Pietro Serina: “Lookman sbaglia atteggiamento, ma Juric doveva lasciar correre. Atalanta? Troppi alti e bassi"
OLYMPIQUE MARSIGLIA–ATALANTA 0-1 (p.t. 0-0)
90' Samardžić (A)
Dopo il colpo da Champions dell’Atalanta al Velodrome di Marsiglia, firmato dal gioiello di Samardzic al 90’, il commento di Pietro Serina dal canale Youtube di RadioDea è lucido e tagliente come sempre. Il successo, pesante e meritato, non cancella però i dubbi di fondo sulla discontinuità della squadra di Ivan Juric, capace di alternare prove esaltanti a cadute inspiegabili. Dal rendimento altalenante ai meriti di alcuni singoli, fino al caso Lookman–Juric, Serina ha analizzato con la sua consueta chiarezza la serata di Marsiglia e il momento della Dea. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Pietro, vittoria pesantissima quella di Marsiglia. Quanto vale per classifica e morale?
«Vale moltissimo. Tre punti fondamentali, sia per la classifica che per l’autostima del gruppo. La squadra ha fatto un passo in avanti evidente, anche se resta ancora irregolare. Con questa vittoria l’Atalanta ha rimesso in carreggiata il girone di Champions, dopo aver sprecato tanto contro lo Slavia Praga. Adesso gli impegni si fanno più alla portata, ma – come dico sempre – il problema non sono gli avversari. Il problema è l’Atalanta stessa.»
Cosa intende quando parla di “problema interno”?
«Intendo dire che questa squadra passa da prestazioni altissime a cadute verticali. È un continuo su e giù: da Cremona a Milano, da Udine a Marsiglia. Ci sono momenti in cui sembra poter battere chiunque e altri in cui si spegne completamente. Non si tratta solo di testa o condizione fisica, ma di continuità di concentrazione. Serve equilibrio, perché in un campionato come la Serie A – e in una Champions così serrata – non puoi permetterti queste oscillazioni.»
Chi sono i protagonisti della vittoria di ieri sera?
«Sicuramente Krstovic e Carnesecchi. Il primo ha giocato una partita generosa, da centravanti vero: ha procurato il rigore, ha fatto salire la squadra, ha combattuto su ogni pallone. È stato fondamentale nel far respirare l’Atalanta. Poi c’è Carnesecchi, che per me è stato decisivo: due parate straordinarie, una nel primo tempo su Aubameyang e una nel finale su quel tiro deviato da Hien. Se la Dea ha potuto festeggiare, gran parte del merito è suo.»
Ha parlato di De Ketelaere: il rigore sbagliato sembra averlo condizionato.
«Sì, e questo mi dispiace. De Ketelaere non può sparire dopo un errore, deve continuare a giocare e a crescere. L’errore fa parte del percorso, serve per formare la personalità di un grande giocatore. Lui ha qualità straordinarie ma deve imparare a gestire le pressioni, a reagire. Uscire al diciassettesimo minuto, dopo quel rigore sbagliato, non aiuta la crescita»
E a proposito di tensioni, il contatto tra Lookman e Juric nel momento della sostituzione ha fatto discutere.
«Sì, è un episodio che non va sottovalutato. Lookman ha sbagliato atteggiamento, perché un giocatore non può permettersi di avere reazioni fisiche o verbali nei confronti dell’allenatore. Ma allo stesso tempo Juric deve evitare di alimentare il nervosismo: se un giocatore mormora o protesta, lascialo sfogare, lo mandi negli spogliatoi e si chiarisce dopo. Gli scontri pubblici fanno male a tutti. L’allenatore deve mantenere il controllo e proteggere il gruppo. Credo che entrambi abbiano capito e che la cosa finirà lì.»
Quindi una vittoria preziosa, ma ancora da consolidare.
«Esatto. Vittoria che vale doppio, ma il vero banco di prova sarà la continuità. L’Atalanta è imprevedibile: se gioca come stasera può battere chiunque, ma se si presenta come a Udine, perde contro chiunque. Bisogna stabilizzarsi, ritrovare equilibrio mentale e fisico. Adesso arrivano partite più gestibili: vediamo se la Dea saprà confermare questa reazione.»
Nel finale del suo intervento, Serina ha sottolineato un concetto chiaro e diretto:
«Juric ha riportato intensità, ma deve ancora costruire costanza. Se questa Atalanta gioca con lo spirito di Marsiglia, può andare lontano in Europa. Se invece torna a quella di Udine, rischia di perdersi di nuovo. Adesso la palla passa al campo: servono prove di maturità, non fiammate.»
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