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Lookman, il grande assente che fa rumore: l'urlo dall'Africa e quel destino incrociato con l'Inter
Oggi alle 08:30Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

Lookman, il grande assente che fa rumore: l'urlo dall'Africa e quel destino incrociato con l'Inter

Il numero 11 trascina la Nigeria e "gioca" a distanza il big match di domani: proprio contro chi lo aveva quasi strappato alla Dea in estate. E gennaio fa paura

Ci sono assenze che pesano per il vuoto tattico che lasciano e altre che, paradossalmente, fanno ancora più rumore per la narrazione che si portano dietro. Ademola Lookman non calcherà il prato della New Balance Areana domani sera contro l'Inter, ma il suo spirito aleggerà inevitabilmente sulla sfida. È il paradosso del fuoriclasse: c’è anche quando non c’è. Mentre i compagni preparano l'assalto alla capolista, lui ha ricominciato a fare quello che gli riesce meglio a migliaia di chilometri di distanza: essere decisivo. E nel frattempo, osserva da lontano una partita che il destino, beffardo, avrebbe potuto fargli giocare a maglie invertite.

INCROCI PERICOLOSI – Atalanta-Inter sarebbe stata la sua notte per un'infinità di motivi omerici. Anzitutto perché il palcoscenico è di quelli che esaltano chi vive per le grandi pièce teatrali. Ma soprattutto perché l'ombra della buriana estiva è ancora lunga: quella trattativa che ha toccato tutte le corde emotive, dallo psicodramma alla crisi diplomatica, sfiorando il surreale. Lookman - scrive L'Eco di Bergamo - è stato a un passo dal vestire il nerazzurro di Milano, e domani la sfida assume i contorni di uno "Sliding Doors" evitato. Non essere in campo gli risparmia l'imbarazzo dell'incrocio, ma non cancella la suggestione di ciò che poteva essere e non è stato.

MESSAGGIO IN BOTTIGLIA – Se a Bergamo si parla di lui, in Costa d'Avorio lui parla con i fatti. L'esordio in Coppa d'Africa è stato un manifesto di rinascita: il gol del 2-1 alla Tanzania non ha solo regalato un primato provvisorio alla Nigeria, ma ha spedito un telegramma chiarissimo a Palladino e a tutto l'ambiente atalantino. "Cari voi, sono tornato". Quella rete è una liberazione, la certificazione che il motore è tornato a girare a pieni giri. Vola come una farfalla e punge come un'ape: la versione migliore di Mola è viva e vegeta, pronta a cancellare qualche opacità di troppo vista in campionato.

VIA LE SCORIE DEL PASSATO – Il rapporto con Bergamo, del resto, è in fase di restauro. Palladino lo ha rimesso al centro del villaggio, non solo metaforicamente. Partenza larga a sinistra, sì, ma licenza di accentrarsi per dialogare con Scamacca e innescare De Ketelaere. I numeri stagionali (gol a Fiorentina, Eintracht e Milan) sono ancora timidi per uno del suo calibro, ma le recenti prestazioni raccontano di una crescita costante. Il buio della gestione Juric e quel brutto faccia a faccia di Marsiglia sono ormai scheletri chiusi nell'armadio: l'aria d'Africa serve a ricaricare le batterie mentali per tornare a essere devastante anche in Serie A.

IL REBUS DI GENNAIO – Resta però un doppio, gigantesco punto interrogativo appeso al calendario. Il primo è tecnico: quando tornerà Ademola? Il secondo, ben più inquietante, riguarda il mercato: tornerà a Zingonia per restare fino a giugno o la finestra invernale diventerà un'uscita di sicurezza? Per ora sono domande che rimbalzano senza risposta, mentre le sirene delle big europee potrebbero riattivarsi di fronte alle sue prodezze in nazionale.

OBIETTIVO QUALIFICAZIONE – Intanto, il campo chiama. Stasera (ore 21) la Nigeria sfida la Tunisia in un match che vale il primato del Gruppo C e il pass per gli ottavi. Stesso destino per Odilon Kossounou: domani la sua Costa d'Avorio, galvanizzata dall'1-0 al Mozambico firmato dall'ex atalantino Amad Diallo, affronta il Camerun per blindare la vetta del girone. Per entrambi, vincere significa prolungare l'assenza da Bergamo, ma anche accrescere il valore di un patrimonio che l'Atalanta vuole difendere a tutti i costi.

Lookman oggi gioca due partite parallele: una reale sui campi africani per la gloria della sua nazione, e una virtuale nei pensieri dei tifosi e della dirigenza orobica. L'Atalanta fa il tifo per la prima, ma spera di non dover soffrire troppo per la seconda.

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