Un primo passettino per rialzarsi il Torino l’ha fatto battendo la Cremonese, ma serve molto di più
Sarà stato l’esonero di Vagnati e l’arrivo di Petrachi che ha subito messo in chiaro alcuni concetti chiave, senso di appartenenza, nessun equivoco tattico, giocatori funzionali e garra in campo, espressi giovedì pubblicamente in modo autorevole. O forse, magari anche, vedere la classifica: diciassettesimo posto a sole quattro lunghezze dal Pisa terzultimo. Fatto sta che i giocatori del Torino ieri sera sono scesi in campo contro la Cremonese scrollandosi di dosso, almeno in parte, mollezza e disattenzioni che nelle precedenti quattordici partite, salvo qualche eccezione, su tutte le gare vinte con Roma e Napoli, avevano caratterizzato le prestazioni, meglio le non prestazioni o comunque le uscite dalle partite che erano state causa di figuracce. Leggasi le pesanti sconfitte con Inter 5-0, Atalanta 3-0, Como 5-1, ma anche quelle numericamente meno schiaccianti con Parma e Lecce, entrambe 2-1. Per non parlare delle tante rimonte subite da polli, l’ultima quella con il Milan: avanti 2 a 0 e risultato finale 2 a 3.
Si tratta ovviamente di un primo passettino che andrà confermato e incrementato nelle prossime gare a partire da quella con il Sassuolo e poi nelle successive con Cagliari, Verona e Udinese che porteranno alla chiusura del girone d’andata. Sia chiaro, ieri sera non si è vista una bella partita, per la verità anche la Cremonese non ha giocato bene, però va preso atto dell’intento che si è visto in campo da parte di tutti i giocatori. Poi le difficoltà ci sono e non possono sparire da un giorno all’altro. Il Torino resta la squadra che finora ha subito più gol di tutte le altre 26, a meno che alle 15 la Fiorentina non subisca più di due gol dal Verona. La fatica nel creare occasioni da gol e soprattutto trasformarle in reti resta come dimostrano i 15 gol in altrettante partite. Anche i passaggi e/o i cross non precisi continuano ad esserci. E pure qualche disattenzione, quel retropassaggio folle di Lazaro a Paleari poteva costare carissimo, per fortuna il portiere in qualche modo ha ostacolato Vardy e l’inglese non è riuscito a inventarsi qualche cosa. Tanto per puntualizzare solo 3 minuti prima Vlasic aveva segnato. Oppure anche in pieno recupero (99’) quel pallone che in area è finito sul braccio di Simeone e che poteva costare un calcio di rigore. Il Cholito lo si perdona perché è un attaccante e non dovrebbe essere lui a occuparsi di non far segnare gli avversari, ma dov’erano i difensori? E su tutto questo, e anche su altre cose, Baroni dovrà lavorare tantissimo perché se non si debelleranno molte di queste cose il cammino del Torino in questa stagione sarà sempre complicato.
Un aiuto potrà arrivare dal mercato di riparazione di gennaio, ma è inutile illudersi più di tanto: i precedenti fanno scuola, seppur Petrachi qualcuno lo tirerà fuori, ma soprattutto se Cairo sarà in linea con quanto affermato ieri sera: “Non abbiamo nessun blocco di mercato, per intenderci, e quindi possiamo fare quello che vogliamo”. Dove “vogliamo” è ovviamente la parola chiave.






