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ESCLUSIVA TG – Avv. Marengo: “La Marcia del 4 maggio 2025 non ha capi, è del popolo granata che sarà lì per il Toro del futuro”
ieri alle 14:00Esclusive
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Avv. Marengo: “La Marcia del 4 maggio 2025 non ha capi, è del popolo granata che sarà lì per il Toro del futuro”

L’avvocato Pierluigi Marengo è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Marengo, presidente dei “lodisti” nell’estate del 2005, noto tifoso granata e segretario dell’Associazione Ex Calciatori Granata Onlus, abbiamo parlato della Marcia dei tifosi del Toro di domani (ritrovo davanti al bar Norman a Torino e partenza alle ore 10 con arrivo in piazza Modena ai piedi della collina sulla cui sommità sorge la Basilica di Superga) organizzata per ribadire a Cairo di vendere il club.

Siamo infine giunti alla vigilia della Marcia dei tifosi del Toro che non si era potuta fare lo scorso novembre.
“Esatto, era programmata per novembre ma poi non si è potuta fare, in quanto concomitante con altri due grossi eventi in Città già programmati prima della nostra Marcia, con il Comune carente di mezzi e personale per garantire il blocco della viabilità. Dopodiché si avvicinavano le festività natalizie e non era il caso, visto che l’alternativa era il 9 dicembre e allora siamo arrivati al 4 maggio”.

Adesso la Marcia ha ancora più significato rispetto a se fosse stata fatta a novembre?
“Ne ha molto di più perché a novembre sarebbe stata una Marcia di pura protesta sull'onda della cessione di Bellanova; adesso alla protesta, che comunque esiste, si unisce anche una speranza di futuro”.

In che termini si può parlare di speranza di futuro?
“La speranza è un Torino che torni ad essere il vero Toro e, per giungere a ciò, occorre necessariamente il cambio dei vertici societari. Ormai è palese che la gestione Cairo non va bene per il Toro. La speranza quindi passa attraverso un cambio al vertice e, se a novembre era abbastanza difficile immaginare quel cambio, oggi sicuramente è più immaginabile”.

Perché è più immaginabile?
“Ci sono due date concomitanti. Il Comune blocca ogni rinnovo d’affitto dello stadio mettendo l’aut aut definitivo, ossia se il Torino Fc vuole l’impianto deve comprarlo e  per questo sono stati concessi 18 mesi a partire dal 1° luglio al club granata di prolungamento del contatto d’affitto, che è cosa ben diversa dal rinnovo. Dall’altra parte, a fine 2024, il Torino Fc ha chiesto a Ifis, istituto bancario svizzero guidato dal nipote dell'avvocato Agenelli,  un prestito di 38,3 milioni a copertura delle scadenze contabili e finanziarie 2025, in modo da coprire anticipatamente le scadenze annuali, trasformando i debiti verso terzi in debito nei conftonti della sola Ifis... peraltro portato al 2026 cioè a 18 mesi. Ecco che torna il numero 18. Qualunque commercialista o avvocato che abbia dimestichezza con il diritto societario può confermare che 18 mesi rappresentano il tempo necessario per fare importanti operazioni societarie e immobiliari. Questo perché si hanno 12 mesi di bilancio ancora firmati dal cedente e nessuno acquista una società assumendosi il rischio di firmare il bilancio su una contabilità fatta da un altro, con eventuali rischi penali e fiscali. Per cui nei 18 mesi un anno di gestione viene firmato dalla vecchia proprietà e nel frattempo, in questo anno, si ha tutto il tempo per svolgere le opportune due diligence e quant’altro normalmente collegato, ma soprattutto si hanno i tempi necessari per fare un progetto non solo sportivo bensì immobiliare, perché oggi, con la legge stadi, chi edifica un nuovo stadio ha poi benefit in materia di metri cubi residenziali, commerciali e in RTA ossia per residenze turistico-alberghiere. Quindi 18 mesi rappresentano i tempi che sono la normalità per certe operazioni”.

Ma per vendere lo stadio Grande Torino Olimpico ci sarà da istituire un bando e da seguire una procedura che richiede tempi non brevi?
“No, non serve nessun bando, perché nella vecchia delibera comunale stadi, che mi sembra essere del 1998 con efficacia dal 2002,  fu previsto che i due stadi torinesi venissero dati alle due società di calcio professionistico del territorio.  All’epoca la Juve prese il Delle Alpi e al Torino andò il Comunale. Quindi c’è già quello che potremmo chiamare impropriamente un dritto d’opzione a favore del Torino per l’acquisto dello stadio Grande Torino. Quindi non serve nessuna gara, basta che il  Torino Fc vada in Comune dichiarandosi disponibile ad acquistare lo stadio”.

