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Paolo Archetti Maestri: “La rosa è troppo ristretta. Bisognava comprare qualcuno d’esperienza, anche svincolato”TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 22 febbraio 2020, 08:03Esclusive
di Marina Beccuti
per Torinogranata.it

Paolo Archetti Maestri: “La rosa è troppo ristretta. Bisognava comprare qualcuno d’esperienza, anche svincolato”

Paolo Enrico Archetti Maestri è il leader e cantante del gruppo musicale e artistico degli Yo Yo Mundi, che non fanno solo musica, ma anche teatro con canzoni e testi assai impegnati. Paolo però ha una caratteristica ben precisa, perché è un tifoso del Toro sfegatato. L’abbiamo interpellato per parlare dell’attuale momento granata, per sentire il parere di un tifoso illustre e di cultura.  

Partiamo dall’avvento di Moreno Longo sulla panchina granata.

“Un atto dovuto. Da sempre penso, e con me anche altri artisti di fede granata, che una base dal cuore granata, come Longo e Asta, appunto, questi personaggi potrebbero trasmettere qualcosa a questi ragazzi. I valori fondanti. Non può esserci un Toro senza queste basi, come il Filadelfia, il Museo, luoghi di aggregazione, che vanno al di là dei risultati della squadra, Mazzarri lo ringrazio per quanto fatto l’anno scorso, ma penso che la scelta di Longo sia arrivata da una decisione di Bava. Sono convinto che la squadra ci sia, possiamo arrivare alla fine del campionato senza patemi d’animo".

"La cosa che mi ha colpito di più è stato non comprare nessuno per l’Europa League già a giugno, strano che un imprenditore non voglia intaccare una rosa che ha conquistato l’Europa e pertanto siano loro a portare avanti la competizione. Così l’abbiamo buttata via, anche l’arrivo di Laxalt e Verdi è stato troppo in ritardo. La rosa ristretta è una follia. Se Meitè fosse stato quello dell’anno scorso, se Baselli non avesse avuto gli infortuni, le cose sarebbero andate diversamente, vero, ma bastava cambiare allenatore e prendere due svincolati per aiutare la squadra dove esistono problemi, con due innesti di esperienza. Ho patito la cessione di Falque. Berenguer deve ancora crescere, anche se sa fare cose egregie come l’assist fatto a Verdi, contro la Sampdoria. Diciamo che porta sempre a casa la pagnotta, glielo riconosciamo. Longo è un’iniezione di grande fiducia soprattutto se cambia modulo. Mazzarri è stato cocciuto a continuare a giocare allo stesso modo, per poi parlare di cose che danno fastidio ai tifosi, come citare Chiellini”.

A volte i tifosi però si mettono troppo di mezzo. Come nel caso di Gian Piero Gasperini.

"A dire la verità non credo che Cairo abbia mai pensato a lui e nemmeno l'ha contattato. Posso sbagliarmi ma non ci credo"

Mai come in questo periodo si parla di cessione societaria, anche se Urbano Cairo continua a smentire.

“Non penso che Cairo voglia cedere, ma i rumors spesso sfiorano solo il ridicolo. E’ un presidente sempre presente. Con Petrachi e Ventura, che avevano più carattere, li lasciava fare, oggi non mi sembra ci sia gente di carattere per sovrastarlo. C’è un vuoto di potere che sta occupando lui, invece dovrebbe essere circondato di persone che risolvevano i problemi. Lui dovrebbe dare una linea di massima, ma le squadre devono essere costruite da gente di calcio e soprattutto di Toro. Ci sono tanti ex che potrebbero portare dei contributi importanti, anche a livello umano. Sala, Zaccarelli, Pecci per fare tre nomi, anche Camolese per un altro ruolo, considerando che il vivaio non è messo benissimo. Forse il passaggio di Bava ha creato qualche vuoto nel settore giovanile”.

Parliamo di voi, avete dei tour o degli album in uscita?

“Da adesso in avanti, da Empoli e Ceriale, abbiamo circa venti date da qui a maggio. Prima che il disco nuovo esca, la data indicativamente dovrebbe essere quella del 21 marzo, ma non credo che ce la faremo perché abbiamo un paio di ospiti che ci daranno del materiale, e dobbiamo aspettare. Tra l’altro usciremo con il vinile. Il titolo sarà “La rivoluzione del battito di ciglia”, che parla di cambiamenti veri. Ci sarà anche una canzone dedicata allo sport, dedicata a Dick Fosbury”.