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Carpi, Casarini: "Vogliamo stupire. Saremo la mina vagante del girone"TUTTO mercato WEB
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
Oggi alle 19:34Serie C
di Tommaso Maschio

Carpi, Casarini: "Vogliamo stupire. Saremo la mina vagante del girone"

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Il centrocampista del Carpi Federico Casarini è intervenuto quest’oggi ai microfoni di A Tutta C, trasmissione in onda su Radio TMW e Il 61 per parlare del momento della squadra emiliana reduce dalla sconfitta col Forlì: “Bisogna archiviarla subito. È stata una partita che si è girata male. Loro sono stati bravi a concretizzare le poche occasioni, anche se è un risultato largo. Due occasioni probabilmente le abbiamo regalate noi, fa parte del gioco, si può sbagliare. Siamo stati disattenti in qualche occasione. L'importante è che non abbiamo mai mollato, siamo stati aggrappati alla partita fino all'ultimo. È andata male, dobbiamo rifarci subito prima della sosta”. Nonostante questa battuta d'arresto, il Carpi sta facendo una stagione ottima, forse al di là delle aspettative. L'obiettivo primario era la salvezza, ma questi risultati autorizzano a sognare i play off? “È logico, la stagione ha obiettivi diversi, la salvezza è in primis. Però, facendo un ottimo campionato fino ad adesso, si può guardare anche qualcos'altro. La certezza della salvezza deve essere la cosa primaria. Siamo consapevoli però del campionato che stiamo facendo e di come stiamo lavorando settimana dopo settimana, l'autostima cresce sempre di più. Vogliamo stupire. Siamo una squadra giovane, che piace correre e fare un gioco propositivo. Daremo filo da torcere a tutti, saremo una mina vagante, la guastafeste. Speriamo di continuare così”. Allarghiamo lo sguardo al girone. C'è l'Arezzo, partita come favorita, il Ravenna a sorpresa e l'Ascoli. Cosa ne pensi di queste tre "grandi"? “Sull’Arezzo sono d'accordo, è una squadra fatta per vincere, con grandi giocatori e grandi riserve. La loro forza è che con le cinque sostituzioni possono cambiare o confermare il risultato. Il Ravenna è una società ambiziosa. Non credo partissero per essere lì, ma sono stati bravi a crederci e hanno fatto un cammino importante. Hanno reagito benissimo dopo una brutta sconfitta casalinga con l'Arezzo, dimostrando un grande gruppo. Infine l’Ascoli è quella che a livello di gioco mi ha impressionato di più, secondo me non è da escludere fino alla fine. È una piazza importante, con giocatori di valore ed esprime un ottimo gioco. C'è storia, tradizione e grande passione. Chi gioca lì sa che deve lottare per vincere. Saranno in grado di tenere un ruolino di marcia così importante anche nel girone di ritorno? Lo vedremo”. Parliamo di un tema purtroppo attuale: le esclusioni. Cosa si prova, da calciatori, a vedere sparire una squadra come è successo al Rimini? “È fastidioso. Negli ultimi anni succede ogni anno. L'anno scorso ho vissuto l'esperienza del Catania, che ha avuto problemi. Si parla da anni di riforme per la stabilità, ma il giocatore non è tutelato. La follia del calcio italiano è iniziare una stagione con punti di penalità. Questo non può accadere. Almeno all'inizio il campionato deve partire in parità. Poi, ogni presidente fa le sue scelte, ma l'inizio deve essere garantito. Se parti già con penalità, non vai da nessuna parte”. Condividi quindi un applauso a squadre come il Rimini, ormai escluso, o la Triestina, che lotta nonostante una pesante penalizzazione? “Sì, assolutamente. Ho vissuto quella situazione e non è semplice allenarsi sapendo di quelle vicende. Un grande applauso alla Triestina, che nonostante le continue penalizzazioni lotta e fa un gran campionato. E anche al Rimini: contro di noi hanno fatto una partita di grande sacrificio, non hanno mollato un secondo. Bravissimi. Dispiace per queste vicende, ma purtroppo temo ce ne saranno anche nei prossimi anni, non vedo un cambio imminente”. Tornando al calcio giocato, prima di parlare della vostra prossima partita, qual è la squadra che, secondo te, ha reso meno finora? “La prima che viene in mente è il Perugia. È una squadra con storia, tifoseria ed è attrezzata per la vertice. Ha giocatori importanti. A volte partono annate storte e riadattarle non è semplice, soprattutto in Serie C dove è una guerra continua e fare punti è difficile. Il Perugia è al di sotto delle proprie possibilità, ma come le prime devono stare attente, loro da sotto daranno filo da torcere a tutti”. La prossima sfida è contro il Gubbio, a un solo punto da voi. Un'opportunità per chiudere bene il girone d'andata? “Assolutamente. Siamo all'ultima partita prima della pausa, giochiamo in casa e vogliamo vincere per chiudere al quarto posto. La prima parte di campionato è stata veramente buona. Il Gubbio è lì per merito, sarà una battaglia all'ultimo minuto. Sono una squadra esperta, che gioca bene, corre, pressa. Sarà una bellissima partita tra due squadre che la giocano a viso aperto. Un'ottima gara da vedere”. Ultimo tema: i giovani. Gianfranco Zola si batte per dar loro spazio. Tu che esperienza hai, credi sia sempre difficile trovare un equilibrio tra far giocare i giovani e le esigenze competitive di squadre che devono vincere o salvarsi? “Ci sono pro e contro. I pro: dare spazio ai giovani per emergere e dare un po' di ossigeno economico alle società (con gli under ci sono agevolazioni). Il contro: a volte l'obbligo di far giocare gli under fa sì che alcuni ragazzi scendano in campo senza esserselo meritato del tutto. Il rischio è che, finiti gli anni "da under", ci sia un distacco dal mondo calcistico. Molti non riescono a tenere la categoria. Se li facciamo giocare solo per obbligo e poi li abbandoniamo appena escono da quella fascia d'età, è un grosso problema per loro, che si ritrovano con poche prospettive, magari dover ripartire dalla Serie D. Si creano illusioni e poi grandi delusioni. Dobbiamo premiare il valore: i giovani devono giocare se se lo meritano. Le società che possono dovrebbero avere il coraggio di investire su di loro in un percorso vero, non forzato. È una ruota che gira e non è semplice da risolvere”.