una squadra Under 23. Detto questo, il problema non sono tanto le seconde squadre, ma le regole degli under. Sono regole che falsano la meritocrazia. In Serie C, ma anche in B e A, le liste e gli obblighi legati al minutaggio costringono le società ad aderire per bisogno economico, non per convinzione. Così si finisce per penalizzare chi merita davvero: ci sono calciatori professionisti che vengono messi da parte o costretti a smettere per far spazio a ragazzi scelti solo in base all’età. È un sistema politico, non sportivo. E piano piano stiamo abbassando il livello del calcio in tutte le categorie. In C, oggi, con un milione di euro si fa una squadra, ma non si fa calcio serio. Meno risorse, meno qualità. Lo slogan vero è diventato: 'valorizziamo i giovani dando meno al calcio'". Oggi è uscito un report della Lega Pro sui primi effetti della riforma Zola, voluta dal vicepresidente vicario Gianfranco Zola. Secondo il documento, la presenza di giovani del vivaio in Serie C è aumentata del 10%. Ti chiedo: è un passo nella giusta direzione? "Io non la chiamerei nemmeno una 'riforma'. Una riforma dovrebbe aggiungere qualcosa di positivo, non toglierlo. Queste misure tolgono competitività e meritocrazia. Zola, ai suoi tempi, sarebbe arrivato in Serie A comunque, ma grazie al fatto che non c’erano vincoli come questi è potuto passare dalla Torres al Napoli per meriti sportivi, non per età. Bisogna premiare il talento, non il minutaggio. Non 'ti do più soldi se fai giocare un ragazzo del vivaio', ma 'ti do più soldi se tiri fuori un talento vero e migliori il livello del calcio'. Il Benevento, ad esempio, è la società con più minutaggio, ma non perché segue la 'riforma Zola': lo fa perché il presidente Vigorito investe davvero nel settore giovanile. Giocano ragazzi del 2005 o 2006 come Carfora perché meritano, non per convenienza economica. Il minutaggio è una conseguenza, non l’obiettivo. Invece stiamo vedendo sempre più famiglie costrette a cambiare mestiere, in tutte le categorie, per colpa di queste regole che mettono fuori dai giochi tanti professionisti. Farei un report non sul +10%, ma su quanti calciatori oggi sono disoccupati". Spesso si parla poco della “terra di mezzo”, quei giocatori che una volta usciti dalla categoria under fanno fatica a trovare squadra. "Esatto. Si creano illusioni nei giovani, perché diventano professionisti solo perché under. Dopo due o tre anni, il 90-95% di loro smette. Si abbassa il livello tecnico, si penalizza la meritocrazia, e tanti padri di famiglia finiscono senza lavoro pur potendo ancora dare tanto al calcio. Tutto questo nasce da una serie di politiche sbagliate, da Macalli a Ghirelli fino a Marani. Continuano a parlare di riforme, ma per me sono contro il calcio. E poi questa idea di 'ridurre il numero delle società' è un’altra follia: ai miei tempi ce n’erano più di cento, oggi appena sessanta. Non è la soluzione. Togliere posti di lavoro e indebolire l’indotto non serve a nulla. Bisogna lasciare libertà: chi ha i mezzi fa calcio, chi non li ha si ferma. È la regola della vita e del mercato". Restando sul campo, nel Girone C hai due assistiti importanti: Caturano al Catania e Maita al Benevento. È un girone molto competitivo, con piazze come quella sannita e quella etnea, ma anche con club del calibro di Salernitana e Cosenza. Si lotterà tra queste per la promozione? "Sì, credo che queste quattro squadre siano le più attrezzate e le più organizzate. Hanno fatto investimenti importanti e si vede. Quando guardi queste squadre, vedi calcio vero. A Salerno, per esempio, gioca un 2004 come Ferraris, ma perché è un talento, non per il minutaggio. Chi investe davvero, come fanno queste società, merita di essere premiato. Invece c’è chi resta nel calcio solo per sopravvivere, aspettando i contributi del minutaggio per pagare gli stipendi. E questo non è il modo giusto di fare calcio". Chiedo anche un parere su uno dei tuoi assistiti, Riccardo Carnelutti del Crotone: sette presenze, un gol e un assist. Un difensore pulito e affidabile. "Su Carnelutti condivido tutto: è un calciatore di categoria superiore, serio e completo. Ci sono stati anche degli interessamenti, ma purtroppo il problema torna sempre alle liste da 18: sono troppo limitanti. Le società preferiscono prendere un 2003 per non occupare un posto in lista, e questo penalizza giocatori come Riccardo. Queste regole continuano a tagliare le ali a tanti calciatori, e di conseguenza a tutto il calcio". Infine, ci sono novità di mercato o rinnovi tra i suoi giocatori? "Dico che Angileri ha rinnovato col Monopoli fino al 2028".