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Di Michele racconta il suo West Ham e svela un retroscena: "Avevo già l'accordo con la Roma"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
ieri alle 21:15Serie A
di Tommaso Bonan

Di Michele racconta il suo West Ham e svela un retroscena: "Avevo già l'accordo con la Roma"

Oltre a raccontarsi nelle sue nuove vesti di allenatore, David Di Michele nella lunga intervista a TuttoMercatoWeb.com (leggi qui l'integrale) riavvolge il nastro della sua lunghissima carriera fino al West Ham. A raccontare i retroscena di quella scelta è lo stesso ex attaccante. "È stata molto rocambolesca come cosa - racconta Di Michele -, in quell’anno (2008, ndr) ero a Torino e dovevo andare alla Roma allenata da Spalletti. Avevamo fatto tutti i passi necessari per il trasferimento con le società, c'erano tutti gli accordi. Non ero nelle grazie di allenatore e società granata, quindi potevo sicuramente liberarmi, ma all’ultimo Cairo non ha voluto mandarmi a Roma. Ho perso quel treno, ma a quel punto non potevo più restare a Torino perché avrei perso sei mesi fuori rosa. Ad un certo punto a pochi minuti dalla chiusura del calciomercato a mezzanotte, il mio procuratore mi chiama dicendomi 'David, c'è il West Ham'. Senza pensarci ho detto 'Ok, andiamo', del resto volevo andare a giocare e la Premier mi aveva sempre entusiasmato". La scelta si è rivelata azzeccata, guardando i numeri. "Quell’anno nel Manchester United, giusto per dire il livello degli avversari, c'era gente come Cristiano Ronaldo, come Scholes o Giggs. Insomma, fior fior di giocatori. Quando sono arrivato al West Ham cacciarono subito l'allenatore, ma per me è stata una fortuna. Sulla panchina infatti arriva subito Gianfranco Zola. Come direttore sportivo c'era Gianluca Nani, ora a Udine, in squadra Behrami che aveva giocato in Serie A, c'era anche un fisioterapista che conoscevo dal Palermo. Un ambiente perfetto per me: Zola non mi ha solo aiutato, mi ha proprio indirizzato in tutto e per tutto nel calcio inglese. Per questo io l'ho sempre ringraziato per ciò che ha fatto per me, cercando di ripagarlo sul campo. Ho giocato tanto, mi sono divertito, ho avuto grandi compagni come Scott Parker, Mark Noble, Kieron Dyer, Lee Boyer, Carlton Cole, Rob Green, Matthew Upson, per citarne qualcuno. Tutta gente che giocava in Nazionale, andavano tutti a mille, l'allenamento per loro era una partita vera e propria". Il divario tra Premier League e Serie A è aumentato. "Il divario oggi è molto molto più ampio, loro sono cresciuti tantissimo, noi invece di crescere stiamo regredendo. Oggi hanno forza, velocità, qualità, tecnica. Anche a livello tattico sono migliorati tantissimo, grazie ad allenatori italiani e internazionali. Il campionato assoluto più bello, il divario con le altre leghe è notevole. Poi magari in campo internazionale non riescono a farlo vedere del tutto, però nei campionati sono devastanti a livello di forza e mentalità". In Premier League, tra gli altri, c’è Federico Chiesa. "A me piace tantissimo. Un giocatore veloce, scattante, dribblomane, ha tiro e forza. Un calciatore importante che purtroppo ha avuto degli infortuni che ne hanno pregiudicato un po' l'andamento della carriera. E oggi lui giustamente vuole stare prima bene mentalmente e fisicamente per poter rendere al massimo, non vuole andare in Nazionale ed essere un peso, magari al posto di qualcun altro. Poi imporsi a Liverpool non è facile, per competere con gli altri devi essere al 120 per cento".