Gazzetta - Duello ad alta tensione in mezzo al campo: Ederson sfida il "regista-bis", ma la trappola per l'Inter ha un nome croato
Non è solo questione di gol, ma di polmoni, geometrie e sudore. La sfida di stasera passa inevitabilmente dalla zona nevralgica, lì dove si incrociano i destini e le traiettorie del pallone. Se l'attacco vende i biglietti, il centrocampo vince le partite, e mai come contro questa Inter la massima sembra calzare a pennello. Raffaele Palladino lo sa bene e sta studiando le mosse giuste per disinnescare una macchina che, negli ultimi anni, ha mandato fuori giri il motore nerazzurro bergamasco. Si preannuncia una battaglia di nervi e muscoli, dove la tattica potrebbe fare la differenza tra un'altra delusione e l'impresa.
IL PERICOLO PUBBLICO N.1 – C'è un dato statistico che deve far suonare l'allarme a Zingonia: Nicolò Barella non è soltanto un cursore instancabile, ma un creatore di gioco aggiunto. Con ben 39 passaggi chiave sfornati finora, il centrocampista sardo comanda la classifica di specialità, agendo da vero e proprio "regista-bis" quando la fonte primaria è marcata. È l'archetipo del giocatore "box-to-box" di stampo britannico: energia pura che si trasforma in qualità negli ultimi trenta metri. Fermare la sua elettricità sarà il primo compito fondamentale per evitare di essere travolti.
LA RISPOSTA BRASILIANA – A tanta dinamicità l'Atalanta oppone il suo uomo ovunque: Ederson. Resta da capire la posizione esatta nello scacchiere tattico: se confermato sul centro-sinistra come contro il Genoa, il brasiliano si troverebbe faccia a faccia proprio con Barella, in un duello rusticano fatto di strappi, recuperi e ripartenze. Se invece dovesse scalare a destra (con de Roon sul versante opposto), cambierebbero le coppie ma non la sostanza. Ederson e Barella sono i due motori delle rispettive squadre: chi avrà più benzina nel serbatoio deciderà l'inerzia del match.
L'INCUBO DEI NUMERI – La storia recente è impietosa e suggerisce una riflessione profonda. L'Atalanta non batte l'Inter dal lontano novembre 2018 e la spiegazione tecnica risiede spesso in un semplice calcolo matematico: l'inferiorità numerica in mediana. Storicamente, il 3-4-2-1 orobico ha sofferto la densità del 3-5-2 milanese, lasciando i due centrocampisti centrali della Dea in balia del palleggio avversario, costretti a correre a vuoto per coprire l'uomo in più. Un gap strutturale che stasera non ci si può permettere di concedere.
LA MOSSA A SORPRESA – Ecco perché Palladino potrebbe estrarre il coniglio dal cilindro per spezzare la maledizione. L'ipotesi di vedere Mario Pasalic nel tridente offensivo non sarebbe solo una scelta tecnica, ma una precisa mossa tattica "anti-Calhanoglu". Il croato avrebbe il compito di schermare il play turco in fase di non possesso, togliendo ossigeno alla prima costruzione interista e riequilibrando i conti in mezzo al campo. Una sorta di marcatura moderna per trasformare l'inferiorità in parità e costringere l'Inter a snaturarsi.
Sarà una partita a scacchi giocata a 180 all'ora. Se la trappola tattica funzionerà, l'Atalanta potrà finalmente guardare l'Inter negli occhi e provare a cancellare quel tabù che dura da sette anni.
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