Atalanta, imbattuta ma fragile: Juric cerca la svolta e pensa a Scamacca dal 1’
Essere imbattuti non basta. L’Atalanta di Ivan Juric vive il paradosso di una squadra che non perde mai ma ha smesso di vincere. Il pareggio in extremis di Cremona è l’ennesimo segnale di una squadra che ha perso ritmo, incisività e fiducia. La vittoria manca da oltre un mese — 21 settembre, 3-0 a Torino — e nel frattempo sono arrivati soltanto pareggi: quattro di fila in campionato, cinque considerando anche la Champions. Una serie che ha appiattito la classifica e, ancor più, ha tolto certezze a un gruppo che sembra aver disimparato a chiudere le partite.
UN’ATALANTA CHE SI È SMARRITA – Juric si ritrova con una rosa quasi al completo ma con una squadra insicura, prevedibile, poco coraggiosa - scrive L'Eco di Bergamo -. L’Atalanta che per anni ha stupito per aggressività e ferocia oggi gioca alla pari anche contro avversarie modeste, come una Cremonese generosa ma limitata.
Contro i grigiorossi, l’allenatore ha parlato di occasioni sprecate, ma stavolta le attenuanti sono poche: la Dea ha creato meno del solito e si è salvata solo grazie alla reazione nel finale.
SCONTRO DI IDEE E DI NERVI – Il momento difficile ha inevitabilmente portato a confronti interni. Dopo il triplice fischio allo Zini, Juric ha parlato a lungo con il ds Toni D’Amico e l’ad Luca Percassi. Ieri, a Zingonia, nuovo faccia a faccia, stavolta tra allenatore e squadra.
Nessun caso, ma la volontà di analizzare insieme le difficoltà e di ritrovare lo spirito perduto. La tensione, però, è palpabile: il botta e risposta pubblico tra Carnesecchi e Juric ne è la prova. Il portiere, autore di un’ottima stagione, aveva tuonato: «O ci diamo una svegliata o sarà dura. Chi è stanco lo dica e si faccia da parte». Immediata la replica del tecnico: «Carnesecchi ha sbagliato completamente. Deve parlare meno e concentrarsi sul campo».
Un confronto che non ha incrinato i rapporti, ma che fotografa un ambiente nervoso e consapevole della necessità di reagire.
SCAMACCA E I CAMBI CHE HANNO SCOSSO LA GARA – Qualcosa di positivo, però, si è visto. A Cremona, Scamacca e Samardzic hanno dato la scossa nel secondo tempo, contribuendo al pareggio firmato da Brescianini. Il centravanti romano, entrato nelle ultime due da subentrante, ha ritrovato condizione e fiducia: il suo ingresso ha vivacizzato l’attacco e restituito profondità alla manovra. Tutto lascia pensare che contro il Milan possa essere il suo momento: la titolarità è un’ipotesi concreta. Merito anche delle scelte coraggiose di Juric, che nel finale ha abbandonato la difesa a tre per un 4-2-3-1 più offensivo, trovando una reazione d’orgoglio non scontata in un periodo di scarsa brillantezza.
IL NODO DEI SENATORI – Tra i temi più delicati c’è la gestione di Marten de Roon, 34 anni e visibilmente in difficoltà. Per non rinunciare alla sua leadership, Juric lo ha arretrato in difesa, sacrificando Ahanor — tra i più in forma — e Kossounou, rientrato da poco. Una scelta che ha fatto discutere e che il tecnico dovrà presto rivalutare. Anche De Ketelaere, Lookman e Zalewski hanno accusato un calo di rendimento, mentre i tanti impegni ravvicinati impongono una rotazione più ampia e oculata.
VERSO IL MILAN – La Dea tornerà in campo domani sera alla New Balance Arena contro il Milan, in una sfida che arriva nel momento più delicato della gestione Juric. Serve una svolta vera, non solo nei risultati ma soprattutto nell’atteggiamento: l’Atalanta ha smarrito il coraggio e la leggerezza che l’avevano resa unica. La sensazione è che questa partita possa segnare un punto di svolta. O la Dea si “sveglia”, come ha detto Carnesecchi, o il rischio è quello di restare imprigionata nella sua imbattibilità sterile.
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