Sucic, retroscena Longari: "Cosi l’Inter ha battuto Milan, Juve e i top club europei"
Nel suo editoriale per Sportitalia.com, l'esperto di mercato, Gianluigi Longari, ha raccontato un retroscena sul centrocampista dell'Inter, Petar Sucic. Le sue parole: "In un contesto di campionato ancora fortemente influenzato dalle scelte di mercato che hanno caratterizzato l’ultima estate, tra acquisti mancati e calciatori che ancora non hanno trovato la collocazione tattica ideale per vedere esplodere il loro rendimento, spiccano giocatori che sembrano al contrario dei veri e propri predestinati per l’impatto che hanno avuto con la Serie A.
Un caso eclatante, in questo senso, fa corrispondenza a Petar Sucic. Ciò che resta negli occhi dell’ultimo turno infrasettimanale di campionato è certamente il gol “Zidane style” che ha contribuito a chiudere la pratica Fiorentina per l’Inter di Cristian Chivu.
Ha rilanciato così la sua candidatura ad erede naturale di Mkhitaryan per il fondamentale ruolo di mezzala sinistra nelle dinamiche di gioco dei nerazzurri, per il presente e per il futuro.
Il lavoro di semina del management dell’area sportiva interista, però parte da molto lontano, e giustifica a pieno titolo la cifra apparentemente irrisoria (14 milioni più 2,5 di bonus) spesi dai nerazzurri per farlo proprio ed anticipare la folta concorrenza che pure si era stagliata all’orizzonte.
Il retroscena dell’acquisto
Un retroscena di mercato che vale la pena di essere raccontato, visto che ci furono tentativi reiterati e molto concreti nel mese di gennaio 2025 che caratterizzò l’ufficialità del trasferimento con vista sull’estate di Sucic all’Inter.
Tutti rispediti al mittente, per un unico e semplice motivo: Piero Ausilio chiuse il colpo con la Dinamo Zagabria addirittura nelle fasi finali del 2024, quando il centrocampista viveva uno dei momenti professionalmente più difficili della sua ancora brevissima carriera.
Così l’Inter ha beffato tutti
Alla fine del mese di novembre di quell’anno, infatti, Sucic si procurò la frattura del metatarso che lo avrebbe visto restare lontano dai campi per i successivi tre mesi.
Un ostacolo che non mise però in dubbio le relazioni entusiasmanti del corpo tecnico interista, e che già nel mese di settembre avevano contraddistinto il suo profilo come quello di un predestinato ai massimi livelli.
Una dimostrazione di fiducia totale ed assoluta che contribuì a far rispedire al mittente tentativi anche economicamente rilevanti da parte di altri top club europei che si stagliarono all’orizzonte.
Anticipo su Milan e Juve
Per restare tra i nostri confini, per esempio, si palesò il Milan. Ma solo dopo il rientro in campo e dopo avere avuto modo di prendere informazioni dirette con il club croato in concomitanza con la gara di Champions League (saltata da Sucic) che vide i rossoneri buttare alle ortiche la qualificazione diretta al turno successivo della massima competizione continentale.
n quei giorni di gennaio si fece avanti con un vigore anche maggiore la Juventus con il direttore dell’epoca Cristiano Giuntoli. Ci furono addirittura un paio di videocall con i vertici dirigenziali all’epoca in forza alla Dinamo, ma non furono sufficienti per smuovere Sucic rispetto alla scelta che già aveva sostanzialmente preso da tempo.
Stessa sorte toccò ad Atletico Madrid e Borussia Dortmund. Entrambe le società sarebbero state pronte a mettere sul piatto cifre anche superiori rispetto a quelle spese dall’Inter per aggiudicarselo, ma Sucic tenne fede alla promessa fatta ai milanesi ed al loro Direttore Sportivo scegliendo così di colorare di nerazzurro il suo destino professionale.
Un’operazione di cui l’Inter è convinta di potersi godere i frutti certamente nell’immediato, ma anche e soprattutto nel futuro, prossimo e anteriore. Chi conosce bene Sucic lo descrive come un ragazzo lontano anni luce dalle dinamiche social, lustrini e paillettes che caratterizzano l’attenzione di molti suoi coetanei (parliamo di un classe 2003) al giorno d’oggi. Oltre alle qualità tecniche evidentemente fuori dal comune, sono state la personalità e l’etica del lavoro a convincere l’Inter che la scommessa fosse vinta in partenza. Le stesse armi sulle quali Sucic conta per convincere definitivamente Chivu che sia nata una stella, e che il futuro sia pronto per essere il suo".