Ma allora il bando di cui parlava il Sindaco di Torino sarebbe da farsi solo per affittare lo stadio Grande Torino?
“Esatto, il Sindaco e l’Assessore allo sport parlavano di affitto e non di vendita, non bisogna confondere le due cose. Il Torino Fc può comprare lo stadio come e quando vuole. E il Comune vuole che lo stadio sia comprato. Tra l’altro io ho forti dubbi che un acquirente del Torino, quindi un nuovo proprietario, possa comprare lo stadio, perché secondo me ipotizzerebbe di costruirne uno nuovo”.

Perché un nuovo proprietario del Torino dovrebbe preferire la costruzione un altro stadio ex novo al prendere quello che già c’è, ovviamente poi rimodernandolo?
“E’ un po’ quello che sta capitando a Milano con San Siro. Il Milan ha detto al Comune che non gli interessa il Meazza e che andrà a costruirsi lo stadio fuori dalla città, ora non ricordo esattamente dove. Andare a costruire un nuovo stadio è un business maggiore rispetto a comprare lo stadio esistente e ristrutturalo”.

Ma se il Grande Torino non venisse comprato e un nuovo proprietario del club granata costruisse altrove lo stadio il Comune rimarrebbe col cosiddetto cerino in mano?
“Certo il Comune avrebbe lo stadio sul groppone poiché è di sua proprietà”.

Allora in questo caso il Torino Fc dovrà trovarsi un’area all’esterno della città per costruirsi un nuovo stadio perché difficilmente il Comune gliene darà un’altra visto che dovrebbe tenersi l’attuale stadio?
“Il Comune non può fare ripicche perché ci sono delle leggi e se c’è un’area idonea è obbligato a dare le autorizzazioni a costruire. Se il Comune, a fronte di un piano regolatore che autorizza a costruire, non concede l'autorizzazione, si ricorre al Tar che certamente annullerebbe il diniego comunale. Le ripicche sono cose da bambini al parco giochi, qui si tratta di roba seria.
Sono quindi convinto che un eventuale acquirente del Torino Fc andrebbe a proporre uno stadio nuovo, in quanto foriero di un ben maggior business rispetto alla ristrutturazione dell'esistente, ”.

Tornando alla Marcia, hanno aderito un’ottantina di Toro Club per cui si può dire che l’evento è molto sentito?
“La cosa principale non è solo l’ottantina di Toro Club che hanno aderito, ovviamente una cosa clamorosa, ma è che  marceranno insieme dietro lo stesso striscione ed uniti fra loro tutti i gruppi del tifo organizzato. Cosa che non si vedeva da tanti anni. La Primavera e la Maratona sono insieme unite a cantare per il Toro”.

Quindi la tifoseria è finalmente ricompattata?
“Un totale ricompattamento. Questa Marcia ha ricompattato totalmente la tifoseria granata organizzata. Mercoledì sera, infatti, i  gruppi della Maratona han discusso sull’organizzazione del corteo insieme a quelli della Primavera. Non ci sono più Ultras e Th contrapposti, ma c’è il popolo granata tutto che marcia”.

Quindi la Marcia ha ancor più significato?
“Ha un significato enorme perché qualcuno ha sempre giocato sulla divisione della tifoseria. Tanto la tifoseria è divisa, tanto … Ebbene adesso la tifoseria non è più divisa: domani Maratona e Primavera marceranno e canteranno all’unisono in una Marcia ove prevediamo un numero di adesioni molto importante. Una Marcia che lascerà il segno nella storia del Toro. E’ una Marcia che non ha capi e capetti. Io e Mario Patrignani abbiamo gestito la parte burocratica ed io sono andato in Questura a mettere la firma, ma è una Marcia senza capi: chiunque camminerà per le vie di Torino è un organizzatore della Marcia. Marceranno nonni, nipoti, famiglie, Toro Club e singoli tifosi. Come dice una locandina è la Marcia del popolo granata, non di uno o di un altro gruppo, e tutti i gruppi si sono riconosciuti in questo evento. Davvero questa Marcia supera divisioni, barriere e vecchi malintesi. E’ una Marcia in cui tutti siamo organizzatori e tutti siamo lì per il Toro del futuro”.