
LIVE Vanoli: "Voglio fino alla fine una squadra che dia tutto. A Lecce dovremo capire i momenti della gara e agire di conseguenza"
Il Torino dopo la sconfitta con l’Inter proverà a tornare alla vittoria che manca dalla gara con l’Udinese del 23 aprile e in trasferta da quella col Monza del 2 marzo.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Lecce
Come sta Coco? E gli altri
"Bene, alla vigilia della gara con l'Inter avevamo provato per vedere se si riusciva ad evitare l'operazione prima della fine del campionato, ma anche con il tutore era condizionato e così subito dopo la sfida abbiamo fatto un briefing con lo staff medico si è deciso subito per l’operazione nella speranza di averlo per l'ultima gara di campionato, vedremo se riuscirà a recuperare per la Roma. Domani sicuramente lui non ci sarà. Njie era rientrato parzialmente, ma ha ancora un po’ di fastidio e paura e così lo gestiamo, domani non ci sarà Sosa sta meglio, penso che la settimana prossima torni. E poi Karamoh ha fastidio al pube che non gli permette di sprintare senza sentire dolore. Gli altri stanno bene".
Ha lanciato tanti giovani: era un obiettivo di inizio stagione? Ha messo gli occhi su qualche latro giovane?
"L'ho detto dall'inizio e l’avevo detto prima a Tufano e poi a Fioratti che è giusto che un allenatore della prima squadra segua i più giovani, anche perché si allenano tanto con noi. La società l’anno scorso, e accadrà anche quest’anno, ha fatto la bella cosa di fare il ritiro estivo insieme e si è visto che i ragazzi si sono messi in mostra. E' uno step importante di organizzazione. Il mio compito è valutare i giovani e tenerli pronti e anche loro devono esserlo per la prima squadra in caso di infortunio o necessità in modo da esordire come è successo. Gabellini è interessante e sta facendo bene così come Mulas, anche l'Under 18 mi piace e sta facendo un grandissimo campionato. Nel mondo del calcio si sta trascurando un pochettino questo aspetto, però anche loro, come ho sempre detto, devono tenere i piedi per terra, venire su e capire che cos’è la prima squadra ed essere, come lo sono stato io, furbi a guardare, intuire e a sentire per migliorare, restando con i piedi per terra perché oggi si devono godere questo momento, ma la loro strada magari per qualcuno può anche essere in prima squadra e per qualcun altro in prestito per fare esperienze importanti com’è capitato a Buongiorno o in questa stagione a Dellavalle che ha fatto un campionato importante a Modena e ad altri ragazzi che sono in prestito dove crescono per poi dopo rientrare e capire se sono da Torino. I giovani che ho fatto esordire non è stato per piacere bensì perché hanno qualche cosa".
Il Lecce è in corsa per la salvezza con il Venezia: che partita sarà per il Toro?
"Non guardo la loro classifica, dobbiamo onorare fino in fondo gli impegni e la maglia. Indipendentemente dal risultato o da qualche situazione di atteggiamento sbagliato come il primo tempo del Venezia, abbiamo sempre dato il 100%. A volte non risulta agli occhi, ma l’impegno c’è stato e faremo così fino alla fine. Dobbiamo andare a Lecce consapevoli che non vinciamo da tre partite ed è importante ottenere i tre punti perché abbiamo un impegno col 10° posto e dobbiamo tentare di conquistarlo anche se no è niente, ma è qualcosa di mentalità. E poi non nascondiamo la storia perché per il Torino quello di Lecce è sempre stato un campo difficile, non si può nascondere quello che è successo anche a grandi allenatori come Mondonico. Se siamo uomini e conosciamo la storia, dobbiamo saperlo".
Al Torino ci sono le condizioni per costruire un progetto simile a quello del Bologna che ha un budget simile a quello granata?
