La Top 11 stagionale del girone A: c'è un Vlahovic che fa per davvero la differenza

Va in archivio uno dei campionati più combattuti degli ultimi anni e contraddistinto dall'estenuante e appassionante testa a testa tra Padova e Vicenza. Alla fine sono i biancoscudati a conquistare la promozione diretta sfruttando al massimo il pareggio conquistato al Menti a tempo quasi scaduto. Un 1-1 rivelatosi determinante. Alle spalle dei veneti non è mai stato in discussione il terzo posto della FeralpiSalò, mentre in coda retrocede in serie D l'Union Clodiense di mister Tedino. Dovranno evitare il salto all'indietro attraverso gli spareggi Pro Patria, Pro Vercelli, Caldiero Terme e Triestina, ma gli alabardati hanno pagato a caro prezzo una penalizzazione che comunque non cancella l'ottimo lavoro di mister Tesser. Ed è bello vedere ai playoff realtà come Giana Erminio, Virtus Verona, Trento, Renate e Albinoleffe che, pur con budget non eccelsi, hanno guadagnato la prestigiosa vetrina suon di idee e valorizzando giovani. Di seguito la top 11 del girone A, schierata con un 4-2-4:
Fortin (Padova): Il Guardiano del Sole biancoscudato, come è stato definito dalla stampa locale durante la stagione. Si pensava fosse un azzardo affidargli le chiavi della porta dopo aver avuto calciatori d'esperienza come Donnarumma e Vannucchi. Invece si è dimostrato baluardo spesso insuperabile della difesa meno perforata del campionato. Lo testimoniano i 17 clean sheet ottenuti. Classe 2003 all'anagrafe, personalità da veterano e voglia di restare per riconfermarsi in una categoria superiore. Su questa promozione ci sono le impronte dei suoi guantoni.
Perrotta (Padova): nella nostra top ideale inseriamo due "braccetti" su tre della capolista, ma anche Belli merita una menzione per aver disputato un campionato eccellente. A Perrotta il merito di essere cresciuto esponenzialmente col passare delle settimane, lui che fu scelto da Torrente come esterno e che ora giganteggia come centrale. E non sono mancati gol preziosi ai fini della classifica.
Costa (Vicenza): difficile contare quanti cross abbia sfornato per i compagni, avere uno come lui in squadra è manna dal cielo per un reparto offensivo molto fisico come quello dei biancorossi. Facile prevedere sarà un valore aggiunto negli spareggi promozione, un calciatore che meriterebbe la B a prescindere dall'epilogo dei playoff.
Pilati (FeralpiSalò): il brutto infortunio patito a metà marzo ha rappresentato un'autentica mazzata per lui e per la sua squadra, ma non può cancellare quanto di ottimo aveva fatto vedere in tutte le partite precedenti. Il classico difensore di categoria: "cattivo", concentrato, concreto, molto forte fisicamente, bravo nell'anticipo e col piglio da leader nei momenti di difficoltà. E con qualche gol su palla inattiva che non guasta mai.
Delli Carri (Padova): nello stesso giorno ha festeggiato la promozione in serie B e le cento presenze con una maglia che è sinonimo di consacrazione. Di fatto, in due anni e mezzo, ha saltato soltanto tre partite e questo fa capire quanto gli allenatori che si sono succeduti in panchina gli abbiano cucito addosso la maglia da titolare. Se ai tantissimi interventi difensivi risolutivi aggiungiamo i cinque gol segnati possiamo dire che sia stata un'annata praticamente perfetta.
Parlati (Albinoleffe): davvero un grande campionato da parte del centrocampista centrale, il fulcro del gioco di una squadra che ha chiuso la regular season al quarto posto anche grazie ai cinque bellissimi gol che ha realizzato. E' salito in cattedra soprattutto nel girone di ritorno, confermando di essere un calciatore completo e con enormi margini di miglioramento.
Fusi (Padova): è il calciatore al quale aggrapparsi nei momenti di difficoltà. Quello di cui si parla incomprensibilmente poco, ma che ha vestito i panni del trascinatore. Quello che è capace, nella stessa gara, di recuperare una marea di palloni con grinta e cattiveria agonistica e poi di sfornare assist geniali per i compagni. Lo score non mente: tre gol, sei assist e una crescita costante che gli ha permesso di giocare in ogni zona del centrocampo. Rivelazione.
Vlahovic (Atalanta U23): per un Vlahovic che, in A, sta facendo tremendamente fatica, eccone un altro che ha fatto la differenza conquistando la vetta della classifica marcatori. Agevolato dal sistema di gioco a trazione anteriore di mister Modesto, il centravanti nerazzurro ha bissato la stagione precedente rappresentando un vero e proprio incubo per tutte le difese del girone settentrionale. La tripletta con la Triestina il punto più alto di un'annata da ricordare.
De Marchi (Virtus Verona): anzitutto complimenti a questa splendida realtà del calcio italiano, una società che ha un solo punto di riferimento capace ogni anno di ottimizzare il budget a disposizione e di tener testa alle corazzate. Tutto diventa più facile quando in rosa c'è un finalizzatore di questo livello, capace di abbattere il record personale di marcature chiudendo il campionato con ben 16 reti all'attivo e il terzo scalino del podio alle spalle di Vlahovic e Comi. Il gol con la Pergolettese è quello che ha dato la certezza della qualificazione ai playoff, indimenticabile anche la doppietta al Caldiero Terme che gli permise di superare leggende del calibro di Mimmo Danti, Raphael Odogwu, Rachid Arma, Juanito Gomez e Matteo Casarotto
Bortolussi (Padova): il capocannoniere della squadra. Quel giocatore in grado di tapparsi tutte e due le orecchie per non farsi condizionare dalle voci di mercato e che ha onorato la maglia al netto di un contratto in scadenza. Il bomber biancoscudato ha letteralmente rubato la scena, con ben sedici gol (di testa, di destro, di sinistro, dalla distanza, da rapinatore d'area) e quattro assist.
Stuckler (Giana Erminio): all'anagrafe vent'anni, ma chi lo vede giocare ha la sensazione sia uno di quelli che segna gol a grappoli in C da una vita. E' stato trascinatore di una squadra che ha fatto cose straordinarie, andando ogni più rosea aspettativa. Lui che ha già guadagnato l'interesse di società di categoria superiore e che è tra i pochi in Italia ad abbinare una fisicità imponente ad una grande rapidità nell'uno contro uno. Predestinato
Matteo Andreoletti (Padova): chi, se non lui? A Benevento i rimpianti aumentano, visto che bisognava dare tempo a un allenatore giovane di esprimersi in una piazza calda e di spessore come quella giallorossa. In biancoscudato ha trovato la sua dimensione ideale, mai nessun collega aveva vinto in C a questa età. Solo applausi per lui, per la società, per la dirigenza e per i calciatori che hanno dato vita ad un entusiasmante testa a testa col Vicenza.
