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tmw / venezia / Focus
Antonelli: "La squadra è ottima, se ci sarà da intervenire a gennaio ci faremo però trovare pronti. Remeremo tutti nella stessa direzione"
lunedì 5 dicembre 2022, 15:51Focus
di Davide Marchiol
per Tuttoveneziasport.it
fonte Giuseppe Malaguti, trascrizione a cura di Davide Marchiol

Antonelli: "La squadra è ottima, se ci sarà da intervenire a gennaio ci faremo però trovare pronti. Remeremo tutti nella stessa direzione"

Il nuovo ds e supervisore dell'area business del Venezia Filippo Antonelli Agomeri è stato presentato questa mattina alla stampa. Ecco le sue dichiarazioni.

"Il mio ringraziamento va al presidente Niederauer, a tutti i soci e ad Alex Menta, che è stato il primo a cercarmi. Vengo da un percorso da calciatore prima e da ds poi nel Monza per tanti anni, è stata una pagina importante della mia storia, ma ora c’è da pensare al futuro”.

Cosa l'ha portata ad accettare la proposta del Venezia?

“Da una serie di fattori, penso che per il ds esista la categoria, ma la progettualità, questo è un nuovo progetto, una sfida, e la durata che mi è stata proposta mi ha convinto in primis ad accettare il progetto. Poi il volermi misurare anche con una proprietà diversa, aprire la mente verso altri modi di fare calcio, cercando di portare la mia esperienza e di acquisirne, cercando di essere il giusto mix tra italianità e la mentalità straniera”.

Quello di supervisore dell'area business è un ruolo nuovo per lei?

“A Monza siamo partiti dalle ceneri dopo il fallimento e la ripartenza in D, per diverso tempo quindi mi sono occupato di tutte le aree. Abbiamo avuto la possibilità di sviluppare, cosa che nel calcio di oggi succede a fatica, tante aree. Poi con la nuova proprietà ho fatto principalmente area sportiva, ma rimanendo punto di riferimento per la società. Questa nuova sfida mi stimola perché posso dare e ricevere tanto”.

Aveva già avuto contatti con il Venezia? Quando nasce la trattativa?

“Ho conosciuto la figura di Alex Menta in passato, mi occupavo di mercato ed è sempre importante tenere rapporti con le varie società. I rapporti più stretti e intensi però sono stati nella settimana tra Palermo e Ternana, ci sono stati contatti direttamente anche con il mio avvocato perché per me era importante avere l’ok anche di Galliani che mi ha lasciato venire qui, gli devo molto. Ti trasmette una voglia maniacale e quotidiana di vincere e una grande passione per questo sport”.

A gennaio ci saranno movimenti?

“Secondo me la squadra è comunque un’ottima squadra, credo che gli investimenti fatti siano stati importanti. A gennaio c’è sempre un mercato particolare, sicuramente si faranno discorsi per chi non è contento di essere qui, perché bisogna essere contenti di essere a Venezia. Poi su quanto ci sia da fare io a gennaio ho sempre qualche dubbio perché a gennaio si muovono giocatori che di solito non stanno giocando, però se ci sarà da intervenire interverremo”.

Da esterno che problemi ha individuato nel Venezia?

“Credo ci sia stata un’aspettativa subito alta, quando si viene da una retrocessione bisogna ricostruire, rifondare e ricreare una mentalità e il Venezia dopo la retrocessione magari si portava dietro ancora delle scorie. Poi non sei abituato a essere lì sotto e bisogna sviluppare di nuovo un certo spirito di sacrificio, questo è uno dei pochi campionati dove la prima può perdere sempre con l’ultima. Da fuori c’era sempre la sensazione di una squadra che però ha l’imperativo di vincere, che talvolta crea un peso fatale. Poi sicuramente bisogna creare un certo affiatamento tra i tanti ragazzi stranieri, a Monza c’erano i vari Gytkjaer, Dany Mota, Carlos Augusto, presi perché facessero un certo tipo di percorso in modo che fossero pronti per la A. Al primo anno però in A ci va il Venezia e non il Monza. E’ servito tempo, il calcio non ha una linea esatta, bisogna dare tempo ai giocatori di venire fuori. Avevamo anche ragazzi italiani come Colpani, Di Gregorio, Frattesi, c’è stato un ragazzo che ha fatto con noi la scalata dalla D alla A per poi passare al Bari, ovvero D’Errico. Anche creare un senso d’appartenenza è un valore in cui credere”.

Pohjanpalo un simbolo della ripartenza del Venezia?

“Il ragazzo ha un curriculum importante e può solo crescere. Bisogna continuare su questa strada. Sto vedendo anche uno spirito di sacrificio diverso in queste gare. Lo chiamo proprio senso di responsabilità, io devo essere convinto che un mio compagno faccia un dribbling giusto esattamente come io che faccio il dribbling devo sapere che se lo sbaglio c’è un compagno già pronto a ripiegare”.

Ci saranno dei cambiamenti nella gestione sportiva del Venezia?

“Nessun cambiamento, ne parlerò con Menta, Molinaro, Donati, tutta l’area dirigenziale, anche Vanoli, remiamo tutti nella stessa direzione, non c’è problema”.

Hai incrociato il Venezia da calciatore?

“Sì, uno in particolare, a Cosenza. Vincemmo qui al Penzo, era forse il 2003 o il 2004, ricordo che il portiere era Soviero. Qua sono sempre state delle battaglie. Ricordo che salvai sulla linea un gol che probabilmente era effettivamente gol”.

Tabù Penzo sfatato:

“Era un tabù che durava addirittura dalla stagione passata, importante averlo spezzato, dobbiamo far diventare il nostro stadio un valore aggiunto”.