"Ci sono società che hanno l’opportunità di crescere per la disponibilità economica, come sta facendo il Como, e poi altre che crescono con le idee, come Bologna e Atalanta. Se non c’è, tra virgolette, la disponibilità economica allora bisogna lavorare con le idee. E c’è tanto da lavorare e questo è il nostro obiettivo. Faccio i complimenti al Bologna perché è stato un grandissimo successo e soprattutto sono contento per Italiano, con il quale ho avuto la fortuna di giocare, e in questi anni aveva il peso delle finali perse e finalmente ha avuto un grandissimo successo".
La tendenza del suo Torino è pressare alto l’avversario, lo farete anche domani sera visto che il Lecce non potrà fare una gara attendista e dovrà sbilanciarsi per cercare i punti che gli servono per salvarsi?
"La mia tendenza di pressare alto è dovuta anche al cambio del modulo e siamo diventati un po’ più aggressivi quando abbiamo aggiunto in avanti un uomo in più togliendolo dalla linea difensiva. Penso che questo sia un aspetto per arrivare ad essere un po’ più pericolosi in zona gol. Se conquisti palla nella metà campo avversaria, hai meno campo per stressare gli avversari. Questo alcune volte non lo abbiamo fatto bene e a volte, come con l'Inter nella ripresa, non abbiamo fatto bene le preventive per fermare subito l’azione, anche questo è un aspetto della fase difensiva, però è un aspetto che è anche una strategia. Con l'Inter ho esasperato questo perché volevo una squadra coraggiosa e che provasse a non far giocare l'Inter, nonostante sia una squadra veramente forte qualitativamente e lo ha dimostrato, concedendo, soprattutto nel secondo tempo, anche qualche occasione in più. Ma se guardiamo l'atteggiamento e non il risultato di occasioni ne abbiamo avute: Lazaro di testa che ha messo la palla fuori; Adams che sul cross nel secondo tempo ha sbagliato lo stop di petto; una grandissima chiusura di Calhanoglu sulla grande giocata di Perciun per Vlasic; la grandissima parata di Martinez sul colpo di testa di Adams. Queste cose non si contano e così a volte passa un messaggio negativo. Il coraggio non è stato ripagato a livello di risultati, ma in quello che voglio fino alla fine: una squadra che dia tutto”.
E quindi a Lecce?
“Vediamo. Dobbiamo sempre stare in partita e, secondo me, quest’anno l’abbiamo sempre fatto bene. Stare in partita vuol anche dire capire i momenti, soprattutto in queste gare dove gli avversari si giocano tantissimo, l'aspetto psicologico durante la partita va capito. Bisogna capire se continuare a dare pressione perché gli avversari sono in difficoltà, oppure quando è il momento di respirare, ma anche quando respiri con la difesa bassa bisogna sempre essere aggressivi. Questo non deve mai mancare".
Come sta vedendo Casadei visto che è un po’ calato?
"E' un calo fisiologico. Il mercato di gennaio è pericoloso, ma siamo stati fortunati a trovare giocatori di valore e siamo stati bravi a farli crescere in condizione. L'esperienza di Biraghi ed Elmas non è la stessa di Casadei: hanno tre storie diverse. Elmas con la sua esperienza e qualità tecnica sa gestire i momenti della gara e nei momenti morti sa come gestirli e sa capire i ritmi, ma stiamo parlando di un giocatore che ha vino uno scudetto, un ragazzo importante. Di Biraghi sappiamo l'esperienza. Casadei è un giovane. Non dimentichiamoci il Ricci di tre anni fa quanto ci ha messo a diventare il Ricci di oggi. Casadei si è presentato veramente bene ed è stato convocato in Nazionale e quando accade cambiano anche la valutazioni infatti adesso si vuole sempre che Casadei faccia 2-3 gol partita, ma non dimentichiamoci che è un investimento importante in prospettiva futura".
La lezione con il Venezia è stata imparata dalla squadra?
