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La seconda vita di Mattia Caldara: l'ex eroe della Dea riparte dai bambini dell'Azzano, il calcio nel cuore oltre gli infortuniTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 20:09Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

La seconda vita di Mattia Caldara: l'ex eroe della Dea riparte dai bambini dell'Azzano, il calcio nel cuore oltre gli infortuni

Il calcio toglie, il calcio dà. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo a soli 31 anni, piegato da un calvario fisico ma non nello spirito, Mattia Caldara ha scelto di ricominciare dalle basi, lì dove batte il cuore più puro di questo sport.

Il calcio toglie, il calcio dà. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo a soli 31 anni, piegato da un calvario fisico ma non nello spirito, Mattia Caldara ha scelto di ricominciare dalle basi, lì dove batte il cuore più puro di questo sport. L'eroe del primo, indimenticabile ciclo gasperiniano torna in campo: non più per fermare gli attaccanti di Serie A, ma per insegnare l'arte della difesa ai piccoli talenti dell'Azzano.

DALLA SERIE A ALLA CATTEDRA DI PROVINCIA - L'ufficialità è arrivata come una carezza per chi ha sofferto vedendo il suo talento frenato dalla sfortuna. Quella che fino a poche settimane fa era un'indiscrezione sussurrata dallo stesso ex difensore, ora è realtà certificata dai canali dell'Azzano, società dilettantistica di Prima Categoria con una rinomata scuola calcio. Caldara entra nello staff tecnico con un ruolo operativo e prezioso: collaboratore tecnico dedicato, con una delega speciale all'insegnamento della fase difensiva per la categoria Giovanissimi Under 14. Un ritorno alle origini per il bergamasco, che mette la sua esperienza al servizio dei più piccoli.

PROGETTO E AMBIZIONI - L'orizzonte temporale è fissato, almeno per ora, fino al termine della stagione in corso. Ma la visione di Caldara va oltre: l'estate prossima l'obiettivo è ottenere il patentino da allenatore, trasformando questa vocazione in una professione certificata. Non è escluso che il matrimonio con l'Azzano possa proseguire anche nell'annata 2026/27, ma molto dipenderà dall'evoluzione di questo percorso di apprendistato. Per ora, l'ex numero 13 nerazzurro studia da mister, portando sul campo la stessa intelligenza tattica che lo aveva reso uno dei migliori centrali italiani.

UMILTÀ E METODO - A svelare i retroscena di questa collaborazione - scrive L'Eco di Bergamo - è Simone Di Palma, direttore generale del club e responsabile del vivaio. «Mattia ha già cominciato da qualche mese, in sostanza da inizio stagione» racconta il dirigente, svelando un legame nato in famiglia, visto che il figlio di cinque anni di Caldara frequenta la stessa scuola calcio. L'approccio dell'ex campione è stato esemplare: nessuna spocchia, tanta voglia di fare. «Sta portando la sua esperienza da ex calciatore di grande livello e i nostri ragazzi sono contentissimi, lo ascoltano e lo seguono. Affronta ogni allenamento con metodicità e intelligenza».

UNA NUOVA CARRIERA? - Azzano rappresenta un laboratorio, un test probante per capire se il futuro di Mattia sarà davvero in panchina. Dopo un'odissea fatta di ginocchia fragili e caviglie doloranti, Caldara cerca il suo riscatto in una veste diversa. «È molto consapevole del percorso che ha intrapreso» conclude Di Palma. Se la tenacia sarà la stessa mostrata nei recuperi dagli infortuni, c'è da scommettere che sentiremo ancora parlare di lui, questa volta come guida tecnica.

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