Risultatismo ma non statismo: il mantra di Runjaic per la sua Udinese
Udinese-Lecce 3-2. Una vittoria importante, per tanti motivi. Per la classifica, che adesso ha poco senso guardare in realtà ma 12 punti sono già un buon bottino (+8 sulla zona retrocessione, stessa posizione di Como e Atalanta e poco sotto alla zona Europa), ma che comunque fa morale e aiuta a lavorare in settimana.
Per il ritorno al successo in casa, 238 giorni dopo, che riporta un po' di ottimismo all'interno di un ambiente scottato negli ultimi anni dalla difficoltà dei bianconeri di ottenere vittorie al Friuli. Ma soprattutto, per il modo in cui sono arrivati i tre punti. L'approccio è stato ottimo, punto debole di questo inizio di stagione dell'Udinese, la fase difensiva pure (zero occasioni da gol fino al 94' per il Lecce che ha sfruttato l'errore di Okoye per rientrare in gara). Infine, tralasciando la superiorità tecnica di Atta e Zaniolo, Davis e Buksa hanno trovato il gol. Un aspetto fondamentale visti i tanti impegni delle prossime settimane e la fiducia che può dare a un attaccante il feeling con la rete.
Merito di un risultatismo, mantra alla base del modo di lavorare di Runjaic che in maniera analitica cerca di migliorare ogni criterio che a maggio va a comporre la stagione di una squadra, che però non si tramuta in statismo. Perché questa Udinese è cambiata e sta cambiando da agosto. Sono diverse le caratteristiche dei giocatori, cresce la condizione fisica generale del gruppo e la profondità della rosa permette al tecnico di avere un ventaglio di opzioni davvero importante.
Ne sono la prova le otto formazioni diverse in altrettante gare di campionato, sinonimo di una ricerca di equilibrio e massimo potenziale, ma è anche da sottolineare che il "blocco" di titolari ormai è già ben definito. Okoye, Kristensen/Kabasele, Solet, Zanoli, Karlstrom, Atta, Zaniolo e Davis: 8/11 di struttura della squadra che permettono di velocizzare il processo di creazione di un'identità.
Allo stesso tempo, tuttavia, nuovi tentativi/soluzioni per cercare di valorizzare al meglio il materiale umano a disposizione. Goglichidze è un terzo di difesa "adatto alla lotta", proprio quello che serve per coprire la spensieratezza offensiva di Zanoli (al quale manca solo un po' di benzina nelle gambe per ritornare a essere quello dell'anno scorso). E poi Ekkelenkamp, al momento la mezzala più funzionale per Zaniolo-Atta-Zanoli. Pressing alto, corse all'indietro e movimenti senza palla per smarcare i compagni: quel lavoro sporco che serve se vuoi fare arrivare i tuoi migliori interpreti lucidi nei pressi dell'area avversaria.
Piccoli accorgimenti che stanno portando a piccoli miglioramenti in un percorso di crescita che non è ancora arrivato all'apice. La sensazione è che questa Udinese possa ancora fare di più e probabilmente il risultato finale dell'idea che Runjaic ha in testa deve ancora essere messo in pratica. Tempo, serve tempo. Ma intanto, con diverse cose che non stanno funzionando, i risultati arrivano già.






