Palladino in conferenza: "Ho visto ragazzi dispiaciuti, ora serve la gara perfetta"
La celebre musichetta della Champions League non è mai stata così attesa a Bergamo. Più che una colonna sonora per una notte di gala, questa volta risuona come una terapia d'urto, necessaria e urgente, per medicare le ferite ancora aperte del campionato. L'Atalanta si appresta a vivere una delle serate più suggestive della sua campagna continentale ospitando il gigante Chelsea alla New Balance Arena. Una sfida dal coefficiente di difficoltà estremo, contro un avversario che abbina uno strapotere fisico impressionante a una tecnica raffinata, ma che giunge paradossalmente nel momento ideale: quello in cui l'orgoglio ferito impone una reazione. C'è da cancellare l'ombra lunga della prestazione del "Bentegodi" e dimostrare all'Europa che lo scivolone di Verona è stato solo un incidente di percorso. Alla vigilia del match, Raffaele Palladino ha tracciato la rotta in sala stampa.
ORGOGLIO FERITO – Non si nasconde dietro a giri di parole il tecnico nerazzurro quando si tratta di analizzare le scorie lasciate dall'ultima giornata di Serie A. La medicina migliore è l'immediato confronto con la realtà: «Si riparte con la consapevolezza di aver offerto una prestazione al di sotto dei nostri standard. Il confronto con i ragazzi è stato onesto e diretto: ho visto nei loro occhi un profondo dispiacere per come si sono sviluppati gli eventi a Verona». L'obiettivo è trasformare quella delusione in energia cinetica positiva già nelle prossime ore: «Non vogliamo e non dobbiamo ripetere prove del genere. La fortuna del calendario è che il calcio ti offre subito un'opportunità di riscatto: domani abbiamo l'occasione di misurarci contro il Chelsea e dimostrare chi siamo davvero».
LA FORZA DEL GRUPPO – In momenti così delicati, la tattica lascia spazio alla tenuta mentale e alla coesione dello spogliatoio. Palladino punta tutto sul capitale umano a sua disposizione per invertire la rotta in questa settimana cruciale: «Ho la fortuna di allenare un gruppo composto prima di tutto da grandi uomini, che sentono forte il desiderio di rivalsa. Certi passaggi a vuoto non devono più accadere, è vero, ma piangersi addosso non serve: bisogna voltare pagina immediatamente». La tabella di marcia è serrata e non ammette distrazioni: «Tra la sfida ai Blues e la successiva gara contro il Cagliari dobbiamo ritrovare il nostro passo, dando tutto ciò che abbiamo. L'obiettivo per domani sera è chiaro: vogliamo mettere in campo la partita perfetta».
LA RICETTA PER L'IMPRESA – Che Atalanta servirà per arginare la corazzata londinese? Il mister non ha dubbi sull'atteggiamento, che dovrà essere propositivo e coraggioso, richiamando tutti alle armi: «Vogliamo esprimerci ai massimi livelli, perché per raggiungere grandi traguardi serve il contributo di ogni singola componente». Nessuna preclusione nelle scelte, ma una chiamata alla responsabilità collettiva: «Schiererò la formazione migliore possibile dall'inizio, ma in sfide di questo logorio fisico e mentale sarà fondamentale anche chi subentra. Chiunque metterà piede in campo dovrà dare il suo contributo per tentare l'impresa».
LEZIONI D'ATTACCO – L'analisi tattica scivola presto sul lavoro specifico con il reparto avanzato, dove Palladino porta in dote il suo bagaglio personale da ex giocatore offensivo. Un valore aggiunto che il tecnico sta cercando di trasmettere ai suoi gioielli, a partire dal belga: «Ne ho parlato direttamente con De Ketelaere. Vista la mia esperienza passata, voglio aiutarlo a tirare fuori il massimo: l'obiettivo è metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio». Ma i riflettori sono puntati anche su Gianluca Scamacca, chiamato al definitivo salto di qualità: «Gianluca sta mostrando miglioramenti costanti, ma da lui mi aspetto di più perché ha mezzi enormi. Deve continuare a lavorare per la squadra, certo, ma un attaccante deve vivere per il gol: deve ritrovare quel feeling viscerale con la rete».
