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Commisso e il Viola Park, fatti non parole
Rocco Commisso non ha cambiato il suo motto fast fast fast, sorta di biglietto da visita con il quale si era presentato ai suoi nuovi tifosi, e qualsiasi forma di scetticismo è caduta di fronte alla rapidità con la quale sono proceduti i lavori al Viola Park, centro sportivo e vera e propria eccellenza che la proprietà viola ha voluto fortemente. Un segnale inequivocabile di come, al di là dei programmi sportivi, sul piano infrastrutturale la società viola faccia decisamente sul serio.
D’altronde non più tardi di una settimana fa ancora Commisso era stato il primo a intervenire all’inaugurazione di un altro campo (per la società Quarto Tempo) così come ieri non è voluto mancare per il taglio del nastro relativo al nuovo campo dei Ponti a Bagno a Ripoli. Conferma di un’attenzione generale, che va oltre il semplice interesse per le questioni viola e per questo motivo non così scontata.
Non ha toccato gli altri temi invece il presidente, senza sbilanciarsi sul tormentone rinnovo Vlahovic e senza tornare troppo su come si svilupperà il restyling del Franchi da qui ai prossimi mesi. Probabilmente un atteggiamento votato a non alimentare troppe aspettative, o eventuali discordanze almeno sul fronte stadio, e anche a non creare troppe distrazioni a una squadra che viaggia - finalmente - sulla strada giusta.
Quasi conservativo, insomma, ma pur sempre smanioso di vedere la sua prima creatura, il Viola Park, prendere vita il prima possibile. Dopo che in oltre 90 anni di storia mai nessuna proprietà si era spinta così avanti per regalare alla Fiorentina il più grande centro sportivo d’Italia.
D’altronde non più tardi di una settimana fa ancora Commisso era stato il primo a intervenire all’inaugurazione di un altro campo (per la società Quarto Tempo) così come ieri non è voluto mancare per il taglio del nastro relativo al nuovo campo dei Ponti a Bagno a Ripoli. Conferma di un’attenzione generale, che va oltre il semplice interesse per le questioni viola e per questo motivo non così scontata.
Non ha toccato gli altri temi invece il presidente, senza sbilanciarsi sul tormentone rinnovo Vlahovic e senza tornare troppo su come si svilupperà il restyling del Franchi da qui ai prossimi mesi. Probabilmente un atteggiamento votato a non alimentare troppe aspettative, o eventuali discordanze almeno sul fronte stadio, e anche a non creare troppe distrazioni a una squadra che viaggia - finalmente - sulla strada giusta.
Quasi conservativo, insomma, ma pur sempre smanioso di vedere la sua prima creatura, il Viola Park, prendere vita il prima possibile. Dopo che in oltre 90 anni di storia mai nessuna proprietà si era spinta così avanti per regalare alla Fiorentina il più grande centro sportivo d’Italia.
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