
Cairo e Vagnati non sembrano sulla stessa lunghezza d’onda su mezzali, esterni d’attacco e play
Al Torino tutto il mercato ruota intorno a un terzino sinistro, un play e un esterno d’attacco, ma fino a 18 giorni fa di play non si parlava, anche se in molti avevano giù notato durante il ritiro che la squadra avere delle criticità a centrocampo seppur Ngonge fosse appena arrivato e dovesse ancora giungere Aboukhlal. Le successive amichevoli, le due con il Monaco e quella con il Valencia, avevano rafforzato e non poco questa convinzione che ha avuto assolute conferme ieri sera nel rimo match ufficiale di Coppa Italia con il Modena, squadra che milita nel campionato di Serie B.
Nel 1° tempo con la squadra schierata con il 4-2-3-1, come ha detto nel post gara mister Baroni: “Non ha fatto bene, non avevamo le giuste distanze e la squadra era particolarmente bloccata”. Poi con l’inserimento di un centrocampista, Ilkhan, e l’uscita di un esterno d’attacco, Aboukhlal, e passando quindi al 4-3-3, la situazione è migliorata. E sempre Baroni ha affermato: “Nel secondo tempo abbiamo usufruito anche di un centrocampista in più e abbiamo passato il vertice e così la squadra ha trovato le misure e le distanze riuscendo a palleggiare un pochino di più e ad alleggerire con il palleggio e le uscite la pressione della squadra avversaria. Il secondo tempo è stato sicuramente migliore del primo”.
Anche Zapata non ha avuto problemi a dire che il centrocampo a tre dà maggiore garanzie: “Facciamo un po' fatica a costruire il gioco da dietro perché i nostri centrocampisti erano marcati e non riuscivano a girarsi e a proporre il gioco in avanti. Con l'ingresso di Ilkhan è stato molto evidente il miglioramento della squadra, soprattutto nel costruire il gioco e a uscire con palla al piede. Quando lo facevamo poi riuscivamo a trovare i nostri uomini davanti che ci aiutavano ad attaccare meglio. Come ho detto prima, è stato fondamentale il miglioramento nel secondo tempo per riuscire a vincere la partita e a passare il turno”.
Vagnati prima della partita di ieri sera aveva parlato ai microfoni di Mediaset confermando l’interesse del Torino per Nicolussi Caviglia e Oristanio: “Siamo contenti di aver fatto un mercato abbastanza veloce, abbiamo fatto bene e aggiunto qualità davanti. Dobbiamo fare ancora degli accorgimenti, ma mancano 15 giorni alla fine della sessione. Nicolussi Caviglia e Oristanio? Sì, hanno le caratteristiche giuste per le nostre esigenze del momento, vediamo nei prossimi giorni cosa riusciremo a fare”.
Nicolussi Caviglia è un centrocampista, mediano e trequartista, mentre Oristanio un trequartista, seconda punta e punta centrale.
Nel post partita è anche intervenuto il Presidente Cairo che ha posto l’accento sul bisogno di un play e non di un altro esterno visto che ce ne sono già abbastanza, mentre è rimasto fermo nella convinzione che serva un terzino sinistro. Come si deduce dalle parole del Presidente in risposta anche a esplicite domante su questo argomento.
Un commento sulla vittoria firmata Vlasic
“Sono contento per la vittoria e per il secondo tempo, male il primo. È una squadra che deve avere un play”.
Squadra più da 4-3-3?
“Sì, ma serve avere un play. Abbiamo Casadei, Gineitis, Anjorin e sono tutte mezzali. L’unico che può fare il play, ma anche lui è mezzala, è Ilic. Per cui ci vuole un play, tant’è quando è entrato Ilkhan ha subito dettato i tempi nel modo giusto e intercettato palloni. Questo è anche buono perché dal punto di vista della copertura della difesa avere un play davanti è meglio che non averlo”.
Alla presentazione di Baroni aveva detto che gli obiettivi di mercato erano il terzino sinistro e l’attaccante esterno, ma l’attaccante esterno lo è ancora?
“Il tema adesso è che abbiamo più bisogno … Abbiamo pensato di giocare in un modo, con due in mezzo, però poi in realtà avendo troppe mezzali non puoi giocare a due, ma molto più a tre. A meno che poi le mezzali imparino a giocare a due. ma molto meglio a tre, almeno fino a quando le mezzali non imparano a giocare a due. Per cui, secondo me, è meglio … Di esterni ne abbiamo abbastanza: Ngonge, Aboukhlal, Njie, Vlašic, che teoricamente può fare anche questo ruolo. Quindi secondo me oggi è molto meglio pensare a qualcuno in mezzo al campo, a parte Ilkhan che può dire la sua. Ma è bene averne un paio in quel posto lì. E poi il terzino sinistro ovviamente che mancava e che ci vuole”.
Nel precampionato la squadra è sembrata avere lacune in difesa e soffrire. Basta il terzino sinistro o ci vorranno altri colpi?
“Non lo so. La squadra è un tutt'uno, non si può parlare di lacune in difesa. Se hai il centrocampo che non ti fa filtro alla difesa arriva l’attacco degli indiani ed evidentemente diventa più difficile difendere. Se invece hai un filtro davanti è molto più facile difendere. Però vediamo, adesso ci ragioniamo e faremo tutto ciò che si può fare tutto quello che si può fare lo facciamo. Abbiamo speso 30 milioni per cui se c'è da spendere qualcosa in più lo faremo perché voglio fare una squadra che mi faccia divertire”.
Per carità Vagnati ha parlato prima della partita e Cairo dopo, ma si ha l’impressione che direttore tecnico e Presidente non siano proprio sulla stessa lunghezza d’onda su mezzali, esterni d’attacco e play. Almeno però è venuto fuori che attualmente la squadra non può supportare tre uomini sulla trequarti e una punta. Ma in tutta franchezza però fa rabbia scoprire che al Torino si sono resi conto, a 13 giorni dalla chiusura del mercato, che ci sono giocatori non del tutto adeguati al gioco che l’allenatore vuole proporre. E, purtroppo, non è la prima volta che capita.
Sorge quindi spontanea la domanda retorica: ma quando decidono di prendere qualcuno non verificano prima di non avere poi doppioni e triploni? Non ci vuole un super esperto di calciomercato per evitarlo. E’ un po’ come quando si va al supermercato e prima si fa la lista della spesa verificando cosa c’è in frigo e nella dispensa in modo da non tornare a casa senza qualcosa che mancava o tornarci e poi scoprire che si hanno già tre confezioni di tonno e la quarta proprio non serviva.
Speriamo in bene, non si può dire altro.