"Ogni giorno c’è una lezione da imparare e ogni gara insegna qualcosa per cui dobbiamo essere bravi nella crescita. Con il Venezia sono contento che Gineitis, un giocatore del 2004, abbia detto una cosa importante: che dovevamo chiedere scusa ai tifosi. La squadra nel secondo tempo ha reagito molto bene dimostrando che fisicamente ha idee. Nel primo tempo non è stato un problema di atteggiamento, ma abbiamo abbassato la testa ai primi errori. Il Venezia era partito molto aggressivo e noi bene e forte, ma abbiamo sbagliato due-tre passaggi abbassando la testa e allora abbiamo perso un po’ autostima e certezze. Fino a fare un primo tempo veramente brutto. Nel secondo tempo abbiamo reagito. Lecce sarà completamente un’altra partita perché giocheremo in trasferta, in un campo che anche per la storia è molto ostico e contro una squadra che sappiamo cosa si gioca quindi, come ho sempre detto, all’interno della partita ci sono più gare e dovremo essere bravi a capirlo e sapere che a volte si può vincere anche gare brutte, non puoi giocare sempre bene".
Per colmare il gap dalle prime sette-otto in classifica, serviranno anche giocatori esperti per far crescere al meglio i giovani?
"Assolutamente. Il mix perfetto è avere giocatori di qualità ed esperienza ed è importante che possano insegnare ai giovane a crescere e ad avere una mentalità. Serve questo mix per arrivare in alto. I giovani devono avere davanti giocatori da prendere come esempio per diventare forti. E’ questo quello che cerco altrimenti il giovane non può crescere".
Senza Coco passerà alla difesa a tre?
"Soprattutto quest'anno, con questa rosa, siamo passati a quattro, ma durante la partita possiamo anche giocare a cinque visto che i calciatori nella prima parte del campionato hanno giocato così. Abbiamo un centrocampo può giocare a tre. Abbiamo parecchie soluzioni che possono essere utilizzate come è capitato a Napoli dall'inizio oppure che possono essere adottare anche in corsa. Mercoledì sera anche il Bologna ha fatto modifiche nel corso della partita, Bisogna sapere leggere e capire qual è la strada giusta e la situazione valutare il momento. Nel calcio moderno i giocatori devono essere flessibili perché ormai tattica ante sono bravi a fare tutto".
Che effetto le fa avere tante partite in contemporanea?
"Mi sembra giusto, c'è in palio tanto. La Lega ha fatto la scelta migliore".
Ha parlato delle retrocessioni del Toro a Lecce: ha respirato un po' l'aria dei tifosi che vorrebbero una sorta di “vendetta”? Riuscirà a trasmettere questo ai giocatori?
"Cerco sempre di portare avanti i valori del club, a livello sportivo e di storia. In questa settimana ho percepito questo. Non bisogna enfatizzarlo, ma bisogna rispettarlo. E' un aspetto che ho detto ai ragazzi, è come Superga: deve essere ogni giorno, non solo il 4 maggio. Poi quanto riesca a trasferire ai giocatori … Come ho sempre detto ci credo e cercherò di fare il massimo".
Perciun può partire titolare domani?
"Mi ripeto, tutti i giocatori della rosa devono essere pronti a giocare: io non guardo la carta d'identità. Valuteremo in rifinitura. E’ una partita importante e vogliamo portare a casa punti. Ma se capissi che Perciun può fare il titolare, farà il titolare. Come è successo con Dembélé e per gli altri giovani. Non faccio giocare un giovane per dare motivazioni alla squadra o perché siamo a fine stagione, non sono i miei valori. Un giovane gioca perché è bravo, ha prospettive e in quel momento può aiutare la squadra. Questo è valutare un giovane, altrimenti lo illudiamo e poi dopo lo buttiamo. Le loro strade sono ancora lunghe. Tutti i giovani che oggi si allenano con noi, domani devono essere pronti sia a entrare, e lo hanno fatto veramente bene, sia a giocare titolari e in quest’ultimo caso non perché vedo la mia squadra non motivata poiché mi darebbe molto fastidio. Il giovane gioca perché ha prospettive e se dovesse giocare sarei veramente felice perché accumulerebbe esperienza".