TRA ENTUSIASMO E BATTAGLIA – Tracciando un bilancio del suo primo mese sulla panchina della Dea, Palladino non nasconde le difficoltà ma indica con lucidità la via d'uscita. C'è un bisogno fisiologico di tempo e condivisione: «Ho necessità di stare sempre di più con i ragazzi per incidere a fondo». Il pensiero torna inevitabilmente alla caduta di Verona, usata come monito per il futuro approccio mentale: «A nessuno è piaciuto il rendimento offerto sabato. Dobbiamo metterci in testa che bisogna battagliare su tutti i campi, senza sconti». La cura per guarire dai mesi passati, segnati da qualche delusione di troppo, è psicologica: «La squadra deve ritrovare l'entusiasmo perduto. Per uscire da questo momento serve quella leggerezza mentale fondamentale per giocare a calcio».
NIENTE CALCOLI – Contro una corazzata come il Chelsea, la mediocrità non è ammessa e il margine di errore deve essere ridotto allo zero. Palladino non cerca alibi e alza l'asticella: «Voglio una partita perfetta». La sfida ai giganti inglesi non deve essere vista come un ostacolo insormontabile, ma come una palestra necessaria per la maturazione del gruppo: «Affrontare squadre così forti è fondamentale, perché ti aiuta a gestire e superare le difficoltà». Inutile, in questa fase, perdersi in conteggi o proiezioni sul girone: «Noi non pensiamo alla classifica – taglia corto il tecnico –, la nostra mentalità deve essere quella di ragionare partita dopo partita».
IL FATTORE KOLASINAC – Un capitolo a parte lo merita Sead Kolasinac, il cui recupero completo è una delle chiavi tattiche e caratteriali per la Dea. Il difensore sta ritrovando ritmo, ma la prudenza resta d'obbligo: «Ha messo minuti importanti nelle gambe e i miglioramenti sono evidenti, ma rientrare a pieno regime dopo uno stop come il suo è un percorso complesso e faticoso». Anche se la condizione fisica non è ancora al top, il suo peso specifico all'interno dello spogliatoio è indiscutibile: «Non è ancora al 100%, è vero, ma è un ragazzo su cui puntiamo moltissimo. La squadra aveva un bisogno vitale di ritrovare un giocatore con le sue caratteristiche e il suo carisma».
L'AMICO RIVALE – L'avvicinamento al match mescola il rispetto tecnico per l'avversario ai legami affettivi che il calcio sa intrecciare. Palladino non sottovaluta la montagna da scalare: «Mi aspetto un Chelsea fortissimo, una squadra costruita su individualità di livello assoluto». La preparazione è stata meticolosa, frutto anche di osservazioni dirette oltremanica: «Ho studiato molto il loro calcio quando ero in Inghilterra, ma è chiaro che giocarci contro dal vivo è una storia completamente diversa». La sfida avrà però anche un sapore speciale di amarcord per l'incrocio in panchina con Enzo Maresca: «Sono sinceramente felice per il percorso che sta facendo. Ci lega un'amicizia che parte da lontano, dai tempi condivisi alla Juventus, e ritrovarci qui è un piacere».
DUBBIO TATTICO – Sulla lavagna resta ancora un punto interrogativo riguardo al terminale offensivo: punta di ruolo o assetto più mobile? Palladino sceglie la via della pretattica e non scioglie le riserve, mantenendo le carte coperte fino all'ultimo istante. «Vedremo», si limita a dire il tecnico, lasciando aperta ogni soluzione per l'undici titolare. Ma al di là dei moduli e degli interpreti, il mantra resta invariato: l'ossessione per la prestazione senza sbavature. La forma conta meno della sostanza in una notte di questo calibro: «Ciò che preme davvero è fare una partita perfetta, indipendentemente da chi gioca». L'attesa è ormai agli sgoccioli e l'adrenalina nello spogliatoio è palpabile: «Non vediamo l'ora di scendere in campo».
Adesso il tempo delle parole è finito. Domani sera, alle ore 21:00, le luci della New Balance Arena illumineranno non solo una partita di calcio, ma un crocevia fondamentale per la stagione nerazzurra. Contro il Chelsea non basterà il compitino: servirà gettare il cuore oltre l'ostacolo per trasformare la rabbia di Verona in benzina europea. Palladino ha tracciato la rotta, indicando nella "perfezione" l'unica via percorribile. Ora sta alla squadra rispondere presente e dimostrare che, quando la musica della Champions si alza nel cielo di Bergamo, l'Atalanta sa ancora essere magica.
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