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Pontedera, Taldo: "Siamo alla ricerca di un'identità, ma Menechini resta al suo posto"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 19:19Serie C
di Tommaso Maschio

Pontedera, Taldo: "Siamo alla ricerca di un'identità, ma Menechini resta al suo posto"

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Il direttore sportivo del Pontedera Carlo Taldo è intervenuto questa sera nella puntata della trasmissione ‘A Tutta C’, trasmissione in onda sulle frequenze di TMW Radio e Il 61 , per parlare del momento della formazione toscana, che non sta vivendo un periodo felice, sulla posizione del tecnico Menichini e su altri temi riguardanti la Serie C. Buonasera direttore, le chiedo un parere sul Girone B, con queste tre squadre, Arezzo, Ascoli e Ravenna, che sembrano avere un qualcosa in più. Intravede, per quello che possano essere le indicazioni di questo inizio di stagione, una squadra che possa essere più favorita per la promozione diretta? "È difficile, anche perché mancano veramente tante giornate, perché 28 giornate, credo, sono davvero tante. Sicuramente è innegabile il fatto, come dite voi, che sono le tre squadre che si stanno maggiormente e meritatamente contraddistinguendo da tutte le altre. Ascoli e Ravenna sono due realtà consolidate, sono molto quadrate, molto forti. L'Ascoli forse subisce qualche gol in meno. Ravenna è un'ottima squadra, ha ottimi investimenti, ottima gestione, vive anche un po' di entusiasmo per il ritorno nei professionisti. Ognuno ha delle carte da giocarsi al proprio tavolo e sicuramente sarà un bel duello fino alla fine". Tra l'altro, direttore, è anche un po' difficile in questo momento dare una valutazione complessiva del Girone B. Ricordavamo come l'anno scorso il Girone B ha portato due promozioni in Serie B, ha portato le due finaliste dei play-off, ha portato la vincitrice della Coppa Italia, Rimini. Quest'anno forse manca la squadra top, però le chiedo un giudizio complessivo sul girone, che mi sembra comunque di ottimo livello. "È un girone di un ottimo livello. Ci sono queste tre squadre, Arezzo, Ascoli e Ravenna, che hanno strutture grosse, gestioni tecniche, società veramente importanti. Poi c'è tutta una serie di squadre di un livello secondo me medio-alto, perché ci sono squadre strutturate bene. Poi in fondo, come in tutti i campionati, c'è chi deve battagliare fino alla fine per evitare la retrocessione. C'è un po' di stacco tra queste squadre, forse queste tre staccano nettamente le altre ma le cose sono ancora, diciamo così, imprevedibili". Direttore, veniamo al suo Pontedera. Cominciamo col dire che Pontedera è una realtà dove si fa calcio con serietà, si fa calcio in una ricerca di equilibrio tra quelle che possono essere le potenzialità di investimento economico e la ricerca di risultati. Diciamo che questo non è un momento semplice, questo purtroppo lo dice la classifica, lo dice anche l'ultima sconfitta contro la Vis Pesaro. "No, anzi, hai ragione, non è proprio un momento semplice. Stiamo alla ricerca di un'identità, chiaramente la squadra è molto giovane e sicuramente non possiamo competere contro certe, chiamiamole così, corazzate, però è stato fatto qualche passo eccessivamente negativo, perché comunque anche se la squadra, diciamo così impietosamente, è mancata nei numeri, abbiamo subito un sacco di gol, deve e può avere un atteggiamento diverso, più battagliero, meno remissivo anche nelle sconfitte. Ultimamente stiamo affrontando questo tipo di difficoltà e dobbiamo risollevarci quanto prima". Tra l'altro mi sembra di poter dire, vado anche a memoria, che questa è sempre stata una caratteristica del Pontedera, questa voglia di starci, questa grinta, questo essere, dare sul campo tutto e di più, unita al fatto anche di aver saputo sempre cercare di valorizzare anche la situazione dei giovani. È una domanda inevitabile, mi perdonerai se ti chiedo qual è la situazione dell'allenatore, ti chiedo anche quali sono le aspettative per la prossima sfida di campionato. "La posizione non è solo dell'allenatore, di tutti. Quando si perdono queste partite, quando la classifica si fa così, seppur era tutto previsto, seppur nessuno ci chiede, e ci metto anche io perché sono un dipendente della società, nessuno ci chiede di vincere il campionato, di battagliare per altre cose, però queste ultime sconfitte lasciano un po' di amare in bocca. Chiaramente non c'è un colpevole, tanto è vero che il mister è al suo posto, giustamente ha la possibilità e il dovere di raccogliere i cocci di queste due ultime brutte sconfitte. Tutti quanti dobbiamo sostenerlo, tutti quanti stiamo sostenendo il mister, lo staff, i ragazzi devono capire, come dicevi prima, che le salvezze passano inevitabilmente da compattezza, da voglia di non perdere, da sudore, da fatica, da queste cose, lo devono capire, lo dobbiamo capire, quanto prima e da lì ripartire per fare il nostro campionato, quello che poi ci è stato chiesto, lo ripeto. Noi non dobbiamo andare ad Arezzo a dargli tre gol, o a Ravenna, o a fare queste cose, dobbiamo battagliare ogni partita, questo sì, perché abbiamo dimostrato di poter competere, abbiamo otto punti, non ne abbiamo uno e perdiamo 4-0 tutte le partite, no? Siamo noi che li abbiamo fatti, quindi da lì bisogna costruire un'identità il più velocemente possibile da portare in ogni campo". Da che cosa si riparte, direttore? "Fare semplicemente un'analisi dei numeri e dei risultati non è completamente giusto. Di sicuro non si deve ripartire dalla fragilità con la quale si prende gol e si viene, come dire, surclassati anche perché purtroppo è così, l'altro giorno abbiamo fatto una partita negativa da questo punto di vista e anche ad Ascoli uguale. Quindi, da cosa non si deve ripartire è da questa facilità di essere sottomessi, dalla non voglia, dalla mancanza di, come dicevo poco fa, di prevalere dal punto di vista agonistico, di imporsi, di gettare veramente tutto, di rendere la vita difficile a tutte le squadre che ci affrontano. Poi è normale che ci siano delle squadre più strutturate di noi, assolutamente, ma è così, non è un problema, però bisogna rendere la vita difficile a tutti. Questa è la base veramente di quello che dobbiamo fare. Poi ci sarà tempo per analizzare i gol subiti, i gol fatti, gli assist, il recupero pallone nelle varie zone di campo. In questo momento tutti i numeri, secondo me, vanno in una fase secondaria. Bisogna mettere un canovaccio comune che è quello della compattezza e della sofferenza sportiva, ci mancherebbe altro per portare a casa dei punti. Altri discorsi non li toccherò". Qual è il suo pensiero sulle seconde squadre? "Abbiamo già affrontato questo discorso. Mi baso su quanto ho visto. Se guardiamo i calciatori delle seconde squadra che hanno calcato i campi di Serie C, c'è da essere allegri perché ci sono stati dei giocatori veramente straordinari che hanno giocato nella Juve, nel Milan, all'Atalanta. Da un punto di vista del campanilismo puro possono far storcere il naso a qualche piazza storica, però ci sono giocatori al quale vengono ben accelerate la crescita globale dei calciatori che sono davvero fortissimi. Quindi ben vengano i giocatori di livello alto. Poi chiaramente non bisogna esagerare con le squadre, però fino ad ora è innegabile che si sono visti dei grandi giocatori e la Serie C ha contribuito anche alla loro fase finale della formazione".